Summa Teologica - I |
II-II,q. 2, aa. 3, 4; 1 Sent., Prol., a. 1; 1 Cont. Gent., cc 4,5; De Verit., q. 14, a. 10.
Pare che oltre alle discipline filosofiche non sia necessario ammettere un'altra scienza.
Infatti:
1. L'uomo, ci avverte la Scrittura [ Sir 3,21 ], non si deve spingere verso ciò che supera la sua ragione: « Non cercare le cose troppo difficili per te ».
Ora, ciò che è di ordine razionale ci è dato sufficientemente dalle discipline filosofiche.
Conseguentemente non vi è posto per un'altra scienza.
2. Non vi è scienza che non tratti dell'ente: infatti non si conosce altro che il vero, il quale coincide con l'ente.
Ora, la filosofia tratta di ogni ente e anche di Dio, tanto che una parte della filosofia viene denominata teologia, ossia scienza divina, come dice Aristotele [ Met. 6,1 ].
Quindi non è necessario ammettere un'altra scienza all'infuori delle discipline filosofiche.
In contrario: Nell'epistola a Timoteo [ 2 Tm 3,16 ] leggiamo: « Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere, formare alla giustizia ».
Ora, la Scrittura divinamente ispirata non rientra nelle discipline filosofiche, che sono un ritrovato della ragione umana.
Di qui l'utilità di un'altra dottrina di ispirazione divina, oltre alle discipline filosofiche.
Era necessario per la salvezza dell'uomo che, oltre alle discipline filosofiche oggetto di indagine razionale, ci fosse un'altra dottrina procedente dalla divina rivelazione.
Prima di tutto perché l'uomo è ordinato a Dio come a un fine che supera la capacità della ragione, secondo il detto di Isaia [ Is 64,3 ]: « Occhio non vide, eccetto te, o Dio, che cosa hai preparato per coloro che ti amano ».
Ora, è necessario che gli uomini conoscano in precedenza questo loro fine, perché vi indirizzino le loro intenzioni e le loro azioni.
E così per la salvezza dell'uomo fu necessario che mediante la divina rivelazione gli fossero fatte conoscere cose superiori alla ragione umana.
Anzi, anche su ciò che intorno a Dio l'uomo può indagare con la ragione fu necessario che egli fosse ammaestrato dalla rivelazione divina, poiché una conoscenza razionale di Dio non sarebbe stata accessibile se non a pochi, dopo lungo tempo e non senza errori; eppure dalla conoscenza di tali verità dipende tutta la salvezza dell'uomo, che è riposta in Dio.
Quindi, per provvedere alla salvezza degli uomini in modo più conveniente e più certo, fu necessario che sulle realtà divine essi fossero istruiti per divina rivelazione.
Di qui la necessità, oltre alle discipline filosofiche oggetto dell'indagine razionale, di una dottrina avuta per divina rivelazione.
1. È vero che l'uomo non deve scrutare col semplice lume della ragione cose superiori alla sua intelligenza, ma se Dio gliele rivela deve accoglierle con fede.
Infatti nel medesimo punto della Scrittura si aggiunge: « Ti è stato mostrato più di quanto comprenda un'intelligenza umana ».
E precisamente in ciò consiste la dottrina sacra.
2. La diversità di principi o di punti di vista causa la diversità delle scienze.
Una stessa conclusione scientifica può dimostrarla infatti sia un astronomo che un fisico: p. es. la rotondità della terra; ma l'astronomo parte da criteri matematici, cioè fa astrazione dalle qualità della materia, mentre il fisico la dimostra tenendo conto della concretezza della materia.
Quindi nulla impedisce che degli oggetti di cui tratta la filosofia con la luce della ragione naturale tratti anche un'altra scienza che proceda alla luce della rivelazione.
E così la teologia che fa parte della dottrina sacra differisce secondo il genere dalla teologia che rientra nelle discipline filosofiche.
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