L'ideale cristiano e religioso |
Gesù mi trae seco nelle sue tenerezze filiali per il suo Padre.
Egli mi fa penetrare nel suo Cuore, m'avvolge coll'anima sua accesa d'amore, affinché in lui, con lui e per lui io ami il suo Padre che è mio Padre.
M'insegna ad adorarlo, a lodarlo, ad amarlo, a darmi come si dà lui stesso, a dir con lui:
« Eccomi, o Padre, io vengo per fare la tua volontà santa…
Nelle tue mani ripongo l'anima mia » ( Sal 29,8 - 30,8 ).
E Gesù prega il Padre di ammettermi nel mistero dell'amore dei Tre:
« Padre santo, io prego perché siano anch'essi una sola cosa in noi » ( Gv 17,21 ).
Il Padre mi trae seco nelle sue compiacenze infinite riguardo al suo Figliuolo.
« Non può alcuno venire da me - dice Gesù - se non lo attiri il Padre mio » ( Gv 6,44 ).
Gesù domanda e ottiene la mia partecipazione alla tenerezza ineffabile tra il Padre e il Figlio:
« Padre santo, la carità, con la quale amasti me, sia in loro, e io in essi » ( Gv 17,26 ).
Così condotto al Padre da Gesù e a Gesù dal Padre, trascinato nel loro mutuo amore, io sono nello Spirito Santo, Movimento eterno dell'amore del Padre e del Figliuolo.
« Padre santo, io prego per tutti quelli che credono in me: che siano tutti una cosa sola, come tu sei in me, o Padre, e io in te, che siano anch'essi una cosa sola in noi…
La gloria che tu… desti a me, io l'ho data ad essi, affinché siano una sola cosa, come una cosa sola siamo noi.
Io in essi, e tu in me: affinché siano consumati nell'unità; e affinché conosca il mondo che tu mi hai mandato, e hai amato essi come hai amato me » ( Gv 17,21-23 ).
Il Signore diceva alla B. Angela da Foligno: « Se alcuno vuol possedermi nell'anima sua, io non mi sottrarrò a lui.
Se alcuno vuol parlarmi, noi converseremo insieme con gioia immensa ».
Quello che S. Tommaso scriveva dell'unione per la grazia, si può dire tanto più dell'unione eucaristica:
« Essa è il principio della beatitudine eterna ».
Il Signore ci disse: « Chi mangia questo pane ha la vita eterna » ( Gv 6,52 ).
Ricevendo il medesimo Dio, i beati nel cielo e i cristiani sopra la terra hanno una medesima vita.
È vero, gli eletti posseggono Dio per la visione, mentre noi lo possediamo nella fede.
Ma la comunione, come la visione, ce lo dà immediatamente, completamente, senz'altro ostacolo che quello dei nostri peccati e della nostra tiepidezza.
Se la nostra fede fosse tanto viva da eliminare questa tiepidezza e disporre un largo posto, se il nostro amore avesse tanto ardore da rimuovere ogni ostacolo e preparare all'Ostia il ricevimento, che la purificazione del purgatorio prepara alla visione eterna, gli effetti sarebbero quasi i medesimi.
Saturi di vita eucaristica, i cristiani viatori sarebbero trasformati in Dio per la comunione, come gli eletti per la gloria.
Non sembra forse che Dio, preso da un'adorabile impazienza, non possa aspettare che per ciascuno di noi suoni l'ora dell'unione beata?
L'Amore ha premura di contrarre l'unione che non deve finire.
Egli si fa pane e si fa vino.
E ci dice:
Io sono il cibo delle anime grandi: mangia e cresci, perché tu non cambierai me in te, come il cibo del tuo corpo; ma sarai tu cambiato in me ( S. Agostino ).
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