Summa Teologica - I |
1 Sent., Prol., a. 3, qc. 1, 3; 2, Prol., princ.; 2 Cont. Gent., c. 4
Pare che questa dottrina non sia sapienza.
1. Nessuna dottrina che derivi dal di fuori i suoi principi è degna dell'appellativo di sapienza poiché, come dice Aristotele [ Met. 1,2 ], « è proprio del sapiente stabilire l'ordine, non subirlo ».
Ora, questa dottrina trae dal di fuori i suoi principi, come è chiaro da ciò che si è visto [ a. 2 ].
Quindi non è sapienza.
2. Alla sapienza tocca stabilire i principi delle altre scienze, per cui essa è considerata da Aristotele [ Ethic. 6,7 ] « come il capo » delle scienze.
Ma questa dottrina non stabilisce i principi delle altre scienze.
Quindi non è sapienza.
3. Questa dottrina si acquista con lo studio, mentre la sapienza si ha per infusione, tanto che da Isaia [ Is 11,2 ] è annoverata tra i sette doni dello Spirito Santo.
Essa non è dunque sapienza.
Nel Deuteronomio [ Dt 4,6 ] è detto della legge: « Sarà questa la vostra sapienza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli ».
Questa dottrina, fra tutte le sapienze umane, è sapienza in sommo grado, e non già in un solo genere, ma in modo assoluto.
Siccome infatti spetta al sapiente ordinare e giudicare, e d'altra parte si giudicano le cose ricorrendo alle loro cause superiori, sarà sapiente in un dato genere colui che considera le cause supreme di quel genere.
Come in fatto di edifici colui che dà il disegno della casa è il sapiente, e prende il nome di architetto in confronto agli operai sottoposti, che piallano il legname e preparano le pietre.
Per cui S. Paolo [ 1 Cor 3,10 ] dice: « Come sapiente architetto ho posto il fondamento ».
Parimenti, rispetto al complesso della vita umana, sapiente è l'uomo prudente che indirizza tutti gli atti umani al debito fine.
Da cui il detto [ Pr 10,23Vg ]: « La sapienza è prudenza per l'uomo ».
Colui dunque che considera la causa suprema dell'universo, che è Dio, è il sapiente per eccellenza: per cui, al dire di S. Agostino [ De Trin. 12,14 ], la sapienza è conoscenza delle realtà divine.
La dottrina sacra poi si occupa in modo sommamente proprio di Dio in quanto causa suprema, poiché non si limita a quanto se ne può conoscere attraverso le creature ( cosa che hanno fatto anche i filosofi, come dice l'Apostolo [ Rm 1,19 ]: « Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto » ), ma si estende anche a ciò che di se stesso egli solo conosce, e ad altri viene comunicato per rivelazione.
Quindi la dottrina sacra è detta sapienza in sommo grado.
1. La dottrina sacra non mutua i suoi principi da alcuna scienza umana, ma dalla scienza divina, dalla quale, come da somma sapienza, è regolata ogni nostra conoscenza.
2. I principi delle altre scienze o sono evidenti e indimostrabili, o sono provati razionalmente da una scienza superiore.
Ora, la conoscenza propria di questa scienza si ha per rivelazione, non già per ragionamento naturale; per cui non spetta ad essa dimostrare i principi delle altre scienze, ma solo giudicarli: infatti tutto ciò che in quelle scienze si trova in contrasto con la verità di questa scienza è condannato come falso, secondo il detto di S. Paolo [ 2 Cor 10,4s ]: « Noi distruggeremo i [ falsi ] ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio ».
3. Siccome il giudicare spetta al sapiente, un duplice modo di giudicare dà luogo a una duplice sapienza.
Accade infatti che uno giudichi per inclinazione, come fa l'uomo virtuoso il quale, essendo disposto ad agire bene, giudica rettamente di ciò che la virtù richiede: per cui anche Aristotele [ Ethic. 10,5 ] dice che il virtuoso è misura e regola degli atti umani.
L'altro modo di giudicare è invece quello che si ha per via di scienza: come uno bene istruito nella scienza morale potrebbe giudicare degli atti di virtù anche senza avere la virtù.
La prima maniera dunque di giudicare delle cose divine appartiene alla sapienza dono dello Spirito Santo, secondo le parole di S. Paolo [ 1 Cor 2,15 ]: « L'uomo spirituale giudica ogni cosa », e di Dionigi [ De div. nom. 2,9 ]: « Ieroteo è sapiente non solo perché studia il divino, ma anche perché lo sperimenta in sé ».
La seconda maniera di giudicare appartiene invece alla dottrina sacra in quanto frutto di studio, sebbene i suoi principi provengano dalla rivelazione.
Indice |