Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se creare sia produrre dal nulla

In 2 Sent., d. 1, q. 1, a. 2

Pare che creare non sia produrre dal nulla.

Infatti:

1. Insegna S. Agostino [ Contra adv. leg. et proph. 1,23 ]: « Fare si dice a proposito di ciò che assolutamente non esisteva, creare invece è costituire una cosa traendola da ciò che già esisteva ».

2. La nobiltà di un'azione o di un moto viene considerata in base ai rispettivi termini.

Ora, l'azione che va dal bene al bene, e da un ente a un altro ente, è più nobile di quella che dal nulla porta a qualcosa.

D'altra parte la creazione si presenta come l'azione più alta e fondamentale fra tutte le operazioni [ transitive ].

Quindi non può consistere [ nel passaggio ] dal nulla a qualcosa, ma piuttosto da un essere a un altro essere.

3. La preposizione ex [ di o da ] indica un rapporto di causa, e precisamente di causa materiale: come quando diciamo che una statua è fatta ex aere [ di bronzo ].

Ma il nulla non può essere materia di un ente, né causa di esso in qualsiasi altro modo.

Quindi creare non è fare qualcosa dal nulla.

In contrario:

La Glossa dice, a proposito del passo [ Gen 1,1 ]: «In principio Dio creò », che « creare è fare qualcosa dal nulla ».

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ q. 44, a. 2 ], non si deve considerare soltanto l'emanazione di un essere particolare da una causa determinata, ma anche l'emanazione di tutto l'essere dalla causa universale che è Dio: e questa emanazione la designamo col nome di creazione.

Ora, quanto procede secondo un'emanazione particolare non preesiste all'emanazione stessa: se p. es. un uomo viene generato, è segno che quell'uomo prima non esisteva, ma che è stato prodotto [ a partire ] da ciò che prima non era un uomo, come una cosa diventa bianca a partire da un soggetto che prima non era bianco.

Se quindi consideriamo l'emanazione di tutto l'essere universale dalla prima causa, è impossibile pensare che vi sia un ente presupposto a questa causalità.

Ora, il nulla è la stessa cosa che nessun ente.

Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che è il non-uomo, così la creazione, che è l'emanazione di tutto l'essere, inizia da quel non-ente che è il nulla.

Analisi delle obiezioni:

1. S. Agostino qui prende il termine creazione in senso improprio, usando il verbo creare per indicare che una cosa viene cambiata in meglio, come quando si dice che uno è creato vescovo.

Ma qui non parliamo di creazione in questo senso, bensì in quello indicato [ nel corpo ].

2. Le mutazioni ricevono natura e dignità non dal termine di partenza, ma da quello di arrivo.

Un moto perciò sarà tanto più perfetto e nobile quanto più nobile e alto è il termine verso cui tende; per quanto il termine di partenza, contrapposto a quello di arrivo, sia più imperfetto.

Così, p. es., la generazione di per sé è più nobile e più fondamentale dell'alterazione, per il fatto che la forma sostanziale è più che la forma accidentale: ciò nonostante la mancanza della forma sostanziale, che nella generazione è il termine di partenza, è qualcosa di più imperfetto del corrispondente termine di partenza dell'alterazione.

E così pure la creazione è un'operazione più perfetta e più alta della generazione e dell'alterazione, dato che il suo termine di arrivo è l'intera sostanza della cosa.

Ciò che invece è inteso come termine di partenza in realtà non esiste.

3. Quando si dice che una cosa è fatta dal nulla, la preposizione ex [ di o da ] sta a indicare non la causa materiale, ma la sola successione: come quando si dice che dalla mattina si va facendo mezzogiorno, cioè dopo la mattina viene il mezzogiorno.

Tuttavia si osservi che la preposizione da o include la negazione espressa nel termine nulla [ p. es.: dal non essere ], oppure viene a sua volta inclusa dalla negazione stessa [ p. es.: non da un essere ].

Nel primo caso dunque resta affermata la successione, e si esprime il suo ordine al non essere precedente.

Se invece la negazione include la preposizione, allora la successione viene trascurata, e l'espressione: è fatto dal nulla ha questo senso: non è fatto di [ o da ] qualcosa; come se uno dicesse: costui parla di nulla, perché non parla di qualcosa.

Ora, in tutti e due i modi è vero che creare è fare qualcosa dal nulla.

Ma nel primo caso la preposizione da indica successione, come si è detto; nel secondo invece indica la causa materiale, che viene negata.

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