Summa Teologica - I-II |
In 1 Sent., d. 48, q. 1, a. 1; De Verit., q. 23, a. 7
Pare che la bontà della volontà umana non dipenda dalla conformità con la volontà di Dio.
1. È impossibile che la volontà dell'uomo possa conformarsi al volere di Dio, come è evidente dalle parole riportate in Isaia [ Is 55,9 ]: « Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre, i miei pensieri sovrastano i vostri ».
Se dunque per la bontà del volere si richiedesse la conformità col volere di Dio, seguirebbe l'impossibilità per il volere umano di essere buono. Il che è impossibile.
2. La nostra volontà dipende dalla volontà di Dio come la nostra scienza dipende dalla scienza divina.
Ma non è richiesta per la nostra scienza la conformità con la scienza di Dio: infatti Dio conosce molte cose che noi ignoriamo.
Quindi non si richiede che la nostra volontà sia conforme al volere di Dio.
3. Il volere è il principio dell'agire.
Ma il nostro agire non può essere conforme all'agire di Dio.
Quindi neppure il nostro volere può conformarsi al volere di Dio.
Commentando la frase evangelica [ Mt 26,39 ]: « Non come voglio io, ma come vuoi tu », S. Agostino [ Enarr. in Ps. 32, serm. 1 ] scrive che il Signore vuole che « l'uomo sia retto e indirizzato a Dio ».
Ma la rettitudine costituisce la bontà del volere.
Quindi la bontà del volere dipende dalla conformità al volere di Dio.
Come si è detto [ a. 7 ], la bontà del volere dipende dall'intenzione del fine.
Ora, secondo le spiegazioni date [ q. 1, a. 8; q. 3, a. 1 ], l'ultimo fine della volontà umana è il sommo bene, cioè Dio.
Quindi per la bontà del volere umano si richiede che esso venga indirizzato al sommo bene, che è Dio.
Ma questo bene prima di tutto dice ordine essenziale alla volontà divina, come suo oggetto proprio.
D'altra parte ciò che è primo in un dato genere di cose costituisce la misura e la ragion d'essere di tutte le cose che rientrano in quel genere.
Ma ogni cosa è retta e buona in quanto raggiunge la propria misura.
Quindi perché la volontà umana sia buona si richiede che sia conforme alla volontà di Dio.
1. La volontà umana può essere conforme alla volontà di Dio non per uguaglianza, ma per imitazione.
E allo stesso modo si ha una conformità della scienza dell'uomo con la scienza divina, in quanto conoscenza della verità.
E anche l'azione umana è conforme all'azione di Dio in quanto si addice alla natura dell'agente.
E tutto ciò per imitazione, non per uguaglianza.
Per cui risulta chiara la risposta alla seconda e alla terza obiezioni.
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