L'ideale cristiano e religioso |
3 - Tutto il segreto di fortificare la nostra volontà e di farla energicamente tendere verso un fine, consiste nell'unire strettamente gli atti suoi all'idea.
Essa è potentissima sopra l'intelligenza.
Ma non basta pensare a un'azione da fare perché si faccia.
Bisogna unire gli atti all'idea per mezzo di una emozione perché la volontà eseguisca senza difficoltà la cosa proposta dall'intelligenza.
E non c'è in ciò nulla che sorprenda.
L'appetito sensibile è una facoltà organica, cioè una facoltà legata a un organo materiale.
Ora ogni materia - il corpo come tutto il resto - è regolata da leggi fisiche che fatalmente spingono la facoltà organica verso il proprio atto.
La pietra gettata in aria ricade ineluttabilmente perché subisce la legge dell'attrazione.
La passione a cui togliete il suo bene sensibile vi ritorna di continuo per la sua stessa natura.
Non c'è che una sola differenza: per portarsi verso il suo oggetto, la passione ha da essere sollecitata dalla conoscenza sensibile, dall'immaginazione.
Ora capita che questa immaginazione può essere, a sua volta, fortemente unita a un'idea dell'intelligenza.
Nessuno ignora che, in ogni idea, vi ha una parte di immaginazione, perché l'intelligenza attinge in questa facoltà l'oggetto che deve elaborare.
Così ogni idea si mescola con la sensazione.
La grande arte consisterà nell'impregnarla sempre più.
Perché?
Se l'idea è resa fortemente sensibile, se è potentemente incarnata, sarà indissolubilmente unita nella emozione.
Ora questa fatalmente segue la sua china e trascinerà così la volontà verso il suo atto.
Questo atto sarà buono se la volontà l'ha voluto.
È essa che ha unito l'intelligenza alle sensazioni e alle emozioni; ha scelto quelle che erano legittime e che la portavano verso il bene.
Una volta fatta l'unione essa non ha che a lasciarsi andare; arriverà rapidamente e piacevolmente al termine.
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