Articoli per il processo ordinario informativo |
115 Fr. Teodoreto ha speso tutta la vita in favore del prossimo affidato alle sue cure dall'obbedienza.
L'interesse per il prossimo non è stato parziale né incompleto: mirò anzi a portarlo a fruire di tutti i benefici di cui temporalmente e spiritualmente fosse capace.
116 Fu eroico lo spirito di carità con cui esercitò l'apostolato perché la maniera di istruire gli allievi e di formare i Fratelli diceva eloquentemente che non aveva altro di mira che di fare del bene alle anime per amore di Gesù Crocifisso.
117 La convinzione con cui parlava e l'unzione che l'amor di Dio dava alle sue parole facevano una salutare e duratura impressione sulle anime giovanili.
Malgrado che fosse di carattere riservato e remissivo lo zelo lo rendeva intrepido quando si trattava del bene delle anime e della gloria di Dio.
118 Il saldo buon senso lo indusse a curare come presupposto della virtù l'aspetto esterno della persona ( barba, denti, facciole, abito, mantello, scarpe ... ) per la considerazione che aveva della dignità di se stesso come religioso, e del rispetto per gli allievi e per le persone con cui aveva sovente da trattare.
119 Amava la compagnia, sosteneva le conversazioni edificanti in maniera lieta, aveva motti spiritosi e rideva volentieri.
Affabile con i parenti e con tutti, sapeva rasserenare, incoraggiare, confortare, perché aveva molta umana comprensione delle necessità e delle debolezze della natura, e un profondo e sincero affetto per tutti.
120 Amava e pregava spesso per le anime del Purgatorio; fece in loro favore l'atto eroico di carità.
Provvide per i suffragi con larghezza.
Si raccomandava ad esse con tanta fiducia nelle prove più gravi.
121 Apprezzava molto il dono delle indulgenze in favore delle anime purganti e si faceva un obbligo di lucrare tutte quelle che il « Calendier religieux » edito dal suo Istituto elenca giorno per giorno, moltiplicava le visite in Cappella nei giorni festivi per non perderne neppure una, ed esortava i Fratelli a non trascurare questo prezioso tesoro utile per sé e per le anime del purgatorio.
Si interessò perché la « Divozione a Gesù Crocifisso » fosse indulgenziata.
122 Non giudicava, né condannava le azioni degli altri, anzi le scusava costantemente.
Non parlò male di alcuno.
Amava i poveri.
Organizzò per mezzo dei Catechisti la « Messa del povero ».
Raccoglieva gli avanzi e si privava in Comunità di parte del cibo per poterlo portare personalmente o farlo portare ai poveri.
123 Aiutava tutti, e aiutava volentieri, fingendo di non avere altra occupazione.
124 Visitava con amore, confortava e serviva i Fratelli malati e aveva cure particolari per quelli che stavano per morire; e questo con costanza eroica, che non misurava il tempo, e non cedeva alla ripugnanza, né alla stanchezza.
125 Assistette per molte notti Fratelli gravemente ammalati senza che essi si accorgessero quanto gli fosse pesante tale assistenza dopo le sue faticose giornate.
Una volta che ebbe occasione di prestare le cure di infermiere a un sacerdote, si disse fortunatissimo perché gli altri rappresentavano Gesù Cristo, ma il sacerdote è Gesù Cristo in persona.
Ad alcuni Fratelli che paventavano la morte parlò con tanto entusiasmo del Paradiso, del premio, della visione di Dio, di Maria SS.ma, degli Angeli e dei Santi, e della gloria celeste, che giunse a far dire: « non credevo che fosse così bello morire! ».
126 Preferiva sempre gli altri a se stesso.
127 Si guadagnava l'animo degli allievi e otteneva disciplina e amore conservando un atteggiamento sereno, distinto e padrone di sé.
128 Quando da Direttore si recava nelle classi a distribuire le « Buone testimonianze » e le pagelle, lodava e premiava i buoni, correggeva efficacemente i meno buoni parlando del dovere di corrispondere alla grazia di Dio, di far piacere a Dio, e manifestando la fiducia che in breve sarebbero migliorati e avrebbero meritato lode nella distribuzione successiva.
Quando qualcuno resisteva, ne era cordialmente afflitto.
129 Preferì l'insegnamento ai poveri e fu lieto di restar quasi sempre nella Comunità di S. Pelagia a cui facevano capo i quartieri delle classi popolari della R.O. Mendicità Istruita.
Quando detta Opera decretò la chiusura delle classi per altri interessi, fece tutti i passi che poté, per ottenere che non le abbandonasse.
130 Era incoraggiante con gli alunni e con i maestri
Visitava frequentemente le classi e vi parlava con ardore comunicativo della Madonna, dell'Angelo Custode, di Gesù Crocifisso e attirava la confidenza dei bambini, che si iscrissero numerosi alla Associazione dei Catechisti.
131 Con i parenti degli allievi e con le persone esterne, pur essendo grandemente riservato, era di una caritatevole affabilità che impressionava, che restava indimenticabile nella memoria, e che veniva citata anche a distanza di tempo, come un saggio di godimento celestiale.
132 In Comunità alimentava l'allegria serena e cordiale in tutte le maniere.
Voleva che tutti godessero di essere Fratelli, e si sentissero cordialmente uniti in lieta famiglia.
Persone esterne, presenti all'arrivo di nuovi Fratelli in Comunità, riferirono con ammirazione la edificazione avuta dalla cordialità del ricevimento, dalla affettuosità dell'abbraccio fraterno, e dalle caritatevoli premure, come un saggio della pace e della vera letizia delle Comunità religiose ferventi.
133 Coltivava con istruzioni appropriate i giovanetti che si dimostravano più sensibili all'azione della grazia, e presentava ad essi le vie della santificazione e li guidava in esse.
134 Seppe ridestare tra i giovani dell'Unione Catechisti lo spirito delle prime comunità cristiane.
Diceva cose semplici, ma in un modo del tutto fuori del normale, perché la sua straordinaria intimità con Dio rendeva palese in lui la presenza del Signore.
134 bis Aveva un santo rispetto per i ragazzi e per i giovani, e, come il suo Santo Fondatore, li trattava come templi viventi di Dio.
La considerazione della divina grazia operante in ciascun giovane lo conduceva ad educarli con il massimo disinteresse, in un perfetto spirito di libertà cristiana, e gli ispirava grande fiducia nella loro collaborazione, così che li consultava ad ogni occasione, affidava loro mansioni delicatissime e, da ultimo, anche il governo totale delle opere da lui fondate o avviate.
135 Organizzò e conservò fedelmente la Gara di Religione tra le classi delle Scuole della R.O.M.I. per il desiderio che aveva che tutti fossero bene istruiti in Religione, e seppe suscitare una efficace emulazione tra allievi e Fratelli per lo studio del Catechismo.
136 Fondò l'Unione dei Catechisti del SS.mo Crocifisso e di Maria SS.ma Immacolata per fornire Catechisti alle Parrocchie e alle Scuole Operaie e contribuire in tal modo a salvare tante anime.
137 Era rispettoso e deferentissimo con i Fratelli più giovani, suoi inferiori, palesando che vedeva sempre Dio in essi.
Ebbe attenzioni delicate e prudenti preveggenze, che salvarono la vocazione a parecchi.
138 Avvertiva i suoi Confratelli di qualche loro difetto con tanta carità e umiltà, che induceva a ricevere volentieri l'avviso e a impegnarsi per la correzione.
139 Si interessò delle scuole serali in favore degli operai, e favorì tutta le iniziative dei Catechisti in questo campo, perché considerava la classe operaia un membro del corpo mistico di Gesù, bisognoso di comprensione e di dedizione totale, e perché ne riconosceva la futura influenza nella società.
Formare gli operai lo considerò dovere urgente di carità.
139 bis Superando le critiche di coloro che avevano una visione troppo umana ed economica delle cose, e mostrandosi acuto conoscitore delle esigenze dei tempi, insistette sempre decisamente sulla assoluta gratuità dell'insegnamento alla Casa di Carità, riconoscendo tale norma come condizione della divina benedizione, come gli veniva suggerito dal suo grande spirito di fede.
140 In tutta la vita, ma soprattutto negli ultimi anni, la sua sola presenza era una predicazione continua ed efficace.
L'aspetto sereno, fedele espressione della sua santa anima, diceva a tutti che era uomo di Dio, e grandi e piccoli, lo conoscessero o no, nel vederlo erano edificati e constatavano che la virtù ha il suo salutare influsso anche sul temperamento, sui modi di fare, sulla stessa espressione fisica.
Il suo sguardo aveva una limpidezza, una purezza ed una espressione cos' profonda e intima, che rifletteva la bellezza dell'anima.
Se le prime parole ispiravano profondo rispetto, le seguenti diventavano cos' affabili che guadagnavano l'animo, rivelando il puro zelo da cui erano dettate.
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