Summa Teologica - I |
In 2 Sent., d. 24, q. 1, a. 1; De Verit., q. 25, a. 1
Pare che la sensualità sia una facoltà non soltanto appetitiva, ma anche conoscitiva.
1. Dice S. Agostino [ De Trin. 12,12.17 ] che « il moto dell'anima sensitiva proteso verso i sensi del corpo è comune a noi e alle bestie ».
Ma i sensi del corpo rientrano nell'ambito delle facoltà conoscitive.
Quindi la sensualità è una facoltà conoscitiva.
2. Le parti di una divisione [ logica ] devono appartenere a un solo genere.
Ma S. Agostino [ De Trin. 12,12.17 ] pone la sensualità in una divisione che abbraccia la ragione superiore e quella inferiore, che sono di ordine conoscitivo.
Quindi anche la sensualità è una potenza conoscitiva.
3. Nella tentazione dell'uomo la sensualità fa la parte del serpente [ cf. Agost., De Trin. 12,12.17 ].
Ma nella tentazione dei progenitori il serpente enunziò e propose il peccato, cose queste che rientrano nell'ordine conoscitivo.
Quindi la sensualità è una potenza conoscitiva.
La sensualità è definita [ P. Lomb., Sent. 2,24 ] come « l'appetito delle cose riguardanti il corpo ».
Il termine sensualità, di cui parla S. Agostino [ De Trin. 12, cc. 12,13 ], deriva dal moto dei sensi nel modo in cui il nome di una potenza viene desunto dal suo atto, come la vista dal vedere.
Ora, i moti del senso sono le appetizioni che seguono la conoscenza sensitiva.
Infatti l'atto della virtù conoscitiva non viene detto moto in maniera così propria come quello dell'appetito: poiché le operazioni delle facoltà conoscitive si compiono in quanto le cose conosciute restano nel conoscente, mentre le operazioni delle facoltà appetitive si compiono col tendere dell'appetente verso la cosa appetibile.
E per questa ragione l'operazione della potenza conoscitiva viene paragonata alla quiete, mentre quella della potenza appetitiva è più simile al moto.
Parlando quindi di moti della sensibilità intendiamo le operazioni della facoltà appetitiva.
Quindi il termine sensualità non è altro che il nome dell'appetito sensitivo.
1. Quando S. Agostino scrive che il moto della sensualità si protende verso i sensi del corpo non intende dire che i sensi del corpo fanno parte della sensualità, ma piuttosto che quel moto è una tendenza verso i sensi del corpo, ossia che è un'appetizione di quelle cose che sono percepite dai sensi.
Quindi i sensi appartengono alla sensualità come suoi prerequisiti.
2. La sensualità rientra in un'unica divisione con la ragione superiore e con quella inferiore in quanto vi è in comune l'attitudine a muovere.
Infatti la facoltà conoscitiva, alla quale appartengono la ragione superiore e quella inferiore, è principio di moto come l'appetitiva, di cui fa parte la sensualità.
3. Il serpente non solo mostrò e propose il peccato [ ai nostri progenitori ], ma li spinse a compierlo.
E la sensualità viene simboleggiata dal serpente proprio per questo.
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