Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se persona sia la stessa cosa che ipostasi, sussistenza ed essenza

In 1 Sent., d. 23, a. 1; De Pot., q. 9, a. 1

Pare che persona sia la stessa cosa che ipostasi, sussistenza ed essenza.

Infatti:

1. Boezio [ De duab. nat. 3 ] dice che « i Greci chiamarono ipostasi la sostanza individuale di natura razionale ».

Ma per noi anche il termine persona ha questo significato.

Quindi la persona è lo stesso che l'ipostasi.

2. Come diciamo che in Dio ci sono tre persone, così diciamo che ci sono tre sussistenze; ma non sarebbe così se persona e sussistenza non significassero la stessa cosa.

Quindi persona e sussistenza significano la stessa cosa.

3. Boezio [ In Cat. Arist., De subst. ] dice che usìa, equivalente a essenza, significa il composto di materia e forma.

Ora, ciò che è composto di materia e forma è l'individuo [ del genere ] sostanza, che è detto ipostasi o persona.

Quindi pare che tutti questi nomi significhino la stessa cosa.

In contrario:

1. Boezio afferma [ De duab. nat. 3 ] : « I generi e le specie sussistono soltanto, mentre gli individui non soltanto sussistono, ma anche sottostanno [ in funzione di suppositi ] ».

Ma da sussistere sono detti sussistenze, come da sottostare sostanze o ipostasi.

Siccome dunque essere ipostasi o persona non conviene ai generi e alle specie, l'ipostasi e la persona non si identificano con la sussistenza.

2. Inoltre Boezio [ In Cat. Arist., De subst. ] dice che l'ipostasi è la materia, la usìosis invece, cioè la sussistenza, la forma.

Ora, né la materia né la forma possono dirsi persona.

La persona perciò differisce dall'ipostasi e dalla sussistenza.

Dimostrazione:

Secondo il Filosofo [ Met. 5,8 ], il termine sostanza può essere preso in due sensi.

Primo, si dice sostanza la quiddità di una cosa espressa dalla definizione, come diciamo che la definizione esprime la sostanza della cosa: e questa sostanza, che i Greci dicono usìa, noi possiamo chiamarla essenza.

- Secondo, si dice sostanza il soggetto o supposito che sussiste nel genere [ o predicamento ] della sostanza.

E questa, presa in generale, può essere indicata con un nome che ne esprime la funzione logica, e allora viene detta soggetto o supposito.

La si designa poi anche con tre nomi che esprimono la realtà [ concreta ], e cioè res naturae, sussistenza e ipostasi, secondo tre diversi aspetti della sostanza presa in quest'ultimo senso.

In quanto cioè esiste in se stessa e non in un altro [ soggetto ] è detta sussistenza: infatti diciamo sussistenti quelle cose che sussistono in sé e non in altro.

In quanto invece fa da supposito a una natura presa nella sua universalità è detta res naturae: come quest'uomo è una res naturae della natura umana.

In quanto infine fa da supposito agli accidenti prende il nome di ipostasi o sostanza.

Quello poi che questi tre nomi significano universalmente per tutti i generi di sostanze, il termine persona lo significa nel genere delle sostanze razionali.

Analisi delle obiezioni:

1. Per i Greci ipostasi, secondo il significato proprio della parola, indica l'individuo di qualsiasi sostanza, ma secondo l'uso indica solo l'individuo di natura razionale, attesa l'eccellenza di questa natura.

2. Come noi diciamo al plurale che in Dio vi sono tre persone e tre sussistenze, così i Greci dicono che vi sono tre ipostasi.

Però siccome il nome di sostanza, che propriamente corrisponde a ipostasi, per noi è equivoco, dato che alcune volte significa l'essenza e altre volte l'ipostasi, per evitare il pericolo di errore si è preferito tradurre ipostasi col termine sussistenza, anziché con quello di sostanza.

3. L'essenza, propriamente, è ciò che viene espresso dalla definizione.

Ora, la definizione comprende i princìpi specifici, e non quelli individuali.

Quindi nelle cose composte di materia e di forma l'essenza non significa né la sola forma né la sola materia, ma il composto di materia e di forma comuni, in quanto sono princìpi della specie.

Invece il composto formato di questa materia e di questa forma ha natura di ipostasi e di persona.

Infatti l'anima, la carne e le ossa appartengono alla struttura dell'uomo, mentre questa anima, questa carne e queste ossa appartengono alla struttura [ propria ] di questo uomo.

Perciò l'ipostasi e la persona aggiungono all'essenza i princìpi individuali; e nei composti di materia e di forma non coincidono con l'essenza, come si è già detto sopra [ q. 3, a. 3 ] parlando della semplicità divina.

4. Boezio dice che i generi e le specie sussistono in quanto il sussistere appartiene ad alcuni individui per il fatto che sono racchiusi in generi o specie del predicamento sostanza, non già nel senso che sussistano le specie o i generi, a meno che non [ si parli ] secondo l'opinione di Platone [ Phaed. 48 s. ], il quale riteneva le specie delle cose come sussistenti, indipendentemente dai singolari.

Sottostare [ in funzione di supposito ] appartiene invece a questi medesimi individui in ordine agli accidenti, che sono fuori delle specie e dei generi.

5. L'individuo composto di materia e di forma ha dalla materia la proprietà di sottostare agli accidenti, per cui Boezio [ De Trin. 2 ] afferma: « Una forma semplice non può essere soggetto ».

Ma il sussistere di per sé [ un individuo ] lo ha dalla sua forma, che non sopravviene a una realtà già sussistente, ma dà l'essere attuale alla materia, in modo che l'individuo possa così sussistere.

Egli quindi attribuisce l'ipostasi alla materia e l'usìosis o sussistenza alla forma per il fatto che la materia è il principio del sottostare [ in funzione di supposito ], e la forma è il principio del sussistere.

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