Summa Teologica - I |
C. G., I, c. 85; II, cc. 29, 30; De Verit., q. 23, a. 5; De Malo, q. 16, a. 7, ad 15; Quodl., 11, q. 3; 12, q. 3, ad 1; In 1 Periherm., lect. 14
Pare che la volontà di Dio renda necessarie le cose volute.
1. Dice S. Agostino [ Enchir. 103 ]: « Nessuno si salva all'infuori di colui che Dio vuole salvo.
Quindi bisogna pregare che lo voglia, perché se lo vuole, è necessario che ciò avvenga ».
2. Ogni causa che non può essere impedita produce necessariamente il suo effetto: infatti anche la natura, come dice Aristotele [ Phys. 2,8 ], se nulla la ostacola, produce sempre il medesimo effetto.
Ma la volontà di Dio non può essere impedita, dicendo l'Apostolo [ Rm 9,19 ]: « Chi può resistere al suo volere? ».
Quindi la volontà di Dio rende necessarie le cose volute.
3. Ciò che trae la propria necessità da certi presupposti è assolutamente necessario: come per l'animale è necessario morire, essendo esso composto di elementi in contrasto.
Ma gli esseri che Dio ha creato dicono ordine alla volontà divina come a qualcosa di antecedente da cui traggono la propria necessità: infatti la condizionale se Dio vuole una cosa, questa esiste è vera, e d'altra parte ogni condizionale vera è necessaria.
Ne segue, dunque, che tutto ciò che Dio vuole è assolutamente necessario.
Tutto il bene che si compie, Dio vuole che si compia.
Se dunque la sua volontà rendesse necessarie le cose volute, ne seguirebbe che tutto il bene accadrebbe necessariamente, e così verrebbe distrutto il libero arbitrio, la deliberazione volontaria e tutte le altre cose di questo genere.
La volontà divina rende necessarie alcune tra le cose che vuole, ma non tutte.
Ora, alcuni hanno voluto trovare la ragione di ciò nelle cause intermedie: [ e affermano ] che le cose che Dio produce mediante cause necessarie sono necessarie, quelle invece che produce mediante cause contingenti sono contingenti.
- Tale spiegazione però è insufficiente, per due motivi.
Primo, perché l'effetto di una causa anteriore viene reso contingente da una causa seconda in quanto l'effetto di quella è frustrato dalla deficienza di questa: come la virtù del sole può diventare inefficace per un difetto della pianta.
Ora, nessuna deficienza di una causa seconda può far sì che la volontà di Dio non produca il suo effetto.
- Secondo, perché se la distinzione tra necessario e contingente venisse attribuita soltanto alle cause seconde, ne verrebbe che questa distinzione sarebbe estranea all'intenzione e alla volontà di Dio: il che è assurdo.
E allora con maggior ragione si deve affermare che ciò avviene per l'efficacia della volontà divina.
Quando infatti una causa è efficace nel suo operare, l'effetto non solo la segue quanto al risultato materiale, ma anche ne riproduce il modo nell'operare e nell'essere: infatti dipende dall'inefficacia della virtù attiva del seme se un figlio nasce non somigliante al padre nelle qualità accidentali, che ne costituiscono il modo di essere.
Poiché dunque la volontà divina è efficacissima, ne segue non solo che si compiano le cose che essa vuole, ma anche che si effettuino nel modo da essa voluto.
Ora, Dio vuole che alcune cose si producano necessariamente e altre in maniera contingente, affinché vi sia nelle cose un ordine per la perfezione dell'universo.
Quindi ha dato ad alcuni effetti delle cause necessarie, che non possono incontrare ostacoli e dalle quali gli effetti provengono di necessità; ad altri invece ha dato delle cause contingenti defettibili, dalle quali gli effetti procedono in maniera contingente.
Non è vero quindi che gli effetti voluti da Dio sono contingenti perché sono contingenti le loro cause prossime, ma al contrario Dio ha predisposto loro delle cause contingenti perché voleva che essi avvenissero in modo contingente.
1. L'affermazione di S. Agostino va riferita alla necessità non assoluta, bensì condizionata, delle cose volute da Dio: occorre infatti che sia vera questa condizionale: Se Dio vuole la tal cosa, è necessario che la tal cosa sia.
2. Dal fatto che nulla resiste alla volontà divina segue che non solo avvengano le cose che Dio vuole, ma che avvengano in maniera contingente o necessaria così come egli vuole.
3. Ciò che deriva trae la propria necessità dai suoi presupposti seguendone il modo.
Quindi le cose che derivano dalla volontà divina hanno quella necessità che Dio vuole che esse abbiano, cioè o assoluta o soltanto condizionata.
E così non tutte le cose sono necessarie in modo assoluto.
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