Summa Teologica - I-II |
In Psalm. 18
Pare che l'amore non causi il timore.
1. Chi introduce una cosa ne è causa.
Ora, S. Agostino [ In I ep. Ioh. tract. 9 ] afferma che « il timore introduce l'amore di carità ».
Quindi il timore è causa dell'amore, e non viceversa.
2. Il Filosofo [ Reth. 2,5 ] scrive che « i più temuti sono quelli dai quali ci aspettiamo del male ».
Ma dal fatto che ci aspettiamo del male da qualcuno siamo spinti piuttosto a odiarlo che ad amarlo.
Quindi il timore è causato più dall'odio che dall'amore.
3. Come si è già detto [ q. 42, a. 3 ], ciò che dipende da noi stessi non è una cosa temibile.
Ma ciò che deriva dall'amore proviene massimamente dall'intimo del cuore.
Quindi il timore non è prodotto dall'amore.
Scrive S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 33 ]: « Nessuno pensa che il nostro temere abbia altra causa all'infuori della paura di perdere ciò che amiamo, o di non raggiungere ciò che speriamo ».
Quindi ogni timore è causato da ciò che amiamo.
Di conseguenza l'amore è causa del timore.
Gli oggetti stanno alle passioni come le forme stanno agli esseri naturali e ai prodotti dell'arte: poiché le passioni ricevono la loro specie dagli oggetti, come le cose suddette dalle loro forme.
Quindi quanto causa una forma causa pure la realtà che essa costituisce: per cui tutto ciò che in qualche modo è causa dell'oggetto è anche causa della passione corrispondente.
Ora, una cosa può essere causa dell'oggetto come causa efficiente, oppure come disposizione materiale.
Per es., l'oggetto del piacere è il bene raggiunto ritenuto conveniente: ora, la causa efficiente di questo oggetto è ciò che ce lo fa raggiungere, o che lo rende conveniente e buono, o che ci dà la convinzione di tale bontà; ne è invece causa come disposizione materiale l'abito, oppure qualsiasi altra predisposizione in forza della quale per uno diviene conveniente, almeno in apparenza, il bene da lui raggiunto.
Venendo al caso nostro, l'oggetto del timore è quanto viene considerato un male futuro e imminente, al quale non è facile resistere.
E così ciò che può arrecare tale male è causa efficiente dell'oggetto del timore, e quindi del timore stesso.
Ciò che invece predispone il soggetto a considerare temibile in quel modo una data realtà ne è causa come disposizione materiale.
E in questo senso l'amore è causa del timore: infatti proprio perché uno ama un bene ne deriva che ciò che priva di esso è per lui un male, e come tale è temuto.
1. Come si è già visto [ q. 42, a. 1 ], in primo luogo e di per sé il timore ha di mira un male da fuggire, che si oppone a un bene amato.
Quindi di per sé è il timore che nasce dall'amore.
- Però, secondariamente, il timore ha di mira colui dal quale tale male deriva.
E da questo lato talvolta il timore porta indirettamente all'amore: un uomo, p. es., temendo di essere punito da Dio, ne custodisce i comandamenti; e così comincia a sperare, e la speranza porta all'amore, come si è detto [ q. 40, a. 7 ].
2. Colui dal quale ci si aspetta del male in un primo tempo è odiato, ma dopo che si è cominciato a sperarne del bene comincia a essere amato.
Invece il bene contrario al male temuto era oggetto di amore fin dal principio.
3. L'argomento è valido per la causalità efficiente del male temibile.
Ora, l'amore è causa di questo male come disposizione materiale, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].
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