Summa Teologica - I-II |
Supra, q. 25, a. 1; In 3 Sent., d. 26, q. 1, a. 3; q. 2, a. 3, sol. 2; De Virt., q. 4, a. 1; Comp. Theol., p. 2, c.
Pare che la speranza si identifichi col desiderio o cupidigia.
1. La speranza è una delle quattro passioni principali.
Ora S. Agostino [ De civ. Dei 14,3 ], nell'enumerare le quattro passioni principali, mette la cupidigia al posto della speranza.
Quindi la speranza si identifica con la cupidigia o desiderio.
2. Le passioni differiscono secondo i loro oggetti.
Ma l'oggetto della speranza, cioè il bene futuro, si identifica con l'oggetto della cupidigia o desiderio.
Quindi la speranza si identifica con la cupidigia o desiderio.
3. A chi poi rispondesse che la speranza aggiunge al desiderio la possibilità di raggiungere il bene futuro, si potrebbe replicare: Ciò che è accidentale per l'oggetto non basta a distinguere specificamente le passioni.
Ora, la raggiungibilità è accidentale per il bene futuro, oggetto della cupidigia o desiderio.
Quindi la speranza non è una passione specificamente distinta dal desiderio o cupidigia.
Passioni che appartengono a potenze diverse sono specificamente diverse.
Ora, la speranza è nell'irascibile, mentre il desiderio o cupidigia è nel concupiscibile.
Quindi la speranza è specificamente distinta dal desiderio o cupidigia.
La specie di una passione viene determinata in base all'oggetto.
Ora, per l'oggetto della speranza si richiedono quattro condizioni.
Primo, che sia un bene: poiché, propriamente parlando, non si può sperare che il bene.
E in ciò la speranza differisce dal timore, che ha per oggetto il male.
- Secondo, che sia futuro: poiché la speranza non riguarda ciò che attualmente si possiede.
E in ciò la speranza differisce dal godimento, che ha per oggetto il bene presente.
- Terzo, si richiede che sia qualcosa di arduo, raggiungibile con obiezioni: infatti uno non può dire di sperare cose da poco, che subito può avere in suo potere.
E in ciò la speranza si distingue dal desiderio o cupidigia, che riguarda il bene futuro in genere; per cui appartiene al concupiscibile, mentre la speranza va attribuita all'irascibile.
- Quarto, si richiede che tale cosa ardua sia raggiungibile: infatti uno non può sperare ciò che in nessun modo può raggiungere.
E in questo la speranza si distingue dalla disperazione.
Così dunque è evidente che la speranza è distinta dal desiderio, come le passioni dell'irascibile sono distinte da quelle del concupiscibile.
E per questo motivo la speranza presuppone il desiderio: come tutte le passioni dell'irascibile presuppongono quelle del concupiscibile, secondo le spiegazioni già date [ q. 25, a. 1 ].
1. S. Agostino mette la cupidigia al posto della speranza perché entrambe riguardano un bene futuro; e poiché un bene che non è arduo quasi non viene considerato, sembra che la cupidigia non abbia da tendere che verso il bene arduo, verso il quale tende pure la speranza.
2. L'oggetto della speranza non è semplicemente il bene futuro, ma il bene futuro arduo e difficile da raggiungersi, come si è già spiegato [ nel corpo ].
3. L'oggetto della speranza aggiunge all'oggetto del desiderio non soltanto la possibilità [ o raggiungibilità ], ma anche l'arduità: e questa fa sì che la speranza appartenga a un'altra facoltà, cioè all'irascibile, che ha per oggetto l'arduo, come si è visto nella Prima Parte [ q. 81, a. 2 ].
- Tuttavia la distinzione tra possibile e impossibile non è del tutto accidentale per l'oggetto della facoltà appetitiva.
Poiché l'appetito è un principio di moto, e ogni moto ha come termine una cosa possibile: infatti nessuno si muove verso ciò che ritiene impossibile raggiungere.
In base a ciò dunque la speranza differisce dalla disperazione secondo la distinzione tra possibile e impossibile.
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