L'ideale cristiano e religioso |
3 - In definitiva, le risorse che noi possiamo trovare nella nostra volontà, consistono nel potere (senza dubbio indebolito dal peccato e dall'educazione, ma certo e reale) tendere verso il nostro fine ultimo.
Consistono poi nella possibilità che è lasciata alla volontà di rifarsi, di progressivamente riformarsi, di riconquistare la padronanza totale di se medesima.
A tale scopo ha due cose da fare: sfruttare la propria forza e servirsi di tutte le altre facoltà.
Deve prima di tutto mettere in valore la sua propria energia, cominciare col volere degli atti facili, cercare di volerli fortemente e a diverse riprese.
Occorre poi che chiami al proprio soccorso le altre facoltà.
A questo riguardo conviene convincersi dell'utilità, della bellezza, della necessità assoluta di agire.
Bisogna suggestionarsi col far rivivere ogni istante, e specie al momento dell'azione, i motivi che si hanno di agire.
Occorre allontanare l'idea di impotenza che vorrebbe dominare lo spirito e far concorrere a questo lavoro l'immaginazione col farle raffigurare con seducenti colori la bellezza, la nobiltà dell'atto da porre.
Allora la volontà avanza, chiedendo a se stessa uno sforzo sempre maggiore.
Così si rifà il volere e si riacquista il dominio che la disattenzione o la fiacchezza gli avevano strappato.
Questo è un lavoro lungo ma possibile.
Gli esempi della rieducazione completa della volontà sono numerosi: le forze poste da Dio nella nostra natura umana sono prodigiose, tocca a noi farle servire per il nostro ideale.
La rieducazione professionale dei mutilati ci sia d'esempio e di stimolo.
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