Qoelet |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
1 Ricordati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: « Non ci provo alcun gusto », | |||
2 prima che si oscuri il sole, la luce, la luna e le stelle e ritornino le nubi dopo la pioggia; | |||
3 quando tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste in poche, e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre | |||
4 e si chiuderanno le porte sulla strada; quando si abbasserà il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; | |||
5 quando si avrà paura delle alture e degli spauracchi della strada; quando fiorirà il mandorlo e la locusta si trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto, poiché l'uomo se ne va nella dimora eterna e i piagnoni si aggirano per la strada; |
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6 prima che si rompa il cordone d'argento e la lucerna d'oro s'infranga e si rompa l'anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo | |||
7 e ritorni la polvere alla terra, com'era prima e lo spirito torni a Dio che lo ha dato. |
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8 Vanità delle vanità, dice Qoelet, e tutto è vanità. |
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Epilogo |
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9 Oltre a essere saggio, Qoelet insegnò anche la scienza al popolo; ascoltò, indagò e compose un gran numero di massime. | |||
10 Qoelet cercò di trovare pregevoli detti e scrisse con esattezza parole di verità. | |||
11 Le parole dei saggi sono come pungoli; come chiodi piantati, le raccolte di autori: esse sono date da un solo pastore. | |||
12 Quanto a ciò che è in più di questo, figlio mio, bada bene: i libri si moltiplicano senza fine ma il molto studio affatica il corpo. | |||
13 Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto. |
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14 Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è occulto, bene o male. |
Indice |
12,1-8 | La vecchiaia e la morte c 12 Questo bellissimo poema, pieno di emozione e di nostalgia, evoca la vecchiaia in un modo piu o meno metaforico; ma è difficile talvolta cogliere la portata reale di queste metafore. Con una corrente d'interpretazione rabbinica, si è voluto vedere in esse l'evocazione delle diverse parti del corpo ( cf. soprattutto v 3, le braccia, i denti e gli occhi ); ma questa interpretazione fisiologica non si impone. Vi si può anche vedere la descrizione della vecchiaia come inverno della vita, ma un inverno che, a differenza di quello della natura, non è seguito dalla primavera. |
12,3-4 | i custodi della casa: probabilmente, le mani; i gagliardi: le gambe; le donne che macinano: i denti; quelle che guardano dalle finestre: gli occhi; i battenti sono le labbra; il cinguettio degli uccelli è in relazione con la capacità di udire. 12,3 le donne: alla lettera « quelle che macinano ». - perché rimaste in poche: oppure « una dopo l'altra ». |
12,4 | si attenuerà il cinguettio. Il TM ha il verbo wajjaqûm, presente in tutte le versioni salvo quella di Simmaco, e lo stico si dovrebbe tradurre « quando ci si alza al canto dell'uccello ». Si farebbe allusione al sonno leggero del vecchio. Il tutto però sembra fuori contesto, perciò BC congettura ( cf. Simmaco ) wejiddôm, « si attenuerà ». - si affievoliranno: wejtshshaqû del TM; BJ congettura: wejeheshû, « si spegneranno ». |
12,5-6 | il mandorlo: probabilmente la canizie; la locusta: i piedi; il cappero ( considerato un afrodisiaco ): l'attività sessuale; la lucerna che si infrange, l'anfora che si rompe e la carrucola che cade nel pozzo, sono immagini della morte. 12,5 non avrà più effetto: BJ traduce: « perde il suo gusto », traduzione incerta che ricorre al passivo ( wetuppar ) anziché alla forma wetaper. Talvolta si corregge in wetipereh: « dà il suo frutto », che continua l'immagine del ritorno della bella stagione: la vita abbandonerà l'uomo proprio nel momento in cui la natura risorge. La locusta si trascina a stento ( BJ « è pesante » ) sia perché è sazia ( altra immagine della primavera ) sia, in senso contrario, perché anche il più piccolo fardello è un peso per il vecchio. |
12,6 | si rompa: jeraheq del TM; BJ congettura: « si allenti », jinnateq, con sir. e Simmaco. |
12,7-9 | Che cosa succede dopo la morte secondo l'Antico Testamento? 12,7 lo spirito torni a Dio. Ciò che nell'uomo è della terra ritorna alla terra. Ma poiché niente quaggiù può soddisfarlo, non tutto in lui viene dalla terra, e ciò che è di Dio ritorna a Dio. |
12,8 | Il libro termina così come era iniziato, ma si fa un resoconto del cammino percorso. Ha reso cosciente l'uomo della sua miseria, ma anche della sua grandezza, mostrandogli che questo mondo non è degno di lui. Spinge l'uomo a una religione disinteressata, a una preghiera che sia l'adorazione della creatura cosciente del suo nulla, in presenza del mistero di Dio ( cf. Sal 39 ). |
12,9-14 | Epilogo Le ultime righe del libro sono dovute all'antico raccoglitore ( o editore ) dell'opera, probabilmente un discepolo di Qoèlet. Contengono un breve profilo dell'autore e collocano il libro nell'alveo della tradizione sapienziale. Quest'appendice non è dello stesso autore del libro. È opera di un discepolo di Qo che ne fa l'elogio restando nello stesso tono ( cf. vv 12-14 ). |
12,11 | I pungoli per spingere le bestie ad avanzare e i grandi chiodi a mo' di picchetti per mantenerle insieme sono utilizzati secondo il bisogno dal pastore, non per capriccio ma per il bene del gregge. L'immagine del pastore potrebbe essere una metafora che fa allusione secondo alcuni a Mosè, secondo altri a Salomone o a Dio. Ma forse il testo è corrotto. |
12,13 | perché … tutto: con il TM; aggiungendo « dovere », BJ congettura: « perché qui è il dovere di ogni uomo ». |