Summa Teologica - I-II |
Supra, q. 27, a. 4, ad 3; infra, q. 62, a. 4, ad 3; II-II, q. 17, a. 8; De Virt., q. 4, a. 3
Pare che la speranza non causi l'amore.
1. S. Agostino [ De civ. Dei 14,7 ] insegna che il primo affetto dell'animo è l'amore.
Ma la speranza è un affetto dell'anima.
Quindi l'amore precede la speranza.
E così la speranza non causa l'amore.
2. Il desiderio precede la speranza.
Ma il desiderio, come si è visto [ q. 25, a. 2; q. 28, a. 6, ad 2 ], è causato dall'amore.
Perciò anche la speranza segue l'amore.
Quindi non può causarlo.
3. La speranza causa il piacere, come si è detto [ q. 32, a. 3 ].
Ma il piacere ha per oggetto il bene amato.
Quindi l'amore precede la speranza.
Commentando il testo evangelico [ Mt 1,2 ]: « Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe », la Glossa [ interlin. ] spiega: « cioè la fede generò la speranza e la speranza la carità ».
Ora, la carità è amore.
Quindi l'amore è causato dalla speranza.
La speranza può avere di mira due cose.
Infatti ha di mira come oggetto il bene sperato.
Ma poiché il bene sperato è l'arduo raggiungibile, che però qualche volta è raggiungibile da noi non con i nostri mezzi, bensì con quelli altrui, la speranza ha di mira anche il mezzo che ce lo fa raggiungere.
Quindi, in quanto la speranza ha di mira il bene sperato, è causata dall'amore: infatti non si concepisce una speranza che non sia di un bene amato e desiderato.
- In quanto invece la speranza ha di mira colui che ci rende possibile una cosa, la speranza causa l'amore, e non viceversa.
Poiché dal fatto che speriamo da qualcuno il conferimento di un bene, ci muoviamo verso di lui come verso un nostro bene: e così cominciamo ad amarlo.
Per il fatto invece che amiamo qualcuno non speriamo da lui se non accidentalmente, in quanto cioè crediamo di essere riamati da lui.
Per cui, essendo amati da lui, speriamo da lui; ma l'amore che nutriamo per lui è stato causato dalla speranza in lui.
E così è evidente anche la risposta alle obiezioni.
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