Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se nella materia corporea vi siano delle ragioni seminali

In 2 Sent., d. 18, q. 1, a. 2; De Verit., q. 5, a. 9, ad 8

Pare che nella materia corporea non vi siano delle ragioni seminali.

Infatti:

1. Il termine ragione denota qualcosa di spirituale.

Ora, nella materia corporea non c'è nulla di spirituale, ma tutto è materiale, secondo il modo del soggetto medesimo.

Quindi nella materia corporea non vi sono ragioni seminali.

2. S. Agostino [ De Trin. 3, cc. 8,9 ] dice che i demoni compiono alcune opere servendosi, con movimenti occulti, di certi semi che essi conoscono celati negli elementi.

Ma le cose di cui ci si serve mediante il moto locale sono corpi, e non ragioni.

Quindi è fuori di luogo parlare di ragioni seminali esistenti nella materia corporea.

3. Il seme è un principio attivo.

Ma nella materia corporea non esiste alcun principio attivo, poiché l'agire non compete alla materia, come si è visto [ a. 1, ad 2,4 ].

Quindi nella materia corporea non vi sono ragioni seminali.

4. Si dice che nella materia corporea vi sono delle ragioni causali [ cf. Agost., De Gen. ad litt. 5,4.7 ], e queste paioeno bastare alla produzione delle cose.

Ma le ragioni seminali sono diverse dalle causali, poiché i miracoli avvengono al di fuori delle ragioni seminali, ma non al di fuori di quelle causali.

Quindi non si può ammettere l'esistenza di ragioni seminali in seno alla materia corporea.

In contrario:

Scrive S. Agostino [ De Trin. 3,8.13 ]: « Negli elementi corporei di questo mondo si celano i semi di tutti gli esseri che nascono corporalmente e visibilmente ».

Dimostrazione:

Come fa osservare Aristotele [ De anima 2,4 ], le denominazioni si sogliono desumere da ciò che è più perfetto.

Ora, in tutta la natura corporea la realtà più perfetta sono i corpi viventi: per cui anche il termine natura passò dalle realtà viventi a tutte le realtà naturali.

Esso infatti, nota il Filosofo [ Met. 5,4 ], prima era usato per indicare la generazione dei viventi, cioè la nascita; ma poiché i viventi sono generati da un principio congiunto, come il frutto dall'albero e il feto dalla madre, alla quale è unito, così il termine natura venne in seguito a significare qualsiasi principio intrinseco di moto.

- Ora, è evidente che i princìpi della generazione dei viventi, quello attivo e quello passivo, sono dei semi da cui i viventi sono generati.

Quindi giustamente S. Agostino [ De Trin. 3,8.13 ] chiama ragioni seminali tutte le virtù attive e passive che sono i princìpi delle generazioni e dei moti naturali.

Ma tali virtù attive e passive si presentano in una pluralità di rapporti con i vari esseri.

Primo, esse si trovano come ragioni ideali, principalmente e originariamente, nello stesso Verbo di Dio, come dice di S. Agostino [ De Gen. ad litt. 6,10.17 ].

Secondo, come nelle loro cause universali si trovano negli elementi del mondo, nei quali e assieme ai quali furono prodotte fin da principio.

Terzo, come nelle loro cause particolari si trovano negli esseri che, nel succedersi dei tempi, sono prodotti dalle cause universali: p. es. in questa pianta e in questo animale.

Quarto, si trovano nei semi che sono prodotti dalle piante e dagli animali.

I quali semi, a loro volta, stanno agli effetti particolari come le cause primordiali universali stanno ai primi effetti prodotti.

Analisi delle obiezioni:

1. Tali virtù attive e passive degli esseri naturali, sebbene non possano dirsi ragioni per il loro modo di esistere nella materia corporea, possono tuttavia dirsi ragioni in rapporto alla loro origine, in quanto cioè sono emanazione delle ragioni ideali.

2. Le virtù attive e passive hanno sede in certe parti dei corpi; e quando esse, mediante il moto locale, sono adoperate dai demoni per produrre determinati effetti, si dice che i demoni fanno uso dei semi.

3. Il seme del maschio è il principio attivo nella generazione dell'animale.

Però può chiamarsi seme anche l'elemento femminile, che è un principio passivo.

E così col nome generico di seme si possono indicare sia le virtù attive che le virtù passive.

4. Da quanto dice S. Agostino intorno a tali ragioni seminali si può agevolmente arguire che le ragioni seminali sono anche ragioni causali, come appunto anche il seme è una causa: egli infatti dice [ De Trin. 3,9.16 ] che, « come le madri sono pregne dei loro feti, così il mondo stesso è pregno delle cause degli esseri nascituri ».

Ma se le ragioni ideali possono dirsi causali non possono tuttavia dirsi, parlando propriamente, seminali, dato che il seme non è un principio separato; e al di fuori dell'ambito di tali ragioni non avvengono i miracoli.

Come non avvengono neppure al di là delle potenze passive date alla creatura, in modo che di essa si possa fare tutto ciò che Dio vorrà comandare.

Ma quando si dice che i miracoli avvengono al di fuori delle ragioni seminali si intende che sono prodotti al di fuori delle virtù naturali attive, e al di fuori delle potenze passive in quanto ordinate alle virtù attive.

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