Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 41, q. 1, a. 2; De Verit., q. 6, a. 2; In Rom., c. 9, lect. 2
Pare che i predestinati non siano eletti da Dio.
1. Dionigi [ De div. nom. 4 ] dice che Dio diffonde la sua bontà come il sole spande la sua luce su tutti i corpi, senza scelta.
Ma la bontà di Dio viene comunicata soprattutto ad alcuni con la partecipazione della grazia e della gloria.
Quindi Dio senza scelta [ o elezione ] dà la grazia e la gloria.
E questo è il compito della predestinazione.
2. L'elezione riguarda cose esistenti mentre la predestinazione, che risale all'eternità, concerne anche esseri che non esistono.
Quindi alcuni sono predestinati senza elezione.
3. L'elezione indica una certa discriminazione mentre Dio, al dire di S. Paolo [ 1 Tm 2,4 ], « vuole che tutti gli uomini siano salvati ».
Quindi la predestinazione, che preordina gli uomini alla salvezza, avviene senza elezione.
S. Paolo [ Ef 1,4 ] afferma: « In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo ».
La predestinazione concettualmente presuppone l'elezione, e questa presuppone l'amore.
E la ragione di ciò è che la predestinazione, come è stato detto [ a. 1 ], è parte della provvidenza.
La provvidenza poi, come anche la prudenza, è il piano esistente nell'intelletto che dispone la destinazione di alcuni esseri al fine, come si è detto sopra [ q. 22, a. 1 ].
Ora, non si comanda la destinazione di un qualcosa al fine se non precede la volizione del fine.
Per cui la predestinazione di alcuni alla salvezza eterna presuppone, logicamente, che Dio voglia la loro salvezza.
Ora, questa volontà comprende l'elezione e l'amore.
L'amore in quanto Dio vuole ad essi il bene che è la salvezza eterna poiché, come si è detto altrove [ q. 20, aa. 2,3 ], amare significa volere del bene a qualcuno; l'elezione invece in quanto [ Dio ] vuole tale bene ad alcuni a preferenza di altri, dato che alcuni li riprova, come sopra si è detto [ a. prec. ].
Però l'elezione e l'amore in Dio hanno una disposizione diversa che in noi: poiché in noi la volontà amando non crea il bene, ma piuttosto dal bene che già esiste siamo incitati ad amare.
E perciò scegliamo uno per amarlo, e quindi in noi l'elezione precede l'amore.
In Dio invece è il contrario.
Infatti la sua volontà, con la quale amando vuole a qualcuno un bene, è causa del fatto che questo bene sia posseduto da costui a preferenza di altri.
E così è evidente che l'amore è logicamente presupposto all'elezione, e l'elezione alla predestinazione.
Per conseguenza tutti i predestinati sono amati ed eletti.
1. Se si considera genericamente l'effusione della bontà divina, Dio comunica la sua bontà senza elezione, poiché non vi è un essere che non partecipi qualcosa della sua bontà, come si è già detto [ q. 6, a. 4 ].
Se invece si considera il dono di questo o di quel bene in particolare, allora Dio non distribuisce senza elezione, poiché dà a certuni dei beni che non dà ad altri.
E così nel conferimento della grazia e della gloria interviene l'elezione.
2. Quando la volontà di colui che sceglie è portata a eleggere secondo il bene preesistente nell'oggetto, allora l'elezione verte necessariamente su cose già esistenti, come avviene nella nostra scelta.
Ma in Dio la cosa è diversa, come si è detto [ nel corpo; q. 20, a. 2 ].
Quindi, come osserva S. Agostino [ Serm. 26,4 ], « sono eletti da Dio coloro che ancora non esistono, eppure chi elegge non sbaglia ».
3. Come già abbiamo spiegato [ q. 19, a. 6 ], Dio vuole che tutti gli uomini si salvino con la volontà antecedente, che è un volere non assoluto, ma condizionato, e non invece con la volontà conseguente, che è un volere assoluto.
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