Summa Teologica - I

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Articolo 8 - Se la predestinazione possa essere aiutata dalle preghiere dei santi

In 1 Sent., d. 41, q. 1, a. 4; In 3 Sent., d. 17, q. 1, a. 3, sol. 1, ad 3; In 4 Sent., d. 45, q. 3, a. 3, ad 5; De Verit., q. 6, a. 6

Pare che la predestinazione non possa essere aiutata dalle preghiere dei santi.

Infatti:

1. Nulla di eterno è preceduto da qualcosa di temporaneo, e per conseguenza ciò che è temporaneo non può essere di aiuto a ciò che è eterno.

Ma la predestinazione è eterna.

Siccome dunque le preghiere dei santi si svolgono nel tempo, esse non possono giovare alla predestinazione di qualcuno.

Quindi la predestinazione non può essere facilitata dalle preghiere dei santi.

2. Come nessuno ha bisogno di consiglio se non per un difetto di conoscenza, così nessuno ha bisogno di aiuto se non per mancanza di forza.

Ma né l'una né l'altra cosa possono essere attribuite a Dio nell'atto di predestinare: infatti S. Paolo [ Rm 11,34 ] dice: « Chi aiutò lo Spirito del Signore? O chi fu suo consigliere? ».

Quindi la predestinazione non è aiutata dalle preghiere dei santi.

3. Essere aiutati ed essere impediti sono sullo stesso piano.

Ma la predestinazione non può essere impedita da nessuno.

Quindi non può essere nemmeno aiutata.

In contrario:

Dice la Scrittura [ Gen 25,21 ]: « Isacco supplicò il Signore per sua moglie, e [ il Signore ] diede a Rebecca di concepire ».

Ora, da quel concepimento nacque Giacobbe, il quale fu predestinato.

Ma tale predestinazione non si sarebbe avverata se Giacobbe non fosse nato.

Quindi la predestinazione si giova delle preghiere dei santi.

Dimostrazione:

Su questo problema vi furono diversi errori.

Alcuni, considerando l'infallibilità della predestinazione divina, affermarono che le preghiere sono superflue, e così pure qualunque altra cosa fatta per conseguire la salvezza eterna, perché sia che ciò venga fatto sia che ciò non venga fatto i predestinati la conseguono e i reprobi non la conseguono.

- Ma contro questa opinione stanno tutti gli ammonimenti della Sacra Scrittura, come pure gli incitamenti alla preghiera e alle altre opere buone.

Altri hanno invece sostenuto che con la preghiera si può mutare la divina predestinazione.

E questa si dice che fosse l'opinione degli Egiziani, i quali ritenevano che con i sacrifici e le preghiere si potessero impedire le disposizioni divine, che essi chiamavano fato.

- Ma anche questa opinione è in contrasto con la Sacra Scrittura.

Infatti si legge [ 1 Sam 15,29 ]: « Il trionfatore di Israele non perdonerà e non si pentirà ».

E S. Paolo [ Rm 11,29 ] afferma: « I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili ».

Quindi dobbiamo ragionare diversamente, dato che nella predestinazione ci sono da considerare due elementi: il disegno divino e il suo effetto.

Quanto dunque al primo elemento, in nessuna maniera la predestinazione può ricevere aiuto dalle preghiere dei santi: poiché non potrà mai avvenire che uno sia predestinato per le preghiere dei santi.

Quanto invece al secondo elemento si può dire che la predestinazione è aiutata dalle preghiere dei santi e dalle altre opere buone: la provvidenza infatti, di cui la predestinazione è una parte, non elimina le cause seconde, ma dispone gli effetti in maniera che anche l'ordine delle cause seconde sia compreso sotto di essa.

Come dunque è stato provveduto agli effetti naturali preordinando ad essi anche le rispettive cause naturali, senza di cui tali effetti non sarebbero prodotti, così è stata predestinata da Dio la salvezza di un singolo in maniera che entro l'ordine della predestinazione venga compreso anche tutto ciò che porta l'uomo alla salvezza, come le sue proprie preghiere o quelle degli altri, le opere buone o qualunque altra cosa del genere, senza di cui nessuno consegue la salvezza.

Quindi i predestinati devono sforzarsi di agire e di pregare bene, poiché con questi mezzi l'effetto della predestinazione si compie con certezza.

Per cui sta scritto [ 2 Pt 1,10 ]: « Cercate di rendere sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione per mezzo delle buone opere ».

Analisi delle obiezioni:

1. Questa ragione vale a dimostrare che la predestinazione non si giova delle preghiere dei santi relativamente al disegno divino [ della predestinazione ].

2. In due sensi si dice che uno è aiutato da un altro.

Primo, in quanto riceve da esso la forza: ed essere aiutato così è proprio di chi è debole, e quindi non può essere attribuito a Dio.

E in questo senso vanno intese le parole: « Chi aiutò lo Spirito del Signore? ».

Secondo, si dice che uno è aiutato da un altro quando si serve di lui per compiere l'opera propria, come un padrone fa uso del suo servitore.

Ora, Dio è aiutato da noi in questo modo, in quanto noi eseguiamo i suoi ordini, secondo le parole di S. Paolo [ 1 Cor 3,9 ]: « Noi siamo i cooperatori di Dio ».

E ciò non è per un difetto della potenza divina, ma perché Dio usa delle cause intermedie per conservare nelle cose la bellezza dell'ordine, e anche per comunicare alle creature la dignità di cause.

3. Le cause seconde non possono sottrarsi all'ordinamento della causa prima universale, come si è detto sopra [ q. 19, a. 6; q. 22, a. 2, ad 1 ], ma lo eseguono.

E così la predestinazione può essere aiutata, ma non impedita dalle creature.

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