Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 27, q. 2, a. 4, sol. 1; De Virt., q. 2, a. 4
Pare che la carità non sia una virtù unica.
1. Gli abiti si distinguono secondo gli oggetti.
Ora, la carità ha due oggetti che sono tra loro infinitamente distanti, cioè Dio e il prossimo.
Quindi la carità non è una virtù unica.
2. Anche se l'oggetto è identico nella realtà, bastano le sue diverse ragioni di oggetto per diversificare gli abiti, come sopra [ q. 17, a. 6, ad 1; I-II, q. 54, a. 2, ad 1 ] si è spiegato.
Ma le ragioni per amare Dio sono molteplici: poiché siamo tenuti ad amarlo per ciascuno dei suoi benefici.
Quindi la carità non è una virtù unica.
3. Nella carità è inclusa l'amicizia verso il prossimo.
Ora, il Filosofo [ Ethic. 8, cc. 3,11,12 ] elenca diverse specie di amicizia.
Perciò la carità non è un'unica virtù, ma è suddivisa in diverse specie.
Come Dio è l'oggetto della fede, così lo è anche della carità.
Ma la fede è una virtù unica, per l'unità della verità divina, secondo l'affermazione di S. Paolo [ Ef 4,5 ]: « Una sola fede ».
Quindi anche la carità è una virtù unica, per l'unità della bontà divina.
La carità, come si è detto [ a. 1 ], è un'amicizia dell'uomo con Dio.
Ora, nell'amicizia si riscontrano diverse specie.
Prima di tutto in base alla diversità dei fini: e in questo senso abbiamo tre specie di amicizia, cioè le amicizie basate sull'utilità, sul piacere e sull'onestà.
In secondo luogo in base alla diversità delle compartecipazioni su cui si fonda l'amicizia: come l'amicizia dei consanguinei è distinta da quella dei concittadini e dei compagni di viaggio, secondo l'esempio di Aristotele [ Ethic. 8,12 ].
- Ora, la carità non può essere suddivisa in nessuno dei modi indicati.
Infatti il suo fine è unico, cioè la bontà divina.
Ed è anche unica la compartecipazione della beatitudine eterna, su cui si fonda questa amicizia.
Perciò rimane che la carità è in modo assoluto un'unica virtù, senza pluralità di specie.
1. L'argomento sarebbe valido se Dio e il prossimo fossero oggetto della carità in modo uguale.
Ma ciò non è vero: poiché Dio ne è l'oggetto principale, mentre il prossimo è amato per amore di Dio.
2. Con la carità Dio è amato per se stesso.
Perciò la carità considera una sola ragione principale nell'amore, cioè la bontà di Dio che si identifica con la sua natura, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 106,1 ]: « Celebrate il Signore, perché è buono ».
Le altre ragioni invece che inducono, oppure obbligano, ad amarlo, sono secondarie e dipendono dalla prima.
3. Le amicizie umane di cui parla il Filosofo hanno fini e partecipazioni diverse.
Ma ciò non avviene nella carità, come si è visto [ nel corpo ].
Perciò il paragone non regge.
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