Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 15, q. 4, a. 1; C. G., IV, c. 23
Pare che il Figlio non possa essere inviato in modo invisibile.
1. La missione di una Persona divina avviene attraverso i doni di grazia.
Ma tutti questi doni appartengono allo Spirito Santo, poiché sta scritto [ 1 Cor 12,11 ]: « Tutte queste cose è l'unico e medesimo Spirito che le produce ».
Quindi la missione invisibile non conviene che allo Spirito Santo.
2. La missione di una Persona divina avviene mediante il dono della grazia santificante.
Ma i doni che perfezionano l'intelletto non sono doni di grazia santificante, poiché si possono avere anche senza la carità, come dice S. Paolo [ 1 Cor 13,2 ]: « E se avessi il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla ».
Quindi, dato che il Figlio procede come Verbo mentale, pare che egli non debba essere inviato in modo invisibile.
3. La missione di una Persona divina, come si è spiegato sopra [ aa. 1,4 ], è una certa processione.
Ma la processione del Figlio è diversa da quella dello Spirito Santo.
Se quindi ambedue sono mandati, ne è diversa anche la missione.
E così o l'una o l'altra sarebbe superflua, dato che una sola è sufficiente per santificare le creature.
È detto della Sapienza divina [ Sap 9,10 ]: « Inviala dai tuoi cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso ».
Con la grazia santificante tutta la Trinità dimora nell'anima, secondo le parole [ Gv 14,23 ]: « Verremo a lui, e prenderemo dimora presso di lui ».
Ora, la missione di una Persona divina presso qualcuno mediante la grazia invisibile sta a indicare un nuovo modo di inabitazione della medesima, e la sua origine da un'altra Persona.
Quindi, siccome tanto al Figlio quanto allo Spirito Santo conviene di inabitare per grazia e di derivare da altri, tutti e due possono essere mandati invisibilmente.
Il Padre invece, sebbene possa anch'egli inabitare per grazia, tuttavia non può derivare da altri, e quindi neppure può essere mandato.
1. Tutti i doni, in quanto sono doni, sono attribuiti allo Spirito Santo, essendo egli in quanto Amore il primo dono, come si è detto [ q. 38, a. 2 ]; tuttavia alcuni doni, a motivo di quanto hanno di speciale, sono appropriati al Figlio, e sono quelli che riguardano l'intelletto.
E secondo tali doni si ha la missione del Figlio.
Per cui S. Agostino [ De Trin. 4,20.27 ] insegna che il Figlio « allora è mandato a ciascuno in modo invisibile, quando da ciascuno viene conosciuto e percepito ».
2. L'anima mediante la grazia diviene conforme a Dio.
Quindi, perché [ si possa dire che ] una Persona divina è inviata mediante la grazia a una creatura, è necessario che quest'ultima per qualche dono di grazia diventi simile alla Persona divina inviata.
Ora, poiché lo Spirito Santo è Amore, mediante il dono della carità l'anima diventa simile a lui: quindi secondo il dono della carità si ha la missione dello Spirito Santo.
Invece il Figlio è Verbo, ma non un verbo qualunque, bensì un verbo che spira l'Amore: per cui S. Agostino [ De Trin. 9,10.15 ] può affermare: « Il Verbo a cui intendiamo alludere è una conoscenza con amore ».
Dunque il Figlio non è inviato secondo un perfezionamento qualsiasi dell'intelletto, ma solo secondo un'istruzione dell'intelletto tale che esso prorompa nell'affetto dell'amore, come dice la Scrittura [ Gv 6,45 ]: « Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me »; e altrove [ Sal 39,4 ]: « Al ripensarci è divampato il fuoco ».
Per questo S. Agostino [ De Trin. 4,20.27 ] dichiara espressamente: « Il Figlio è mandato quando da qualcuno è conosciuto e percepito »; e qui percezione indica una certa conoscenza sperimentale.
E questa propriamente viene chiamata sapienza, quasi sapida scientia, [ ossia scienza gustosa ], come sta scritto [ Sir 6,22 ]: « La sapienza è come dice il suo nome ».
3. La missione, come si è detto sopra [ aa. 1,3 ], comporta l'origine della Persona inviata e la sua inabitazione mediante la grazia: se quindi parliamo delle missioni considerando le origini che esse implicano, allora la missione del Figlio si distingue da quella dello Spirito Santo come la generazione si distingue dalla spirazione.
Se invece consideriamo la produzione della grazia, allora le due missioni hanno in comune la stessa radice, che è la grazia, distinguendosi però quanto agli effetti della medesima, che sono rispettivamente l'illuminazione dell'intelletto e l'eccitazione degli affetti.
E così è evidente che l'una non può stare senza l'altra: poiché né l'una né l'altra missione può aver luogo senza la grazia santificante, né una Persona può separarsi dall'altra.
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