Summa Teologica - I |
I-II, q. 66, a. 5, ad 3; 1 Sent., Prol., a. 1; 2 Cont. Gent., c., c. 4
Pare che la dottrina sacra non sia superiore alle altre scienze.
1. La certezza di una scienza fa parte della sua dignità.
Ora le altre scienze, poggiando su principi indubitabili, si presentano come più certe della dottrina sacra i cui principi, cioè gli articoli di fede, sono suscettibili di dubbio.
Quindi le altre scienze sono ad essa superiori.
2. È proprio di una scienza inferiore mutuare da un'altra, come la musica dall'aritmetica.
Ora, la dottrina sacra prende qualcosa dalle discipline filosofiche, come nota S. Girolamo in una lettera a Magno [ Epist. 70 ]: « Gli antichi dottori hanno cosparso i loro libri di tanta dottrina e di tante massime dei filosofi che non sai che cosa più ammirare in essi, se l'erudizione profana o la scienza scritturale ».
Quindi la dottrina sacra è inferiore alle altre scienze.
Le altre scienze sono chiamate ancelle della teologia, secondo il detto dei Proverbi [ Pr 9,3 ]: « [ La sapienza ] mandò le sue ancelle a invitare alla cittadella ».
Questa scienza, essendo parimenti speculativa e pratica, sorpassa tutte le altre, sia speculative che pratiche.
Infatti fra le scienze speculative una è più degna dell'altra sia per la certezza, sia per l'eccellenza della materia.
Ora, questa scienza per tutti e due i motivi eccelle tra le speculative.
Quanto alla certezza, poiché mentre le altre scienze la derivano dal lume naturale della ragione umana che può errare, essa la trae dal lume della scienza di Dio, che non può ingannarsi.
Parimenti le supera per la dignità della materia, poiché si occupa prevalentemente di cose che per la loro sublimità trascendono la ragione, mentre le altre discipline trattano di cose accessibili alla ragione.
Tra le discipline pratiche poi è superiore quella che è ordinata a un fine più remoto, come la politica è superiore alla scienza o arte militare, poiché il bene dell'esercito è destinato a procurare il bene dello Stato.
Ora, il fine di questa scienza, in quanto è scienza pratica, è l'eterna beatitudine, alla quale sono diretti i fini di tutte le scienze pratiche.
Per cui sotto ogni aspetto si fa palese la sua superiorità.
1. Nulla impedisce che quanto di sua natura è più certo sia meno certo relativamente a noi, a motivo della debolezza della nostra mente la quale, al dire di Aristotele [ Met. 2,1 ], « dinanzi alle cose più evidenti della natura è come l'occhio della civetta davanti al sole ».
Quindi il dubitare di alcuni circa gli articoli di fede non deriva dall'incertezza della cosa in se stessa, ma dalla debolezza del nostro intelletto.
Eppure, nonostante ciò, una conoscenza minima che si possa avere delle realtà più alte è molto più desiderabile di una conoscenza certissima di quelle inferiori, come afferma il Filosofo [ De part. animal. 1,5 ].
2. La scienza sacra può ricevere qualcosa dalle discipline filosofiche non già perché ne abbia necessità, ma per meglio chiarire i suoi insegnamenti.
I suoi principi, infatti, non li prende da esse, ma immediatamente da Dio per rivelazione.
Quindi non mutua dalle altre scienze come se fossero superiori, ma si serve di esse come di inferiori e di ancelle: proprio come avviene nelle scienze dette architettoniche, che utilizzano le scienze inferiori, come fa la politica con l'arte militare.
E l'uso che la scienza sacra ne fa non è motivato dalla sua debolezza o insufficienza, ma unicamente dalla debolezza del nostro intelletto: esso infatti, dalle cose conosciute con il lume naturale della ragione ( da cui derivano le altre scienze ), viene condotto più facilmente, come per mano, alla conoscenza delle realtà soprannaturali insegnate da questa scienza.
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