Mezzi di perfezione

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Presenza d'immensità

La prima presenza, comune a tutte le anime, anzi che si realizza in tutte le cose è insegnata dalla risposta del catechismo: Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo: « Egli è l'Immenso ».

Questa prima presenza di Dio in tutte le cose si fonda sull'azione creatrice e conservatrice con cui Egli le fa esistere e le fa permanere nell'esistenza.

Dio solo è creatore: comunicare l'esistenza alle creature è opera riservata solamente a Lui.

E ciò non solo nel primo momento, ma anche nel loro permanere nell'esistenza: questa è l'effetto di un'opera divina continuata.

E siccome non vi è nulla di più intrinseco nelle cose che la loro stessa esistenza, proprio nell'intimo delle cose si esercita l'operazione divina con cui Dio le pone e le conserva nell'esistenza.

D'altra parte bisogna notare che Dio opera con la stessa sua essenza; non vi è in Lui, come in noi, distinzione tra facoltà ed essenza: nello stesso modo in cui Egli intende per la sua essenza, così Egli opera anche esternamente per questa stessa sua essenza: dunque la stessa essenza di Dio direttamente produce l'esistenza delle cose.

Siccome infine l'esistenza delle cose è un effetto immediato di Dio, appunto perché egli solo può creare e che l'attività congiunge immediatamente l'effetto con la causa immediata, bisogna concludere che l'essenza divina, produttrice immediata e diretta dell'esistenza di tutte le cose stia intimamente congiunta con esse tutte, così da stare proprio dentro di esse.

Nessuna cosa può esistere senza che sia congiunta con Dio operante, che in essa immediatamente e col suo proprio essere produce l'esistenza e la conservazione: Dio è in tutte le cose per essenza.

La formula usata dai teologi nella spiegazione della presenza d'immensità, dice che Dio è in tutte le cose « per essenza, per presenza, per potenza ».

Quanto si è detto sopra può far capire come Dio sia in tutte le cose « per essenza », in quanto la stessa sua essenza produce la loro esistenza.

Ma appunto perché tutte le cose dipendono dalla sua attività creatrice, la quale è un'attività « intelligente » ne segue necessariamente che tutte le cose con tutte le loro operazioni, alle quali Dio necessariamente concorre per farle esistere, sono da Lui conosciute.

Come noi diciamo presenti le cose che cadono sotto il nostro sguardo, bisogna dire che a Dio sono presenti tutte le cose e che Egli le conosce tutte in ogni momento e in ogni operazione.

Questo appunto vuol dire l'espressione: esser Dio in tutte le cose con la sua « presenza » in quanto che nulla è nascosto, ma tutto è nudo e aperto al suo sguardo.

( Vedi S. Tommaso d'Aquino, Somma Teologica P.I., q. 8, a. 3 ).

Infine, la condizione stessa di creatura per cui dipendiamo da Dio nell'esistenza continuata e sviluppata dalle nostre attività vitali, le quali non esistono se non dipendentemente da Dio, fa che siamo fino in fondo soggetti alla sua potenza che si esercita fin sull'ultima briciola dell'essere e della vita nostra.

Perciò si dice che Dio è in noi anche con la sua « potenza ».

La presenza di Dio in noi, ossia la sua congiunzione o unione con noi è veramente intima: unisce la sua essenza a noi col vincolo della causalità che ci rende da Lui totalmente dipendenti, tributari della sua potenza e penetrati fino in fondo dallo sguardo della sua onniscienza creatrice.

No, noi non siamo lontani da Dio: siamo presenti a Lui ed Egli è realmente in noi.

È già una grande gioia per noi poter pensare che il nostro Creatore ci è così intimamente presente e se le nostre relazioni con lui avessero dovuto rimanere confinate alle relazioni tra creatura e Creatore, tale presenza avrebbe potuto anche bastare.

Non è più così però dal momento che Dio ci ha destinati a giungere, mediante una preparazione da effettuarsi quaggiù, ad una vita di eterno consorzio con Lui, rivelandosi perciò a noi come nostro Padre e innalzandoci alla dignità di figli adottivi.

Una vita soprannaturale che sviluppandosi gradualmente, deve condurre le anime nostre all'intimità assoluta della visione e dell'amore beatifico, sembra che richieda un nuovo modo di presenza di Dio in noi, che ci metta a vitale contatto con Lui.

Provvede a questo la vita della grazia con la quale va congiunta la speciale presenza di Dio in noi eletta dai teologi inabitazione di Dio nell'anima del giusto.

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