Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Maggiore corrispondenza da parte dei Fratelli e dei loro alunni trovò invece il Fratel Teodoreto nel diffondere i foglietti di questa « Divozione ».
Egli non si stancava mai di esortarli con l'esempio e con la parola.
Scriveva a Fratel Saturnino: « Non stanchiamoci di fare il possibile per diffondere la Divozione alle cinque Piaghe di Gesù Crocifisso; non faremo mai abbastanza » ( 10 marzo 1954 ).
Vi interessava anche persone esterne alla Comunità.
La nipote, Sig. Eleonora Lajolo scrive, ad esempi:
"Mi ha chiesto di farmi Zelatrice della Divozione a Gesù Crocifisso e raccogliere nomi di persone devote da iscrivere in quella "Unione".
Desiderava che quella "Divozione" entrasse in molte famiglie, anche non buone: verrà il momento che, prendendo in mano questa preghiera, si abbiano da commuovere e cambiar vita".
E altra pia persona, la Sig. Margherita Morello, informa:
"Alla Scuola "La Salle", nelle ore di Religione, Fratel Teodoreto portava le immagini di Gesù Crocifisso: era tanto convincente la sua parola che animava i ragazzi a farsi propagandisti: mio nipote fece larga distribuzione di pagelline.
Fin d'allora recitavo quella preghiera; da quando morì Fratel Teodoreto, la recito ogni giorno: guardo la sua fotografia, e pare che mi sorrida soddisfatto".
Si tratta di due testimonianze scritte, fra molte che si potrebbero citare ...
I risultati sono da affidare alle cifre, che non conoscono i pericoli della retorica: ce le fa conoscere, nella vita di Fra Leopoldo, lo stesso Fratel Teodoreto, riferendosi al 1944 ( non è quindi tenuto conto di quanto continuò a farsi in quest'ultimo decennio ): si tratta di circa otto milioni di copie distribuite nelle quattordici principali lingue in cui la « Divozione » fu tradotta!
Fra gli zelatori .. extra muros, va ricordato l'ammiraglio a riposo Giampietro Sery che, per le sue conoscenze poliglotte, contribuì efficacemente alla traduzione della « Divozione » in diverse lingue, e stabilì nella sua abitazione di Genova Sestri Ponente un vero ufficio di propaganda.
Ne spedì una quantità ai Vescovi, agli Abati e ad altre Autorità Ecclesiastiche del mondo, accompagnando ogni spedizione con lettere spiegative ed eccitanti alla pratica di questa « Divozione ».
Diffonde così da solo più di 300.000 copie, e negli ultimi giorni della vita manifesta il solo rincrescimento di non essere riuscito, malgrado i reiterati tentativi, a far entrare la « Divozione a Gesù Crocifisso » nella Russia bolscevica, dalla quale vennero respinte tutte le spedizioni da lui fatte ( Segretario del C. 15.3 ).
Per finire su quest'argomento, dirò ancora che il 18 giugno 1941 Fratel Teodoreto, ricordando il gran bene che la « Divozione » aveva operato fra i soldati nella prima guerra europea, volle fare un tentativo per ottenere dal Santo Padre « una qualsiasi forma di propaganda della detta Divozione a Gesù Crocifisso », sperandone pari e maggiori frutti nella più terribile guerra che durava già da due anni.
Detta « supplica » richiamava i principali detti del Diario di Fra Leopoldo, nei quali Gesù Crocifisso e Maria Immacolata gli ordinavano a varie riprese, dal novembre 1908 al gennaio 1909, di « dire al Santo Padre che estenda la Divozione a Gesù Crocifisso a tutto il mondo ».
Io stesso, con il Fr. Procuratore Generale, recai la supplica a S. E. Mons. Montini, che accettò di consegnarla nelle mani del Santo Padre; il Quale peraltro la passò per competenza alla Sacra Congregazione del Concilio.
La supplica venne quivi esaminata in « Congresso » ( e cioè in seduta plenaria ); ma - come poi ci disse l'Ec.mo Cardinale Marmaggi, di v. m., Prefetto del Concilio e Protettore del nostro Istituto - non vi ebbe buona accoglienza, perché « basata sopra rivelazioni private ».
Comunicato l'esito negativo al richiedente, o meglio ai richiedenti, poiché la supplica era anche firmata dal Dottor Tessitore, la reazione fu quella che poteva aspettarsi solo da chi viva veramente di fede.
Nessun risentimento trapela nella lettera di riscontro del Fratel Teodoreto; bensì, dopo avere « ringraziato vivamente per la sollecitudine nel comunicare il risultato della supplica », si leggono queste espressioni edificantissime:
"Avevamo scritto unicamente nella convinzione di compiere un dovere; ed ora, sebbene la risposta non sia favorevole, siamo soddisfatti egualmente, perché rimaniamo sicuri che tali decisioni sono l'espressione della volontà di Dio"1
Questo linguaggio così calmo e sereno basterebbero, se ce ne fosse bisogno, a persuadere che Fratel Teodoreto era tutt'altro che un esaltato e un fanatico; e, se egli aveva buone ragioni per dare gran peso a tutti i detti che Fra Leopoldo asserisce raccolti dalle labbra di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata, non pretendeva per nulla che altri vi prestassero una egual fede.
a buon conto, egli stesso vi preferiva sempre le chiare decisioni dell'Autorità legittima, quando sembravano contrastare a quelle rivelazioni o no tenerne conto.
ed è così che si regola chi abbia una fede invitta.
Indice |
1 | Lettera del 22 settembre 1941, nell'Archivio della Procura Generale, con tutto l'incartamento relativo a questo episodio: vedi U.C.I. |