Summa Teologica - II-II

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Articolo 9 - Se con la carità uno debba amare più il figlio che il padre

In 3 Sent., d. 20, q. 1, a. 7; De Virt., q. 2, a. 9, ad 18; In Matth., c. 10; In Ephes., c. 5, lect. 10; In 8 Ethic., lect. 12

Pare che con la carità uno debba amare più il figlio che il padre.

Infatti:

1. Dobbiamo amare di più le persone che più siamo tenuti a beneficare.

Ora, noi siamo tenuti a beneficare più i figli che i genitori, poiché l'Apostolo [ 2 Cor 12,14 ] insegna: « Non spetta ai figli mettere da parte per i genitori ».

Quindi i figli devono essere amati più dei genitori.

2. La grazia perfeziona la natura.

Ma i genitori, come nota il Filosofo [ Ethic. 8,12 ], amano i figli più di quanto siano amati da loro.

Perciò siamo tenuti ad amare più i figli che i genitori.

3. La carità rende l'affetto umano conforme a Dio.

Ma Dio ama i suoi figli più di quanto sia da loro amato.

Quindi anche noi dobbiamo amare i figli più dei genitori.

In contrario:

S. Ambrogio [ Orig., In Ct hom. 2, su 2,4 ] insegna: « Prima di tutto dobbiamo amare Dio, in secondo luogo i genitori, quindi i figli e poi gli altri familiari ».

Dimostrazione:

Come sopra [ a. 4, ad 1; a. 7 ] si è detto, il grado dell'amore può essere misurato da due punti di vista.

Primo, dal lato dell'oggetto.

E da questo lato dev'essere amato di più ciò che ha maggiormente natura di bene, ed è più simile a Dio.

E in questo senso il padre è da amarsi più del figlio: poiché amiamo il padre sotto l'aspetto del principio, cioè di una cosa che è un bene più eminente e più simile a Dio.

Secondo, i gradi dell'amore possono essere desunti dal lato del soggetto che ama.

E allora si amano di più le persone maggiormente congiunte.

E da questo lato il figlio è da amarsi più del padre, come spiega il Filosofo [ Ethic. 8,12 ].

Primo, perché i genitori amano i figli come qualcosa di se stessi, mentre il padre non è qualcosa del figlio: per cui l'amore di un padre verso i figli è più affine all'amore con cui uno ama se stesso.

- Secondo, perché i genitori sanno meglio quali sono i loro figli, piuttosto che viceversa.

- Terzo, perché il figlio, in qualità di parte, è più unito al padre di quanto il padre in qualità di principio non sia unito al figlio.

- Quarto, perché i genitori hanno amato più a lungo: il padre, infatti, comincia subito ad amare il figlio, mentre il figlio inizia ad amare il padre dopo un certo tempo.

Ora, l'amore più è prolungato e più è forte, secondo le parole della Scrittura [ Sir 9,14 ]: « Non abbandonare un vecchio amico, perché quello recente non è uguale a lui ».

Analisi delle obiezioni:

1. Al principio è dovuto l'onore e la sottomissione del rispetto; all'effetto invece spetta ricevere proporzionalmente l'influsso causale del principio e la sua assistenza.

E così i figli sono più tenuti a onorare i genitori, mentre questi sono più tenuti a provvedere ai figli.

2. Il padre per natura ama di più il figlio in base al legame più stretto che lo unisce a lui.

Ma in base alla superiorità della bontà paterna il figlio per natura ama di più il padre.

3. Come dice S. Agostino [ De doctr. christ. 1,32.35 ], « Dio ci ama a nostro vantaggio e a suo onore ».

Siccome dunque il padre ha con noi, a somiglianza di Dio, una relazione di principio, al padre propriamente spetta di essere onorato dai figli; ai figli invece spetta di essere assistiti materialmente dai genitori.

- Tuttavia in caso di necessità il figlio ha l'obbligo strettissimo di provvedere ai genitori, in forza dei benefici da essi ricevuti.

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