Summa Teologica - I-II |
In 1 Sent., d. 41, q. 1, a. 1; In 2 Sent., d. 25, q. 1, a. 3, ad 2; De Verit., q. 24, a. 1, ad 20; In 3 Ethic., lect. 5
Pare che la scelta non riguardi soltanto i mezzi.
1. Il Filosofo [ Ethic. 6,12 ] scrive che « la virtù rende buona la scelta; gli atti invece che sono compiuti in vista di essa non sono dovuti alla virtù, ma a un altro principio ».
Ora, la cosa in vista della quale si compie un'azione è il fine.
Quindi la scelta riguarda il fine.
2. La scelta comporta la preferenza di una cosa a un'altra.
Ma come si può preferire un mezzo ad altri mezzi, così accade anche per dei fini diversi.
Quindi ci può essere scelta del fine come dei mezzi.
Il Filosofo [ Ethic. 3,2 ] insegna che « la volizione ha per oggetto il fine, la scelta invece i mezzi ».
Come si è già detto [ a. 1, ad 2 ], la scelta segue alla decisione, o giudizio, che è come la conclusione di un sillogismo operativo.
Quindi cade sotto la scelta quanto si presenta come la conclusione in un sillogismo operativo.
Ora il fine, al dire di Aristotele [ Phys. 2,9 ], si presenta in campo operativo come principio, e non come conclusione.
Quindi il fine come tale non è oggetto della scelta.
Tuttavia, come in campo speculativo può darsi che il principio di una dimostrazione o di una scienza sia una conclusione rispetto a un'altra dimostrazione o a un'altra scienza, escluso il primo principio indimostrabile, così può capitare che sia ordinato a un fine più remoto ciò che è fine [ prossimo ] di una data operazione.
E in tal caso un fine è oggetto di scelta.
Nell'attività del medico, p. es., la salute si presenta come un fine: perciò essa non è oggetto di scelta per il medico, che la presuppone come principio.
Ma la salute del corpo è ordinata al bene dell'anima: quindi per chi deve curare la salute dell'anima può essere oggetto di scelta l'essere sano o l'essere malato: infatti l'Apostolo [ 2 Cor 12,10 ] afferma: « Quando sono debole, è allora che sono forte ».
Però il fine ultimo in nessun modo cade sotto la scelta.
1. I fini particolari delle virtù sono ordinati alla beatitudine come al fine ultimo.
E in questo senso possono essere oggetto di scelta.
2. Come si è visto in precedenza [ q. 1, a. 5 ], il fine ultimo è uno solo.
Quindi ovunque si presentino più fini ci può essere scelta tra di essi, in quanto ordinati a un fine più remoto.
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