Summa Teologica - I |
Supra, q. 90, a. 4; In 1 Sent., d. 8, q. 5, a. 2, ad 6; In 2 Sent., d. 3, q. 1, a. 4, ad 1; d. 17, q. 2, a. 2; C. G., II, cc. 83, 84; De Pot., q. 3, a. 10; De Malo, q. 5, a. 4; In Hebr., c. 1, lect. 4
Pare che le anime umane siano state create tutte insieme fin dal principio del mondo.
1. Sta scritto [ Gen 2,2 ]: « Dio si riposò da tutto il lavoro che aveva fatto ».
Ma ciò non sarebbe vero se ogni giorno creasse nuove anime.
Quindi le anime furono create tutte insieme.
2. Alla perfezione dell'universo concorrono specialmente le sostanze spirituali.
Ma se le anime fossero create assieme ai corpi, alla perfezione dell'universo sarebbero aggiunte ogni giorno innumerevoli sostanze spirituali, e così l'universo da principio sarebbe stato imperfetto.
Il che contraddice quel passo della Scrittura [ Gen 2,2 ]: « Dio portò a compimento tutte le sue opere ».
3. La fine di una cosa corrisponde al suo principio.
Ma l'anima intellettiva rimane dopo la distruzione del corpo.
Quindi essa cominciò a esistere prima del corpo.
Si legge nel De Ecclesiasticis Dogmatibus [ cc. 14,18 ] che « l'anima è creata insieme con il corpo ».
Alcuni dissero che l'unione con il corpo è un fatto accidentale per l'anima intellettiva, mettendo questa alla pari delle sostanze spirituali che non si uniscono ai corpi.
Quindi affermarono che le anime degli uomini furono create da principio insieme con gli angeli.
Ma questa opinione è falsa.
Prima di tutto nei suoi presupposti.
Se infatti l'unione con il corpo fosse per l'anima un fatto accidentale, seguirebbe che l'uomo, il quale è costituito proprio da questa unione, sarebbe un ente accidentale [ per accidens ]; oppure che l'anima sarebbe tutto l'uomo, il che è falso, come fu già dimostrato [ q. 75, a. 4 ].
- Che poi l'anima umana non sia della stessa natura degli angeli lo dimostra lo stesso loro modo diverso di conoscere, come si è detto sopra [ q. 55, a. 2; q. 85, a. 1 ]: l'uomo infatti conosce con dipendenza oggettiva dai sensi e volgendosi ai fantasmi, come fu spiegato [ q. 84, aa. 6,7; q. 85, a. 1 ].
E per questo l'anima ha bisogno di unirsi al corpo, che le è indispensabile per l'attività della parte sensitiva.
Il che non può dirsi dell'angelo.
In secondo luogo l'opinione è falsa in se stessa.
Se è vero infatti che è naturale per l'anima l'unione con il corpo, lo stare senza il corpo è per essa contro natura, ed esistendo senza il corpo essa non ha la perfezione della sua natura.
Ora, non è ragionevole pensare che Dio abbia cominciato la sua opera partendo da esseri imperfetti e da realtà contro natura: egli infatti non fece l'uomo senza le mani e senza i piedi, che sono parti naturali dell'uomo.
Molto meno dunque ha fatto l'anima senza il corpo.
Se poi qualcuno volesse sostenere che non è naturale per l'anima l'unione con il corpo, bisognerà trovare allora una ragione che giustifichi questa unione.
E bisognerà dire che ciò avviene o per volontà dell'anima, o per un'altra causa.
Ma se avviene per volontà dell'anima le incongruenze sono evidenti.
Primo, perché tale volontà sarebbe irragionevole, qualora l'anima non avesse bisogno del corpo e tuttavia volesse unirsi con esso: se infatti ne avesse bisogno l'unione con il corpo sarebbe per essa un'esigenza di natura, dato che « la natura non viene meno nelle cose necessarie » [ De anima 3,9 ].
Secondo, perché non si può trovare alcuna ragione che spieghi come mai un'anima, creata fin dal principio del mondo, si decida solo adesso a unirsi col corpo, dopo tanto tempo.
Infatti una sostanza spirituale è posta al di sopra del tempo, in quanto trascende il moto delle sfere celesti.
Terzo, perché l'anima verrebbe a unirsi per puro caso con questo determinato corpo: infatti si richiederebbe l'incontro di due volontà, e cioè della volontà dell'anima che sopraggiunge e dell'uomo generante.
- Se invece l'anima viene unita al corpo senza la sua volontà e contro la sua natura, ciò dovrà dipendere da una causa che vuole infliggere una violenza, e quindi l'unione sarebbe per l'anima una pena e un motivo di tristezza.
E ciò corrisponde all'errore di Origene, il quale riteneva che le anime umane entrano nei corpi in pena di un loro peccato.
Essendo quindi tutte queste posizioni insostenibili, bisogna senz'altro affermare che le anime non furono create prima dei corpi, ma sono create nel momento in cui vengono infuse nei corpi.
1. Sta scritto che Dio cessò di operare il giorno settimo non nel senso che abbia terminato qualsiasi attività, poiché il Vangelo [ Gv 5,17 ] afferma: « Il Padre mio opera sempre », ma nel senso che cessò dal creare nuovi generi e nuove specie di esseri che in nessun modo preesistevano nelle prime opere.
Ora, le anime che vengono create adesso preesistevano secondo la somiglianza specifica nelle prime opere, tra le quali si trova la creazione dell'anima di Adamo.
2. Alla perfezione dell'universo può essere aggiunto qualcosa ogni giorno quanto al numero degli individui, non però quanto al numero delle specie.
3. L'anima rimane priva del corpo a motivo della corruzione del corpo, che è una conseguenza del peccato.
Quindi non era conveniente che Dio iniziasse così la sua opera: infatti sta scritto [ Sap 1,13.16 ]: « Dio non ha creato la morte, ma gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole ».