Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 38, q. 1, a. 4; In 3 Sent., d. 14, q. 1, a. 2, sol. 2; C. G., I, c. 66; De Verit., q. 2, a. 8
Pare che Dio non abbia la scienza delle cose che non sono.
1. La scienza di Dio non può essere che del vero.
Ma il vero e l'ente si identificano.
Quindi la scienza di Dio non è delle cose che non sono.
2. La scienza richiede una perfetta somiglianza tra il soggetto conoscente e la cosa conosciuta.
Ora, ciò che non è non può avere somiglianza alcuna con Dio, il quale è l'essere stesso.
Quindi le cose che non sono non possono essere conosciute da Dio.
3. La scienza di Dio è causa delle cose che Dio conosce.
Ma il non essere non può avere causa.
Quindi Dio non ha la scienza del non essere.
L'Apostolo [ Rm 4,17 ] dice: « Egli chiama le cose che non sono come quelle che sono ».
Dio conosce tutte le cose che sono, in qualunque modo siano.
Ora, nulla impedisce che quanto in senso pieno e assoluto non esiste, in qualche modo esista.
Esistono in senso pieno e assoluto le cose che hanno esistenza attuale; quelle invece che non hanno esistenza attuale sono in potenza, o di Dio medesimo o delle creature: sia che si tratti di potenza attiva o di potenza passiva, sia che si tratti della possibilità di pensarle, di immaginarle o di esprimerle in qualunque modo.
Qualunque cosa dunque possa essere fatta, o pensata, o detta dalle creature, e anche tutto ciò che può fare egli stesso, tutto Dio conosce, anche se non esiste attualmente.
E per questo si può dire che Dio ha la scienza anche delle cose che non esistono.
Però tra le cose che non esistono in atto bisogna notare una certa diversità.
Alcune di esse, sebbene non siano in atto ora, però lo furono o lo saranno: e tali cose si dice che Dio le conosce con la scienza di visione.
Poiché - dato che l'intellezione di Dio, che si identifica con il suo essere, è misurata dall'eternità, che senza successione comprende tutto il tempo - lo sguardo di Dio si porta su tutti i tempi e su tutte le realtà esistenti in qualsiasi momento del tempo come su oggetti posti alla sua presenza.
- Ve ne sono invece altre, che sono nella potenza o di Dio o della creatura, che tuttavia né esistono, né esisteranno, né mai sono esistite.
E rispetto a queste non si dice che Dio ha la scienza di visione, ma quella di semplice intelligenza.
E ci si esprime così perché le cose che noi uomini vediamo hanno un essere fuori del soggetto conoscente.
1. Le cose che non sono in atto hanno una loro verità in quanto esistono potenzialmente: è vero infatti che sono in potenza.
E così sono conosciute da Dio.
2. Essendo Dio l'essere stesso, in tanto una cosa è in quanto partecipa della somiglianza con Dio: come una cosa è calda in quanto partecipa del calore.
E così le cose che esistono anche solo in potenza, benché non siano in atto, sono conosciute da Dio.
3. La scienza di Dio è causa delle cose in quanto è connessa con la sua volontà.
Quindi non è necessario che tutto ciò che Dio conosce esista, o sia esistito, o sia per esistere, ma solo ciò che vuole o che permette che esista.
E per di più non è nella scienza di Dio che ciò esista, ma che possa esistere.
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