Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se vi siano delle acque sopra il firmamento

In 2 Sent., d. 14, q. 1, a. 1; De Pot., q. 4, a. 1, ad 5; Quodl., 4, q. 2, a. 2

Pare che non vi siano delle acque sopra il firmamento.

Infatti:

1. L'acqua è pesante per natura.

Ora, il luogo naturale dell'oggetto pesante non è in alto, ma solo in basso.

Quindi sopra il firmamento non vi sono acque.

2. L'acqua è un elemento naturalmente fluido.

Ma i fluidi non possono restare sopra un corpo rotondo, come prova l'esperienza.

Essendo quindi il firmamento un corpo sferico, non può portare l'acqua sopra di sé.

3. Siccome l'acqua è uno degli elementi, essa dice ordine alla generazione dei corpi misti, come l'essere imperfetto dice ordine a quello perfetto.

Ora, non esiste sopra il firmamento un luogo adatto alla combinazione degli elementi, ma solo sulla terra.

Quindi l'acqua non avrebbe ragione di stare sopra il firmamento.

Ma nulla è senza ragione nelle opere di Dio.

Quindi non esistono acque sopra il firmamento.

In contrario:

Si dice nella Genesi [ Gen 1,7 ]: « Separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento ».

Dimostrazione:

S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,5.9 ] afferma che « l'autorità di questo racconto scritturale è superiore alla capacità di qualsivoglia ingegno umano.

Quindi, qualunque sia il modo e la specie delle acque che vi si trovano, non abbiamo il minimo dubbio che esse vi siano ».

Ora, sulla qualità di tali acque si hanno diversi pareri.

Origene [ In Gen. hom. 1 ] le dice sostanze spirituali: infatti sta scritto nei Salmi [ Sal 148,4s ]: « Lodatelo cieli dei cieli, voi acque al di sopra dei cieli »; e altrove [ Dn 3,60 ]: « Benedite acque tutte che siete sopra i cieli il Signore ».

- Risponde però S. Basilio che con queste parole non si vuol dire che le acque siano creature razionali ma che, « considerate con intelligenza da chi ha senno, portano alla glorificazione del Creatore ».

Tant'è vero che nello stesso luogo si usano le medesime espressioni per il fuoco, la grandine e simili creature, che evidentemente non sono dotate di ragione.

Dovremo dunque dire che quelle acque sono materiali.

Ma la loro natura va determinata in modo diverso a seconda delle opinioni diverse sul firmamento.

Se infatti per firmamento si intende quel cielo sidereo che si suppone abbia la natura dei quattro elementi, si potrà ritenere per lo stesso motivo che le acque sopra i cieli abbiano la stessa natura dell'elemento acqua.

Se invece per firmamento si intende quel cielo sidereo che non partecipa della natura dei quattro elementi, allora quelle acque che gli stanno sopra non avranno la natura delle altre acque.

E come, al dire di Strabone [ Glossa ord. ], un cielo viene chiamato empireo, cioè igneo, a causa del suo splendore, così l'altro cielo, che è sopra quello sidereo, verrà detto acqueo a causa della sua trasparenza.

- Inoltre, pure ammettendo che il firmamento sia di natura diversa da quella dei quattro elementi, si potrà ancora dire che separa le acque a condizione di intendere per acqua non la nostra acqua, ma la materia informe dei corpi, come pensa S. Agostino [ Contra Manich. 1,7.8 ].

Sotto questo punto di vista infatti tutto ciò che si trova tra i corpi separa le acque dalle acque.

Se però per firmamento si vuole intendere quella parte dell'aria nella quale si condensano le nubi, allora le acque che stanno sopra il firmamento sono quelle che, risolvendosi in vapori, si innalzano sopra una certa zona dell'aria e danno origine alle piogge.

- È infatti assolutamente insostenibile la teoria di alcuni, a cui accenna S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,4.7 ], secondo i quali i vapori delle acque si solleverebbero sopra il cielo stellato.

E ciò va escluso sia perché il cielo è solido, sia perché c'è di mezzo la regione del fuoco, che consumerebbe tali vapori, sia perché la zona a cui si portano i corpi leggeri e gassosi è situata dentro l'orbita della luna.

Si aggiunga poi che l'esperienza sensibile ci mostra che i vapori non raggiungono la vetta di certe montagne.

- Ed è pure vano parlare della rarefazione di un corpo fino all'infinito, basandosi sulla sua divisibilità infinita.

Il corpo fisico infatti non si divide e non si rarefà all'infinito, ma sino a un certo limite.

Analisi delle obiezioni:

1. Qualcuno risolve l'obiezione dicendo che le acque, sebbene siano pesanti per natura, sono tenute sopra i cieli per virtù divina.

- Ma S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,4.7 ] esclude questa soluzione, facendo osservare che « qui abbiamo da investigare come Dio creò le nature delle cose, non ciò che vuole fare in esse per la via miracolosa della sua potenza ».

Per cui diremo, stando alle due ultime sentenze intorno alle acque del firmamento, che la soluzione è evidente in base a quanto detto [ nel corpo ].

- Stando alla prima invece bisogna porre negli elementi un ordine che è diverso da quello di Aristotele [ De caelo 2,4 ], ritenendo cioè che una massa di acqua densa sia intorno alla terra e un'altra invece rarefatta intorno al cielo.

Quindi la prima dovrebbe comportarsi rispetto al cielo come la seconda rispetto alla terra.

- O si potrebbe anche supporre che la parola acqua significhi la materia dei corpi, come si è detto [ nel corpo ].

2. La Analisi è evidente stando alle due ultime opinioni.

Attenendosi invece alla prima sentenza, S. Basilio [ In Hexaem. hom. 3 ] presenta due risposte.

Primo, non è necessario che un corpo rotondo dalla parte concava lo sia anche dalla parte opposta come convesso.

- Secondo, le acque sopra i cieli non sono fluide, ma rassodate intorno al cielo, come ghiaccio solido.

Per cui alcuni le chiamano anche cielo cristallino.

3. Secondo la terza sentenza le acque si sarebbero sollevate come vapori sopra il firmamento, per procurare la pioggia.

- Per la seconda sentenza invece esse starebbero sopra il firmamento, che è tutto il cielo trasparente privo di stelle.

Il quale per alcuni sarebbe il primo mobile, che fa ruotare tutto il cielo col moto diurno, procurando così la continuità nella generazione [ dei corpi ]: come il cielo delle stelle produrrebbe le variazioni nella generazione e nella corruzione mediante il movimento dello Zodiaco, cioè con l'avvicinarsi e l'allontanarsi, e con le diverse virtù delle stelle.

- Stando invece alla prima sentenza, le acque si troverebbero [ sopra il firmamento ] per temperare il calore dei corpi celesti, come dice S. Basilio [ l. cit. ].

E alcuni autori, citati da S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,5.9 ], ne danno come segno il fatto che la stella di Saturno è freddissima, appunto per la sua vicinanza alle acque superiori.

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