Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se nell'appetito superiore si debbano distinguere l'irascibile e il concupiscibile

Supra, q. 59, a. 4; In 3 Sent., d. 17, q. 1, a. 1, sol. 3; De Verit., q. 25, a. 3; In 3 De anima, lect. 14

Pare che nell'appetito superiore, che e la volontà, si debbano distinguere l'irascibile e il concupiscibile.

Infatti:

1. Il concupiscibile deriva dalla parola [ latina ] concupio, come l'irascibile da irascor.

Ora, vi e una concupiscenza che non può appartenere all'appetito sensitivo, ma soltanto a quello intellettivo, cioè alla volontà: p. es. la concupiscenza della sapienza, della quale e detto [ Sap 6,21 ]: « La concupiscenza della sapienza conduce al regno ».

E vi è pure una specie di ira che non può appartenere all'appetito sensitivo, ma solo a quello intellettivo, come quando ci adiriamo contro i vizi.

Per cui S. Girolamo [ In Mt 13,33 ] ci ammonisce: « Conserviamo nell'irascibile l'odio dei vizi ».

Quindi dobbiamo distinguere l'irascibile e il concupiscibile anche nell'appetito intellettivo, come in quello sensitivo.

2. Si dice comunemente che la carità sta nella parte concupiscibile, mentre la speranza sta nell'irascibile.

Ma esse non possono trovarsi nell'appetito sensitivo, non avendo per oggetto realtà sensibili, ma intelligibili.

Quindi nella parte intellettiva dobbiamo porre il concupiscibile e l'irascibile.

3. Sta scritto nel libro De spiritu et anima « l'anima,prima di unirsi al corpo, possiede queste potenze » ( cioè l'irascibile, il concupiscibile e la ragione ).

Ora, nessuna potenza della parte sensitiva appartiene all'anima sola, ma al composto [ di anima e corpo, come si e detto sopra [ q. 77. aa. 5.8 ].

Quindi l'irascibile e il concupiscibile devono trovarsi nella volontà, che e l'appetito intellettivo.

In contrario:

S. Gregorio Nisseno [ Nemesio, De nat. hom., cc. 16,17 ] divide in concupiscibile e irascibile la [ sola ] parte irrazionale dell'anima.

Lo stesso fa il Damasceno [ De fide orth. 2,12 ].

E il Filosofo [ De anima 3,9] afferma che « la volontà e nella ragione; invece nella parte irrazionale dell'anima si trovano la concupiscenza e l'ira», cioè « il desiderio e l'ardimento ».

Dimostrazione:

L'irascibile e il concupiscibile non sono parti dell'appetito intellettivo, cioè della volontà.

Come infatti si e già spiegato [ q. 59. a. 4; q. 79. a. 7 ], una potenza che dice ordine a un oggetto preso nella sua universalità non subisce le differenze speciali incluse sotto quella ragione universale.

Come il fatto che la vista ha per oggetto le cose visibili in quanto colorate non giustifica una pluralità di potenze visive in base alle diverse specie dei colori; se invece esistesse una potenza che percepisse il bianco in quanto bianco, e non in quanto colorato, sarebbe diversa da una potenza che percepisse il nero in quanto nero.

Ora, l'appetito sensitivo non ha per oggetto la ragione universale di cio dato che nemmeno i sensi percepiscono gli universali.

Quindi le parti dell'appetito sensitivo si distinguono in base alle diverse ragioni dei beni particolari: infatti il concupiscibile ha come suo oggetto il bene in quanto gradevole ai sensi e conveniente alla natura, mentre l'irascibile ha per oggetto il bene in quanto esso reagisce e si oppone a ciò che arreca nocumento.

La volontà invece ha per oggetto il bene secondo la ragione universale di bene.

Quindi, essendo la volontà un appetito intellettivo, non comporta una pluralità di potenze appetitive diverse, cosi da ammettere la distinzione tra irascibile e concupiscibile: come anche nell'intelletto non c'e una pluralità di facoltà conoscitive nonostante la molteplicità di quelle sensitive.

Analisi delle obiezioni:

1. I termini amore, concupiscenza e simili possono avere due sensi.

A volte stanno a indicare le passioni, che nascono accompagnate da una certa concitazione dell'animo.

E questo è l'uso comune: e in questo caso [ quei sentimenti ] si trovano soltanto nell'appetito sensitivo.

A volte invece indicano una semplice affezione, senza passione ed emozione dell'animo.

E allora essi sono atti della volontà.

E in questo senso sono attribuiti anche agli angeli e a Dio.

Intesi pero in questa maniera non appartengo a potenze diverse, ma a una sola, cioè alla volontà.

2. Anche la volontà può essere detta irascibile in quanto si oppone al male, non per impeto di passione, ma in base al giudizio della ragione.

E alla stessa maniera può essere detta concupiscibile in quanto desidera il bene.

E cosi la carità e la speranza si trovano nell'irascibile e nel concupiscibile, cioè nella volontà in quanto dice ordine a simili atti.

Cosi potrebbero spiegarsi anche le parole del libro De spiritu et anima, nel senso cioè che l'irascibile e il concupiscibile fanno parte dell'anima prima che si unisca al corpo ( beninteso pero che si tratta di ordine di natura e non di tempo ); per quanto non sia necessario stare alle parole di quel libro.

3. Abbiamo cosi risposto anche alla terza obiezione.

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