L'ideale cristiano e religioso |
9 - Non dite che la riflessione continua, pacifica, non è fatta per voi, che il vostro spirito è troppo debole, troppo occupato per intraprendere e proseguire un tale lavoro.
Sarebbe così se, per riflessione, si dovesse intendere l'assoluto ripiegamento della intelligenza sopra se stessa per vivere delle sue proprie idee; ma la riflessione semplice, quella che tutti possono fare, non è difficile perché Dio ha messo a nostra disposizione ogni sorta di mezzi esterni per provocare e mantenere la meditazione.
La lettura attenta, pacifica e spesso ripresa di un libro che si preferisce, la preghiera vocale recitata lentamente con una dolce e continua attenzione, le funzioni del culto osservate con spirito di fede, i canti liturgici ascoltati o eseguiti con un'attenzione piena d'amore, la stessa conversazione sopra temi di pietà, a patto che non sia uno studio o una ostentazione, ma una spontanea espressione dei sentimenti dell'anima: ecco dei mezzi - e se ne possono trovare anche degli altri - molto adatti a sviluppare lo spirito di riflessione.
Importa solo di scegliere bene i propri libri e le compagnie che si frequentano.
Vogliamo cavare dalla nostra intelligenza tutti i frutti che racchiude?
Educhiamoci a una grande attenzione, impariamo a riflettere, diamoci, a tale scopo, alla meditazione, alla lettura riflessa, togliamo a quando a quando, qualche giorno alle nostre occupazioni per entrare nella solitudine del ritiro.
Poi facciamo rendere questo ricco capitale fissando abitualmente la nostra attenzione sopra una cosa sola, cioè la perfezione da conseguire, ossia il nostro ideale, e i mezzi opportuni per raggiungerlo, facciamo convergere verso questo ultimo fine i nostri pensieri, le nostre riflessioni, le nostre osservazioni, in una parola tutta la nostra vita interiore.
Scartiamo con cura tutte le idee inutili e soprattutto quelle pericolose, spezziamo con violenza la trama dei cattivi pensieri che ci potrebbero essere funesti.
Saturiamo così la capacità della nostra intelligenza con idee di perfezione.
Essendo l'intelligenza essenzialmente limitata, essa non presenterà più alla volontà che dei beni soprannaturali in armonia col suo ultimo fine e vi si attaccherà come per necessità.
Ecco il segreto della facilità e della quasi necessità con cui i Santi si volgono a Dio e alla propria perfezione.
Ecco, d'altro canto, la spiegazione di quella specie di fatalità che spinge sempre più avanti i peccatori nelle vie dell'abisso.
La ragione ultima della condotta degli uni e degli altri, stando nell'ordine naturale delle cose, sta nell'azione reciproca che esercitano sopra se stesse le nostre due facoltà razionali: la volontà e l'intelligenza.
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