Summa Teologica - I-II |
In 3 Sent., d. 34, q. 1, a. 3
Pare che i doni dello Spirito Santo non rimangano nella patria.
1. S. Gregorio [ Mor. 2,49 ] afferma che « lo Spirito Santo con i sette doni conforta l'anima contro le varie tentazioni ».
Ma nella patria [ beata ] non ci sarà tentazione alcuna, secondo le parole di Isaia [ Is 11,9 ]: « Non agiranno più iniquamente, e non saccheggeranno più in tutto il mio santo monte ».
Quindi nella patria non ci saranno i doni dello Spirito Santo.
2. Come sopra [ a. 3 ] si è detto, i doni dello Spirito Santo sono abiti.
Ma gli abiti sarebbero inutili in mancanza degli atti.
Ora, nella patria non si possono avere gli atti di certi doni: infatti S. Gregorio [ Mor. 1,32 ] afferma che « l'intelletto fa penetrare le cose udite, il consiglio impedisce la precipitazione, la fortezza fa non temere le cose avverse e la pietà riempie le viscere del cuore con opere di misericordia »: tutte cose incompatibili con le condizioni della patria beata.
Perciò questi doni non ci saranno nello stato di gloria
3. Alcuni doni perfezionano l'uomo nella vita contemplativa, come la sapienza e l'intelletto, altri invece nella vita attiva, come la pietà e la fortezza.
Ma al dire di S. Gregorio [ Mor. 6,37 ] « la vita attiva termina con la vita presente ».
Quindi nello stato di gloria non ci saranno i doni dello Spirito Santo.
S. Ambrogio [ De Sp. Sancto 1,16 ] insegna: « La città di Dio, la Gerusalemme celeste, non viene purificata dal corso di alcun fiume terrestre, ma il fiume che nasce dalla fonte di vita dello Spirito Santo, di cui noi gustiamo un piccolo sorso, scorrerà con sovrabbondanza tra quegli spiriti celesti, straripante col fuoco delle sue sette spirituali virtù ».
Possiamo considerare i doni sotto due aspetti.
Primo, nella loro essenza: e da questo lato ci saranno, e perfettissimamente, nella patria, come è dimostrato dalle parole di S. Ambrogio sopra riportate [ s.c. ].
E il motivo è che i doni predispongono l'anima umana ad assecondare la mozione dello Spirito Santo: il che avverrà specialmente nella patria, quando Dio sarà, al dire di S. Paolo [ 1 Cor 15,28 ], « tutto in tutti », e l'uomo sarà totalmente sottomesso a Dio.
- Secondo, li possiamo considerare rispetto alla materia intorno alla quale operano: e così al presente hanno un'operazione che non potranno avere nello stato di gloria.
E in questo senso non potranno rimanere nella patria, come sopra [ q. 67, a. 1 ] si è detto a proposito delle virtù cardinali.
1. S. Gregorio qui parla dei doni come si addicono allo stato presente: adesso, infatti, i doni ci proteggono dalle tentazioni del male.
Nello stato di gloria invece, venendo a cessare il male, i doni dello Spirito Santo ci stabiliranno nel bene.
2. S. Gregorio quasi per ciascun dono determina ciò che passa con lo stato presente e ciò che rimane anche in quello futuro.
Infatti egli insegna [ l. cit. nell'ob. ] che « la sapienza nutre l'anima con la speranza e con la certezza delle realtà eterne »: e di queste due cose la speranza passa, mentre la certezza rimane.
- Dell'intelletto afferma che « nell'atto in cui penetra le cose udite, mentre rinfranca il cuore, ne illumina le tenebre »: e anche qui l'ascoltare passa, poiché al dire di Geremia [ Ger 31,34 ] « non dovranno più istruirsi gli uni gli altri », mentre l'illuminazione della mente rimarrà.
- A proposito del consiglio dice che « impedisce la precipitazione », il che si richiede al presente, e poi che « riempie l'animo con la ragione », e questo è necessario anche nel futuro.
- Sulla fortezza dice che « non teme le avversità », e ciò è necessario al presente, e poi che « ammannisce il cibo della fiducia », il che rimane anche nel futuro.
- A proposito della scienza indica una cosa soltanto, cioè che essa « toglie il digiuno dell'ignoranza », il che riguarda lo stato presente.
Nominando però poi « il ventre della mente » può far pensare in senso figurato alla pienezza di conoscenza che spetta allo stato futuro.
- Invece a proposito della pietà afferma che « riempie le viscere del cuore con opere di misericordia ».
Espressione questa che, così come suona, si riferisce allo stato presente.
Ma l'intima tenerezza verso il prossimo, indicata nelle « viscere del cuore », appartiene anche allo stato futuro, nel quale la pietà non offrirà opere di misericordia, bensì un tributo di congratulazioni.
- Del timore infine dice che « umilia l'anima, perché non si insuperbisca delle cose presenti », e questo si riferisce allo stato attuale, e ancora che « la conforta col cibo della speranza quanto alle realtà future »: e anche questo appartiene allo stato presente, quanto alla speranza; può tuttavia appartenere anche allo stato futuro quanto al conforto che procurano le stesse realtà, qui sperate e là possedute.
3. L'argomento fa forza sulla materia dei doni: infatti le opere della vita attiva non potranno più essere materia dei doni; questi però avranno i loro atti per le cose riguardanti la vita contemplativa, che è la vita beata.
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