Summa Teologica - II-II

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Articolo 14 - Se la prudenza si trovi in tutti coloro che sono in grazia

De Verit., q. 5, a. 1; In Rom., c. 8, lectt. 1, 2; In 6 Ethic., lect. 10

Pare che la prudenza non si trovi in tutti coloro che sono in grazia.

Infatti:

1. La prudenza richiede una certa accortezza nel provvedere alle azioni da compiere.

Ora, molti di coloro che sono in grazia mancano di tale accortezza.

Quindi non tutti quelli che sono in grazia possiedono la prudenza.

2. È prudente, come si è detto [ a. 8, ob. 2; a. 13, ob. 3 ], chi è capace di ben consigliarsi, o deliberare.

Ma non pochi di coloro che sono in grazia sono privi di questa capacità, e hanno bisogno di essere guidati dal consiglio altrui.

Quindi non tutti coloro che sono in grazia hanno la prudenza.

3. Come scrive il Filosofo [ Topic. 3,2 ], « non consta che i giovani siano prudenti ».

Ma molti giovani sono in grazia.

Perciò la prudenza non si riscontra in tutti coloro che sono in grazia.

In contrario:

Nessuno ha la grazia se non è virtuoso.

Ma nessuno può essere virtuoso se non ha la prudenza: infatti S. Gregorio [ Mor. 2,46 ] afferma che « le altre virtù, se non eseguono con prudenza ciò a cui tendono, non possono essere virtù ».

Quindi tutti coloro che sono in grazia hanno la prudenza.

Dimostrazione:

Le virtù sono necessariamente connesse, in modo che chi ne possiede una deve possederle tutte, come sopra [ I-II, q. 65 ] si è dimostrato.

Ora, chiunque possiede la grazia possiede la carità.

Quindi è necessario che abbia tutte le altre virtù.

E così, essendo la prudenza una virtù, come si è già visto [ a. 4 ], è necessario che abbia la prudenza.

Analisi delle obiezioni:

1. Ci sono due generi di accortezza.

La prima è sufficiente per le cose necessarie alla salvezza dell'anima.

E tale accortezza viene data a tutti coloro che sono in grazia e ai quali, come dice S. Giovanni [ 1 Gv 2,27 ], « l'unzione insegna ogni cosa ».

- La seconda accortezza invece, più completa, fa sì che uno possa provvedere per sé e per gli altri non solo nelle cose necessarie alla salvezza, ma anche in tutte le altre riguardanti la vita umana.

E tale accortezza non si riscontra in tutti coloro che sono in grazia.

2. Chi ha bisogno del consiglio altrui sa provvedere a se stesso, se è in grazia, almeno nel senso di saper chiedere i consigli altrui, e discernere i consigli buoni da quelli cattivi.

3. La prudenza acquisita viene causata dalla ripetizione degli atti e quindi, secondo Aristotele [ Ethic. 2,1 ], « per nascere ha bisogno di esperienza e di tempo ».

Per cui non può trovarsi nei giovani, né come abito, né come atto.

- Ma la prudenza soprannaturale viene causata dall'infusione divina.

Per cui nei bambini battezzati privi di ragione c'è la prudenza come abito, non però come atto; e così pure nei dementi.

Invece in coloro che hanno l'uso di ragione vi si trova anche come atto rispetto alle cose necessarie alla salvezza; ma con l'esercizio si merita il suo aumento fino alla perfezione, come accade anche per le altre virtù.

Per cui l'Apostolo [ Eb 5,14 ] diceva che « il nutrimento solido è per gli uomini fatti, cioè per quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il bene dal male ».

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