Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se nell'angelo vi sia l'amore o dilezione naturale

In 3 Sent., d. 27, q. 1, a. 2

Pare che negli angeli non vi sia l'amore o dilezione naturale.

Infatti:

1. L'amore naturale, al dire di Dionigi [ De div. nom. 4 ], si distingue per opposizione a quello intellettuale.

Ma l'amore dell'angelo è intellettuale.

Quindi non è naturale.

2. Le cose che amano per amore naturale, più che compierla subiscono l'azione: nessuna cosa infatti ha il dominio sulla propria natura.

Gli angeli invece, più che subire l'azione, la compiono, poiché, come si è visto [ q. 59, a. 3 ], hanno il libero arbitrio.

Quindi negli angeli non c'è amore o dilezione naturale.

3. La dilezione o è retta o non è retta.

Ora, la dilezione retta appartiene alla carità, quella non retta all'iniquità.

Ma nessuna delle due appartiene alla natura, poiché la carità è sopra la natura, e l'iniquità è contro la natura.

Quindi negli angeli non c'è dilezione naturale.

In contrario:

La dilezione segue la conoscenza poiché, come dice S. Agostino [ De Trin. 10, cc. 1,2: cf. 8,4.6 ], non si ama se non ciò che si conosce.

Ma negli angeli vi è la conoscenza naturale.

Quindi vi è pure la dilezione naturale.

Dimostrazione:

È necessario ammettere negli angeli la dilezione naturale.

Per capire la cosa bisogna ricordare che quanto [ nozionalmente ] precede si ritrova sempre in ciò che segue.

Ma la natura precede l'intelletto, poiché la natura di ciascuna cosa è l'essenza della medesima.

Quindi ciò che appartiene alla natura deve trovarsi pure negli esseri dotati d'intelligenza.

Ora, tutte le nature hanno come comune proprietà un'inclinazione, che è precisamente l'appetito o amore naturale.

Tale inclinazione tuttavia si trova in maniere diverse nelle varie nature, in ciascuna secondo il suo modo di essere.

Quindi per gli esseri dotati d'intelligenza l'inclinazione naturale si produce nella volontà, per quelli dotati di senso nell'appetito sensitivo e per le nature prive di conoscenza secondo la sola propensione della natura stessa verso qualcosa.

Essendo quindi l'angelo un essere dotato d'intelligenza, è necessario ammettere nella sua volontà una dilezione naturale.

Analisi delle obiezioni:

1. L'amore intellettuale si distingue per opposizione a quell'amore naturale che è soltanto naturale, che appartiene [ cioè ] a una natura la quale, oltre alla propria essenza, non possiede la perfezione del sentire e dell'intendere.

2. Se si eccettua il primo agente, che muove senza essere mosso in alcun modo da altri, poiché in lui la natura e la volontà sono la stessa cosa, tutti gli altri esseri che si trovano nell'universo sono mossi da altri.

Quindi non ripugna che l'angelo subisca l'azione in quanto riceve dall'Autore della natura un'inclinazione naturale.

Tuttavia non subisce l'azione in modo tale da non agire egli stesso, essendo dotato di libera volontà.

3. Come la conoscenza naturale è sempre vera, così la dilezione naturale è sempre retta: poiché l'amore naturale non è altro che l'inclinazione impressa nella natura dall'Autore della natura.

Dire perciò che l'inclinazione naturale non è retta equivale a sminuire l'Autore della natura.

- Tuttavia la rettitudine della dilezione naturale è diversa dalla rettitudine della carità e della virtù, poiché l'una perfeziona l'altra: come è diversa la verità della conoscenza naturale dalla verità della conoscenza infusa o di quella acquisita.

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