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81 Fr. Teodoreto confidò sempre in Dio con una totale fiducia e questo fu la conseguenza naturale del profondo spirito di fede che aveva.
82 Le cose di questo mondo non ebbero per lui altro valore che di mezzo per giungere a Dio.
Da Lui solo attendeva il premio del Paradiso, e deprezzava le lodi, le approvazioni e la stima degli uomini.
83 Pur lavorando con tutte le forze durante tutta la vita, Fr. Teodoreto non confidò mai in se stesso e attese sempre da Dio l'effetto buono del suo lavoro e lo implorò con preghiere continue.
84 Quanto più diffidava di se stesso e dei mezzi umani, tanto più confidava in Dio, ricorreva a Lui e induceva gli altri a mettere la più cieca fiducia nell'infallibile intervento di Dio, quando si tratta delle opere che sono sue.
85 Da Dio implorava e attendeva con sicurezza la salvezza eterna, e i mezzi per giungervi.
Parlava sovente del Paradiso come del premio che infallibilmente ci attende, e per cui vale la pena di accettare le sofferenze e le fatiche di questa vita.
86 Col permesso dei Superiori distribuì ai parenti tutti i beni di famiglia, e disse che, comunque andassero le cose durante la sua vita, la Provvidenza divina non gli avrebbe lasciato mancare un piatto di minestra, finché quello fosse necessario per compiere l'opera sua.
87 Esortò e formò i Catechisti a confidare solo in Dio, e li animò a intraprendere con tranquillità gli impegni finanziari richiesti dalle opere apostoliche che avevano tra mano, fidando nella Provvidenza e nei suoi miracoli.
88 Anche quando le difficoltà finanziarie delle opere furono gravissime e i suoi Catechisti erano allarmati, egli non ebbe il menomo timore d'essere abbandonato da Dio, e seppe animarli alla fiducia cieca e totale in Dio che è Padre e che aiuta sempre.
Chiedeva ad essi di preoccuparsi di una cosa sola: di essere figlioli degni di Dio con l'impegno schietto e totale in tutti i propri doveri.
La Divina Provvidenza soccorse costantemente alle esigenze delle opere, e varie volte i Catechisti furono testimoni di interventi che hanno del prodigioso, come premio del totale abbandono in Dio in cui si sono imposti di vivere.
89 Fece sempre gratuitamente la diffusione dei foglietti della « Divozione a Gesù Crocifisso » sicuro che non gli sarebbe mancato l'essenziale per continuarla.
90 Quando parlava della fiducia in Dio, apriva il cuore, e riusciva a sgomberare l'animo da ogni senso di scoraggiamento spirituale e temporale, e parecchie volte si ricorreva a lui per sentirlo parlare e ritornare con l'animo rasserenato e fiducioso.
91 Aveva il dono di comunicare agli altri i sentimenti di fiducia in Dio che egli sentiva nell'animo.
Le sue conversazioni in pubblico e i colloqui privati erano efficacissimi: inducevano a dedicarsi con maggior abnegazione ad agire per la gloria di Dio, a sopportare con totale rassegnazione le sofferenze, a fare il possibile per superare le difficoltà che si incontrano nel fare il bene, a vincere ogni senso di scoraggiamento.
Tale dono era noto e molti ricorrevano a lui nei momenti di prostrazione, e uscivano sereni dai colloqui con lui, e rianimati a continuare fiduciosamente nella sofferenza e nel lavoro gravoso.
92 Animato dalla speranza del premio celeste e dalla fiducia nei meriti di Gesù Cristo, sopportò con gioia la austerità della vita religiosa, la rigorosa osservanza della Regola, la invariabile e faticosa monotonia dell'insegnamento e della direzione didattica.
Non cercò né riposo, né variazione al suo dovere; ebbe sempre impegno crescente per conoscerlo meglio e adempierlo con maggior dedizione e perfezione.
Nell'amar Dio ebbe lo scrupolo di non essere sufficientemente unito a Lui e di non sapere soddisfare appieno ai desideri di Dio nei suoi riguardi.
93 La sola fiducia in Dio lo mosse a iniziative e a proseguire opere assai difficili, le quali non lo indussero mai ad alcun senso di presunzione.
E invero ripeteva come San Paolo: « Io posso tutto se agisco fidando in Dio che mi sostiene e opera per mio mezzo », e si teneva nelle mani di Dio come uno strumento inerte di per sé, messo in attività dalla mano di Dio.
Sperava nel soccorso di Dio, non fidando nei suoi meriti, ma soltanto nei meriti di Gesù Cristo.
E chiedeva l'applicazione dei meriti di Gesù con le continue preghiere, con la costante unione con Dio e impegnandosi a fare esattamente la divina volontà.
Non per questo trascurava di usare i mezzi umani che sapeva bellamente associare perché le forze sue e quelle di molti concorressero al compimento del bene.
94 Dimostrò la sua eroica speranza anche nelle frequenti ricadute nelle malattie.
Mentre gli altri si allarmavano e temevano la sua morte perché l'Unione e le opere apostoliche avrebbero perduto il loro Direttore, egli fu sempre sorridente e assicurò tutti che Dio solo era il vero Direttore, e che perciò non c'era motivo di temere.
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