Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se uno possa sperare la beatitudine eterna di un altro

De Virt., q. 4, a. 4

Pare che uno possa sperare la beatitudine eterna di un altro.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Fil 1,6 ] scrive: « Sperando che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù ».

Ma il compimento di quel giorno sarà la beatitudine eterna.

Quindi uno può sperare per altri la beatitudine eterna.

2. Ciò che noi chiediamo a Dio speriamo di ottenerlo.

Ma a Dio noi chiediamo di condurre gli altri alla felicità eterna, secondo le parole di S. Giacomo [ Gc 5,16 ]: « Pregate gli uni per gli altri per essere salvi ».

Quindi possiamo sperare per altri la beatitudine eterna.

3. La speranza e la disperazione hanno il medesimo oggetto.

Ora, uno può disperare della beatitudine eterna di qualcuno: altrimenti non si spiegherebbe l'affermazione di S. Agostino [ Serm. 11 ] secondo cui « non si deve disperare di nessuno durante la sua vita ».

Perciò uno può sperare la vita eterna di altri.

In contrario:

S. Agostino [ Enchir. 8 ] insegna che « non si ha vera speranza che per le cose riguardanti colui che è interessato al loro conseguimento ».

Dimostrazione:

Una cosa può essere oggetto di speranza in due modi.

Primo, in senso assoluto: e in questo modo lo è soltanto il bene arduo del soggetto che spera.

Secondo, [ in senso ipotetico, cioè ] presupponendo altre cose: e così può essere oggetto di speranza anche il bene altrui.

Per chiarire la cosa bisogna notare che l'amore e la speranza differiscono in questo, che il primo implica una certa unione di chi ama con l'oggetto amato, mentre la speranza implica un moto o tendenza dell'appetito verso un bene arduo.

Ora, l'unione interessa sempre due esseri distinti: per cui nell'amore uno riguarda direttamente un altro che tende a unire a sé, considerandolo un altro se stesso. Invece un moto ha sempre per oggetto il proprio termine proporzionato alla mozione: quindi la speranza riguarda direttamente il proprio bene, e non quanto può interessare altri.

Presupposta però l'unione affettiva con altri, uno può desiderare e sperare qualcosa per essi come per se medesimo.

E in questo senso uno può sperare per altri la vita eterna, in quanto è unito ad essi con l'amore.

E come è identica la carità con la quale uno ama Dio, se stesso e il prossimo, così è identica la virtù della speranza con cui uno spera per sé e per altri.

Sono così risolte anche le obiezioni.

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