Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 27, q. 3, a. 2; De Virt., q. 2, a. 10, ad 5
Pare che non si possa amare Dio totalmente.
1. L'amore segue la conoscenza.
Ma Dio non può essere da noi conosciuto totalmente, poiché ciò significherebbe averne la comprensione.
Quindi Dio non può essere da noi amato totalmente.
2. L'amore, come dice Dionigi [ De div. nom. 4 ], è una specie di unione.
Ma il cuore dell'uomo non può unirsi a Dio totalmente poiché, come dice S. Giovanni [ 1 Gv 3,20 ], « Dio è più grande del nostro cuore ».
Perciò Dio non può essere amato totalmente.
3. Dio ama se stesso totalmente.
Se quindi fosse amato così da qualche altro, costui amerebbe Dio quanto Dio ama se stesso.
Ma ciò è impossibile.
Quindi Dio non può essere amato totalmente da nessuna creatura.
Sta scritto [ Dt 6,5 ]: « Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore ».
L'amore viene concepito come qualcosa che sta in mezzo tra chi ama e la cosa amata.
Perciò la domanda se si possa amare Dio totalmente può essere intesa in tre modi.
Primo, riferendo la totalità alla cosa amata.
E in questo senso Dio deve essere amato totalmente: poiché l'uomo è tenuto ad amare tutto ciò che appartiene a Dio.
- Secondo, può essere intesa in modo da riferire la totalità a chi ama.
E anche in questo senso Dio deve essere amato totalmente: poiché l'uomo è tenuto ad amare Dio con tutte le sue forze, e a ordinare all'amore di Dio tutte le sue risorse, secondo le parole citate del Deuteronomio: « Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore ».
- Terzo, può essere intesa riferendo la totalità al confronto tra chi ama e la cosa amata, cioè in modo che la misura di chi ama sia pari a quella dell'oggetto amato.
E ciò è impossibile.
Siccome infatti ogni essere in tanto è amabile in quanto è buono, Dio, la cui bontà è infinita, è infinitamente amabile; ma nessuna creatura può amare Dio infinitamente, poiché qualsiasi virtù della creatura, sia naturale che infusa, è sempre finita.
Sono così risolte anche le obiezioni.
Poiché le prime tre obiezioni sono impostate sul terzo significato della domanda, mentre l'ultima [ s. c. ] punta sul secondo.
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