Summa Teologica - I |
In 2 Sent., d. 19, q. 1, a. 1; In 4 Sent., d. 50, q. 1, a. 1; C. G., II, cc. 79 sqq.; Quodl., 10, q. 3, a. 2; De anima, a. 14; Comp. Theol., c. 84
Pare che l'anima umana sia corruttibile.
1. Gli esseri che hanno un uguale principio e un uguale processo devono avere uguale anche la fine.
Ora, uguale è il principio della generazione sia degli uomini che dei giumenti, essendo ambedue tratti dalla terra.
E così pure il processo vitale è analogo: poiché, come dice l'Ecclesiaste [ Qo 3,19 ], « c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie ».
Quindi, conclude, « la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa ».
Essendo dunque l'anima degli animali corruttibile, lo sarà anche quella dell'uomo.
2. Tutto ciò che viene dal nulla deve tornare al nulla, poiché la fine deve corrispondere al principio.
Ma sta scritto [ Sap 2,2Vg ] che « noi siamo nati dal nulla »: il che è vero non solo quanto al corpo, ma anche quanto all'anima.
Quindi anche rispetto all'anima la Scrittura [ Sap 2,2Vg ] conclude: « e dopo saremo come se non fossimo stati ».
3. Non esiste cosa alcuna senza una propria attività.
Ma l'attività dell'anima, che è l'intellezione mediante il fantasma, non può verificarsi senza il corpo: infatti l'anima non intende nulla senza il fantasma, e questo, d'altra parte, suppone il corpo, come insegna Aristotele [ De anima 1,1 ].
Quindi, distrutto il corpo, l'anima non può continuare a esistere.
Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che le anime umane hanno dalla bontà divina di essere « dotate di intelligenza » e di possedere « una sostanziale vita inesauribile ».
È necessario affermare che l'anima umana, cioè il principio intellettivo, è incorruttibile.
Infatti la corruzione di una cosa avviene in due modi: direttamente [ per se ] e indirettamente [ per accidens ].
Ora, non è possibile che un essere sussistente nasca o perisca in maniera indiretta, cioè in forza della generazione o della corruzione di un altro essere.
Infatti la generazione e la corruzione competono a una cosa nella stessa maniera in cui le compete l'essere, il quale è acquistato con la generazione ed è perduto con la corruzione.
Per conseguenza ciò che direttamente possiede l'essere non può soggiacere alla generazione e alla corruzione altro che direttamente; al contrario gli esseri non sussistenti, come gli accidenti e le forme materiali, si dice che nascono e periscono in seguito alla generazione e alla corruzione del composto [ in cui si trovano ].
Ora, abbiamo visto [ aa. 2,3 ] che le anime dei bruti non sono direttamente sussistenti, ma lo è soltanto l'anima umana.
Quindi le loro anime periscono con la distruzione del corpo, mentre l'anima umana non potrebbe perire se non mediante la propria diretta distruzione.
Ciò però è impossibile non solo per essa, ma per ogni ente sussistente che sia soltanto forma.
Infatti è chiaro che quanto direttamente [ per se ] compete a un essere, è da esso inseparabile.
Ora, l'essere compete direttamente alla forma, la quale è atto.
Per cui la materia acquista l'essere in atto acquistando la forma, e la corruzione si verifica in essa appunto perché la forma viene a separarsi da essa.
Ora, è impossibile che una forma si separi da se stessa.
È dunque impossibile che una forma sussistente cessi di esistere.
Ma anche ammettendo che l'anima fosse composta di materia e di forma, come dicono alcuni, bisognerebbe sempre ritenerla incorruttibile.
Infatti non si trova corruzione se non là dove si trova contrarietà: poiché i processi di generazione e corruzione provengono da elementi contrari e tendono a termini contrari - per cui i corpi celesti, non avendo una materia soggetta a contrarietà, sono incorruttibili -.
Ma non vi può essere contrarietà alcuna nell'anima intellettiva.
Le sue percezioni infatti, che avvengono secondo il modo del suo essere, sono prive di contrarietà: per cui anche le nozioni dei contrari non sono tra loro contrarie nell'intelletto, anzi, è unica la scienza dei contrari.
Non è dunque possibile che l'anima intellettiva sia corruttibile.
E una riprova di questa verità può vedersi nel fatto che ogni essere desidera naturalmente di esistere nel modo ad esso conveniente.
Ma negli esseri dotati di conoscenza il desiderio segue la conoscenza.
Ora, mentre i sensi conoscono l'essere soltanto nelle circostanze particolari di luogo e di tempo, l'intelletto percepisce l'essere su un piano assoluto e rispetto a ogni tempo.
Per cui ogni essere dotato di intelletto desidera naturalmente di esistere sempre.
Ma un desiderio naturale non può essere vano.
Quindi ogni sostanza intellettuale è incorruttibile.
1. Salomone fa quell'affermazione a nome degli stolti, com'è detto espressamente altrove [ Sap 2,1.21 ].
Dire dunque che l'uomo e gli altri animali nella loro generazione hanno un uguale principio è vero quanto al corpo: infatti tutti gli animali sono ugualmente tratti dalla terra.
Non è però vero quanto all'anima: poiché l'anima dei bruti è prodotta da una potenza corporea, mentre l'anima umana viene da Dio.
Per questo nella Scrittura [ Gen 1,24 ] è detto riguardo agli altri animali: « La terra produca esseri vivent i», mentre per l'uomo si dice che Dio « soffiò nelle sue narici un alito di vita » [ Gen 2,7 ].
Quindi altrove [ Qo 12,7 ] si conclude: « Ritorni la polvere alla terra, com'era prima, e lo spirito torni a Dio, che l'ha dato ».
- Parimenti, il processo vitale è simile quanto al corpo, al quale si riferiscono quei testi: « C'è un soffio vitale per tutti » [ Qo 3,19 ], « è un fumo il soffio delle nostre narici » [ Sap 2,2 ], ecc., però il processo non è uguale quanto all'anima: poiché l'uomo ha l'intelligenza, e non invece gli animali.
È quindi falsa l'affermazione: « Non esiste superiorità dell'uomo riguardo alle bestie ».
Se dunque la fine è simile quanto al corpo, non lo è però quanto all'anima.
2. Come si dice che una cosa può essere creata non per la potenza passiva, ma per la sola potenza attiva del Creatore, il quale può produrre una cosa dal nulla, così quando si dice che una cosa può essere annichilata non si vuole includere nella creatura una potenza al non essere, ma attribuire al Creatore la potenza a non comunicare più l'essere.
Si dice invece che una cosa è corruttibile quando ha in se stessa la potenza al non essere.
3. L'intellezione accompagnata dal fantasma è un'operazione propria dell'anima in quanto unita al corpo.
Se invece l'anima è separata avrà un altro modo di intendere, simile a quello delle altre sostanze che sono separate dal corpo, come vedremo meglio in seguito [ q. 89, a. 1 ].
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