Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se l'unione sia un effetto dell'amore

I, q. 20, a. 1, ad 3; supra, q. 25, a. 2, ad 2; In 3 Sent., d. 27, q. 1, a. 1; In Div. Nom., cap. 4, lect. 12

Pare che l'unione non sia un effetto dell'amore.

Infatti:

1. L'assenza è incompatibile con l'unione.

L'amore invece è compatibile con essa: infatti l'Apostolo [ Gal 4,18 ], parlando di se stesso, come fa notare la Glossa [ interlin. ], ricorda: « È bello invece essere circondati di premure nel bene sempre, e non solo quando io mi trovo presso di voi ».

Quindi l'unione non è un effetto dell'amore.

2. L'unione o è essenziale, come quando la forma si unisce con la materia, l'accidente con il soggetto e la parte con il tutto o con un'altra parte, per costituire il tutto; oppure è un'unione di somiglianza, o nel genere, o nella specie, o in qualche accidente.

Ma l'amore non causa un'unione essenziale: altrimenti non ci sarebbe mai amore verso cose essenzialmente distinte [ dal soggetto ].

D'altra parte l'amore non causa un'unione di somiglianza, ma piuttosto viene causato da essa, come si è spiegato [ q. 27, a. 3 ].

Quindi l'unione non è un effetto dell'amore.

3. Il senso attualmente senziente diviene l'oggetto attualmente sentito, e l'intelletto nell'atto di intendere diviene l'oggetto attualmente conosciuto.

Invece chi è nell'atto di amare non diviene attualmente l'amato.

Quindi l'unione è effetto più della conoscenza che dell'amore.

In contrario:

Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che qualsiasi amore è « una virtù unitiva ».

Dimostrazione:

Ci sono due tipi di unione tra chi ama e l'oggetto amato.

La prima è reale: p. es. quando l'oggetto è presente a chi lo ama.

- La seconda invece è affettiva.

E questa unione dipende dalla conoscenza che la precede: infatti il moto affettivo segue la conoscenza.

Ora, essendoci due tipi di amore, cioè di concupiscenza e di amicizia, devono promanare entrambi da una qualche conoscenza della possibile unità tra chi ama e l'oggetto.

Infatti chi ha la concupiscenza di una cosa la conosce come elemento del proprio benessere.

Chi invece ama un altro con amore di amicizia vuole a lui del bene come a se medesimo.

Quindi si dice che l'amico è un altro se stesso; e S. Agostino scrive [ Conf. 4,6.11 ]: « Disse bene colui che chiamò il suo amico la metà dell'anima propria ».

L'amore, dunque, produce il primo tipo di unione come causa efficiente: poiché spinge a desiderare e a cercare la presenza dell'oggetto amato, come a sé conveniente e pertinente.

Produce invece la seconda unione come causa formale: poiché l'amore stesso costituisce tale unione, o nesso.

Quindi S. Agostino [ De Trin. 8,10.14 ] scrive che l'amore è come « una vita che unisce o che tende a unire due esseri, cioè chi ama e l'oggetto amato ».

E dicendo « unisce » accenna all'unione affettiva, senza la quale l'amore non esiste; dicendo invece « che tende a unire » accenna all'unione reale.

Analisi delle obiezioni:

1. L'obiezione è valida per l'unione reale, che è richiesta per il godimento, mentre nell'assenza dell'oggetto amato abbiamo il desiderio; l'amore invece è compossibile sia con l'assenza che con la presenza.

2. L'unione ha con l'amore tre tipi di rapporti.

C'è un'unione che è causa dell'amore.

E questa è o l'unione sostanziale, propria dell'amore con cui uno ama se stesso, o l'unione di somiglianza, propria, come si è visto [ q. 27, a. 3 ], dell'amore che uno ha per le altre cose.

- C'è poi un'unione che si identifica essenzialmente con l'amore stesso, e che consiste nell'armonizzazione o conformità dell'affetto.

Essa è affine all'unione sostanziale: poiché chi ama si rapporta all'oggetto amato come a se stesso nell'amore di amicizia, e come a qualcosa che lo riguarda nell'amore di concupiscenza.

- C'è infine una terza unione, che è effetto dell'amore.

E questa è l'unione reale, che chi ama cerca nei confronti della realtà amata.

E questa unione corrisponde a un'esigenza dell'amore: infatti, come riferisce Aristotele [ Polit. 2,1 ], « Aristofane disse che gli amanti desidererebbero formare di due una cosa sola »; ma poiché « da ciò si avrebbe la distruzione di uno o di entrambi », allora essi cercano l'unione conveniente e possibile, e cioè la vita in comune, la conversazione e altre forme di comunicazione reciproca.

3. La conoscenza avviene per il fatto che l'oggetto si unisce al soggetto conoscente mediante una sua immagine rappresentativa.

Invece l'amore fa sì che la cosa stessa che è amata venga a unirsi in qualche modo a chi la ama, come si è spiegato [ nel corpo e ad 2 ].

Quindi l'amore è più unitivo della conoscenza.

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