Summa Teologica - II-II |
Pare che il culto degli infedeli non vada tollerato.
1. È evidente che gli infedeli osservando il loro culto commettono peccato.
Ora, chi potendolo non proibisce un peccato mostra di approvarlo, come dice la Glossa [ di Ambr. ] a proposito di quel testo di S. Paolo [ Rm 1,32 ]: « non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa ».
Quindi peccano coloro che tollerano il culto suddetto.
2. I riti dei Giudei vanno paragonati all'idolatria; infatti la Glossa [ P. Lomb. di Agost. ], commentando quel testo di S. Paolo [ Gal 5,1 ]: « Non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù », afferma: « Questa schiavitù della legge non è più leggera dell'idolatria ».
Ora, non si sopporterebbe che uno esercitasse il culto idolatrico: anzi, i principi cristiani fecero prima chiudere e poi distruggere i templi degli idoli, come riferisce S. Agostino [ De civ. Dei 18,54 ].
Perciò non si devono tollerare neppure i riti dei Giudei.
3. Abbiamo detto sopra [ a. 3 ] che il peccato di infedelità è tra i più gravi.
Ma gli altri peccati, come l'adulterio, il furto e simili, non sono tollerati, bensì puniti dalle leggi.
Quindi anche i vari culti degli infedeli non devono essere tollerati.
Nel Decreto [ di Graz. 2,45,3 ], a proposito degli Ebrei, S. Gregorio afferma: « Abbiano piena licenza di osservare e di celebrare tutte le loro feste, come hanno fatto sinora e come fecero i loro padri nel corso di lunghi secoli ».
Il governo dell'uomo deriva da quello di Dio, e deve imitarlo.
Ora Dio, sebbene sia onnipotente e buono in sommo grado, permette tuttavia che avvengano nell'universo alcuni mali che egli potrebbe impedire, per non eliminare con la loro soppressione beni maggiori, oppure per impedire mali peggiori.
Parimenti anche nel governo umano chi comanda tollera giustamente certi mali per non impedire dei beni, o anche per non andare incontro a mali peggiori.
S. Agostino [ De ord. 2,4.11 ], p. es., affermava: « Togliete le meretrici dal consorzio umano, e avrete turbato tutto con lo scatenamento delle passioni ».
Perciò, sebbene gli infedeli pecchino con i loro riti, tuttavia questi possono essere tollerati, o per un bene che ne può derivare, o per un male che così è possibile evitare.
Ora, quando gli Ebrei osservano i loro riti, nei quali un tempo era prefigurata la verità della nostra fede, abbiamo una testimonianza a favore della fede da parte dei suoi nemici, e in modo figurale ci viene così presentato ciò che noi crediamo.
Quindi il loro culto è tollerato.
Invece i culti degli altri infedeli, che non presentano alcun aspetto di verità o di utilità, non meritano di essere tollerati se non per evitare qualche danno: cioè per evitare scandali o discordie che ne potrebbero derivare, oppure per togliere un ostacolo alla salvezza di coloro che con questa tolleranza un poco per volta potranno convertirsi alla fede.
E così talvolta la Chiesa ha tollerato i culti degli eretici e dei pagani, quando era grande la moltitudine degli infedeli.
Sono così risolte anche le obiezioni.
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