Summa Teologica - I |
In 2 Sent., d. 9, q. 1, a. 8
Pare che gli uomini non vengano aggregati agli ordini degli angeli.
1. La gerarchia umana è posta sotto l'ultima delle gerarchie celesti, come l'ultima di queste è al disotto di quella intermedia, e questa è sotto la prima.
Ma gli angeli dell'ultima gerarchia non saranno mai promossi alle gerarchie superiori.
Quindi neppure gli uomini saranno elevati agli ordini degli angeli.
2. Agli ordini angelici competono certi uffici, quali la custodia [ degli uomini ], il fare miracoli, il tenere a freno i demoni e simili, che non si addicono alle anime dei santi.
Quindi queste non saranno elevate agli ordini angelici.
3. Come gli angeli buoni spingono al bene, così i demoni spingono al male.
Ma è erroneo ritenere che le anime degli uomini cattivi si tramutino in demoni: e lo riprova esplicitamente il Crisostomo [ In Mt hom. 28 ].
Quindi le anime dei santi non vengono aggregate agli ordini degli angeli.
Il Signore [ Mt 22,30 ], parlando dei santi, dice che « saranno come angeli nel cielo ».
Come si è spiegato in precedenza [ aa. 4,7 ], gli ordini degli angeli si distinguono sia in base alle loro condizioni di natura, sia in base ai doni della grazia.
Ora, se gli ordini angelici vengono considerati tenendo conto solo del grado della natura, allora gli uomini in nessun modo potranno essere aggregati a tali ordini: poiché la distinzione di natura sussisterà sempre.
Fermandosi dunque a questa considerazione, alcuni pensarono che gli uomini non potranno mai essere innalzati al punto di acquistare un'uguaglianza con gli angeli.
Ma ciò è falso: contraddice infatti alla promessa di Cristo, il quale dichiara [ Lc 20,36 ] che i figli della risurrezione saranno in cielo uguali agli angeli.
Infatti ciò che è dalla parte della natura costituisce nell'ordine soltanto l'elemento materiale, mentre il coronamento dell'ordine deriva dal dono della grazia, la quale dipende dalla liberalità di Dio, e non dalla nobiltà della natura.
Quindi gli uomini mediante il dono della grazia possono meritare tanta gloria da uguagliare gli angeli, a qualunque grado questi appartengano.
E ciò equivale ad aggregare gli uomini agli ordini degli angeli.
Alcuni tuttavia vogliono che agli ordini angelici non siano assunti tutti coloro che si salvano, ma solo i vergini e i perfetti: gli altri invece costituirebbero un proprio ordine a parte, distinto da tutta la società angelica.
- Ma tale opinione è contraria a S. Agostino [ De civ. Dei 12,9 ], il quale dice « che non vi saranno due società, quella degli uomini e quella degli angeli, ma una sola: poiché per tutti la beatitudine consiste nell'adesione all'unico Dio ».
1. La grazia è conferita agli angeli nella misura delle loro doti naturali, ma per gli uomini non è così, come si è detto [ a. 4; q. 62, a. 6 ].
Quindi gli angeli inferiori non possono essere trasferiti né al grado di natura né a quello di grazia degli angeli superiori.
Gli uomini invece possono salire al loro grado di grazia, non però a quello di natura.
2. Gli angeli, secondo l'ordine di natura, stanno fra noi e Dio.
Quindi essi, secondo la legge comune, amministrano non solamente le cose umane, ma tutte le creature corporee. I santi invece, anche nell'altra vita, restano della nostra medesima natura.
Essi perciò ordinariamente non amministrano le cose umane, « né, come dice S. Agostino [ De cura pro mortuis cc. 13,16 ], si interessano delle faccende dei vivi ».
Tuttavia, per speciale concessione, è dato talvolta ad alcuni santi, durante la vita o dopo la morte, di esercitare tali uffici, come fare miracoli, tenere a freno i demoni e simili, secondo quanto insegna nello stesso libro S. Agostino [ De civ. Dei 12,16 ].
3. Non è errato ritenere che gli uomini possano condividere le pene dei demoni; alcuni però pretesero che i demoni non fossero altro che anime di defunti.
Ed è questo che il Crisostomo riprova.
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