Summa Teologica - I-II |
In Matth., c. 5
Pare che i premi assegnati alle beatitudini non appartengano a questa vita.
1. Alcuni, come si è visto [ a. prec. ], vengono detti beati per la speranza del premio.
Ma l'oggetto della speranza è la beatitudine futura.
Quindi i premi indicati appartengono alla vita futura.
2. In S. Luca [ Lc 6,25 ] troviamo delle pene contrapposte alle beatitudini: « Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete ».
Ma queste pene non si riferiscono a questa vita, poiché spesso gli uomini qui non vengono puniti, come notava Giobbe [ Gb 21,13 ]: « Finiscono nel benessere i loro giorni ».
Perciò neppure i premi delle beatitudini appartengono alla vita presente.
3. Il regno dei cieli, assegnato come premio della povertà, è la beatitudine celeste, come afferma S. Agostino [ De civ. Dei 17,7 ].
E anche la sazietà completa non si avrà che nella vita futura, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 17,15 ]: « Mi sazierò quando sarà apparsa la tua gloria ».
E così pure la visione di Dio e la manifestazione della nostra figliolanza divina appartengono alla vita futura, come dice S. Giovanni [ 1 Gv 3,2 ]: « Noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora manifestato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è ».
Quindi i premi suddetti appartengono alla vita futura.
S. Agostino [ De serm. Dom. in monte 1,4.11 ] afferma: « In questa vita è possibile vedere il compimento di queste promesse, come le crediamo adempiute negli Apostoli.
Poiché quella trasmutazione totale nella forma angelica che è promessa dopo questa vita non può essere spiegata con alcuna parola ».
A proposito di questi premi i commentatori della Sacra Scrittura si sono espressi in vari sensi.
Infatti alcuni, come S. Ambrogio [ In Lc 5, su 6,20 ], affermano che tutti questi premi appartengono alla beatitudine futura.
S. Agostino [ De serm. Dom. in monte 1,4.11 ] invece sostiene che appartengono alla vita presente.
Il Crisostomo poi [ In Mt hom. 5 ] afferma che alcuni di essi appartengono alla vita futura e altri alla vita presente.
Per chiarire la cosa si deve notare che la speranza della beatitudine futura può trovarsi in noi in due modi: primo, mediante una preparazione o disposizione alla futura beatitudine, sotto forma di merito; secondo, mediante un inizio imperfetto della futura beatitudine, realizzato nei santi anche in questa vita.
Infatti la speranza di veder fruttificare un albero quando esso si copre di foglie è diversa da quella determinata dall'apparire dei frutti incipienti.
Così dunque quanto nelle beatitudini è accennato come merito costituisce una preparazione o disposizione alla beatitudine, perfetta o iniziale.
Quanto invece è presentato come premio può essere o la stessa beatitudine perfetta, e allora appartiene alla vita futura, oppure un inizio di beatitudine, come avviene nei santi, e allora il premio appartiene alla vita presente.
Infatti quando uno inizia a progredire negli atti delle virtù e dei doni, si può sperare che giungerà alla perfezione sia come viatore che come cittadino del cielo.
1. La speranza ha per oggetto la beatitudine futura come ultimo fine, ma può avere per oggetto anche l'aiuto della grazia quale mezzo per raggiungerla, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 28,7 ]: « Ho posto in lui la mia fiducia, e mi ha dato aiuto ».
2. I malvagi, sebbene talora non soffrano in questa vita pene temporali, soffrono tuttavia quelle spirituali.
Perciò S. Agostino [ Conf. 1,12.19 ] diceva: « Hai comandato, o Signore, e così è, che l'animo disordinato sia pena a se stesso ».
E il Filosofo [ Ethic. 9,4 ] afferma dei malvagi che « la loro anima è in guerra, e una cosa la trascina da una parte e una dall'altra »; e conclude: « Ora, se è cosa tanto miserabile essere malvagi, bisogna fuggire con forza la malizia ».
- Parimenti i buoni, sebbene in questa vita non ricevano talora dei premi materiali, tuttavia non mancano mai di quelli spirituali, secondo le parole evangeliche [ Mt 19,29; Mc 10,30 ]: « Riceverete il centuplo anche in questa vita ».
3. Tutti i premi ricordati saranno perfetti nella vita futura, ma nel frattempo anche in questa vita hanno in qualche modo un inizio.
Infatti per regno dei cieli, come dice S. Agostino [ l. cit. nel s.c., c. 1 ], può essere inteso l'inizio della sapienza perfetta, in quanto nei giusti comincia a regnare lo spirito.
E anche il possedere la terra può indicare gli affetti buoni dell'anima che riposa col desiderio nella stabilità e sicurezza dell'eredità eterna, indicata dal termine terra.
Inoltre [ i giusti ] sono consolati in questa vita partecipando dello Spirito Santo, chiamato appunto Paraclito, ossia Consolatore.
Sono poi saziati anche in questa vita con quel cibo di cui disse il Signore [ Gv 4,34 ]: « Mio cibo è fare la volontà del Padre mio ».
E ancora in questa vita gli uomini ricevono la misericordia di Dio.
Anche in questa vita poi, con l'occhio purificato dal dono dell'intelletto, è possibile in qualche modo vedere Dio.
E così pure coloro che in questa vita pacificano le loro passioni, avvicinandosi alla somiglianza con Dio, sono chiamati figli di Dio.
- Tuttavia queste cose si realizzeranno in modo più perfetto nella patria.
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