Summa Teologica - I |
Supra, q. 12, a. 10; q. 58, a. 2; In 2 Sent., d. 3, q. 3, a. 4; In 3 Sent., d. 14, a. 2, sol. 4; C. G., I, c. 55; De Verit., q. 8, a. 14; De anima, a. 18, ad 5; Quodl., 7, q. 1, a. 2
Pare che sia possibile conoscere molte cose simultaneamente.
1. L'intelletto è al disopra del tempo.
Ma la successione, cioè il prima e il poi, è propria del tempo.
Quindi la conoscenza intellettiva non ha un prima e un poi, ma è tutta simultanea.
2. Nulla impedisce che forme diverse, ma non opposte, si trovino simultaneamente nel medesimo soggetto, come l'odore e il colore in un pomo.
Ma le idee non sono opposte tra loro.
Quindi nulla impedisce che un identico intelletto sia attuato da specie intellettive diverse.
E così potrà conoscere simultaneamente più cose.
3. L'intelletto può intendere simultaneamente un tutto, p. es. un uomo o una casa.
Ma in ogni tutto sono contenute molte parti.
Quindi l'intelletto intende simultaneamente molte cose.
4. Non si può conoscere la differenza di una cosa da un'altra se non si conoscono simultaneamente entrambe, come dice Aristotele [ De anima 3,2 ]; e la stessa ragione vale per qualsiasi altra comparazione.
Ma il nostro intelletto conosce le differenze e le comparazioni reciproche delle cose.
Quindi conosce simultaneamente più cose.
Scrive Aristotele [ Topic. 2,10 ] che « si ha l'intellezione di un'unica cosa, ma si ha la scienza di molte ».
L'intelletto può intendere più cose in quanto formano un'unità, non in quanto formano una pluralità: vale a dire servendosi di una sola e non di più specie intenzionali.
Infatti la portata di ogni operazione dipende dalla forma, che ne costituisce il principio.
L'intelletto dunque può intendere simultaneamente tutto ciò che può conoscere con una sola specie intenzionale: Dio, infatti, può vedere simultaneamente tutte le cose perché le vede mediante quell'unica realtà che è la sua essenza.
Le cose invece conosciute dal nostro intelletto mediante una pluralità di concetti non sono da esso conosciute simultaneamente.
E il motivo sta nel fatto che un identico soggetto non può rivestirsi simultaneamente di più forme di uno stesso genere e di specie diversa: è impossibile, p. es., che il medesimo corpo sotto lo stesso rapporto sia colorato con colori diversi, o modellato in figure diverse.
Ora, tutte le specie intelligibili sono di uno stesso genere, essendo tutte perfezioni dell'unica potenza intellettiva, anche se le realtà rappresentate sono di genere diverso.
È dunque impossibile che il medesimo intelletto sia attuato simultaneamente da una pluralità di specie intelligibili per conoscere così più cose in maniera attuale.
1. L'intelletto è al disopra di quel tempo che è la misura del moto delle realtà materiali.
Ma la stessa pluralità dei concetti causa una successione nelle operazioni intellettive, per cui una di esse è prima dell'altra.
E S. Agostino [ De Gen. ad litt. 8, cc. 20,22 ] chiama tempo questa successione quando scrive che « Dio muove attraverso il tempo la creatura spirituale ».
2. Non solo le forme opposte, ma neppure quelle di un medesimo genere, sebbene non opposte, possono trovarsi simultaneamente in un medesimo soggetto: come risulta dall'esempio addotto dei colori e delle figure.
3. Le parti possono essere conosciute in due modi.
Primo, in confuso, cioè in quanto sono incluse nel tutto: e in tal caso le conosciamo mediante l'unica forma del tutto, e così le possiamo conoscere simultaneamente.
Secondo, con una conoscenza distinta, in modo che ciascuna sia conosciuta mediante la propria specie intenzionale: e allora le parti non possono essere conosciute simultaneamente.
4. Quando l'intelletto conosce la differenza e la comparazione di una cosa con un'altra conosce i due termini sotto l'aspetto di un'unica comparazione e di un'unica differenza: allo stesso modo in cui conosce le parti nel tutto, come si è spiegato [ ad 3 ].
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