Summa Teologica - II-II |
Pare che la negligenza non sia un peccato specifico.
1. La negligenza si oppone alla diligenza.
Ma la diligenza è richiesta in qualsiasi virtù, come è richiesta anche l'elezione, o scelta.
Quindi la negligenza non è un peccato specifico.
2. Un elemento che si trova in tutti i peccati non è un peccato speciale.
Ma la negligenza si riscontra in qualsiasi peccato: poiché chi pecca trascura sempre le cose che avrebbero potuto ritrarlo dal peccato, e chi si ostina nel peccato trascura di pentirsene.
Quindi la negligenza non è un peccato speciale.
3. Ogni peccato specifico ha una materia determinata.
Ma la negligenza non ha una materia determinata: essa infatti non ha per oggetto le azioni cattive o indifferenti, poiché il trascurarle non costituisce una negligenza per nessuno, e non ha per oggetto quelle buone, poiché se sono fatte negligentemente non sono più buone.
Quindi la negligenza non è un vizio specifico.
I peccati commessi per negligenza sono distinti da quelli commessi per disprezzo.
La negligenza dice mancanza della debita sollecitudine.
Ora, ogni mancanza di un atto doveroso ha natura di peccato.
È quindi evidente che la negligenza ha natura di peccato: e come la sollecitudine è l'atto di una virtù specifica, così la negligenza è un peccato specifico.
Ci sono infatti dei peccati specifici che hanno una materia speciale, come la lussuria, che riguarda i piaceri venerei, e ce ne sono altri che sono vizi specifici per la specificità dei loro atti, che pure si estendono a qualsiasi materia.
E tali sono tutti i vizi che riguardano gli atti della ragione: infatti qualsiasi atto della ragione si estende a tutte le azioni morali.
Come quindi la sollecitudine, secondo quanto si è dimostrato sopra [ q. 47, a. 9 ], è un atto specifico della ragione, così la negligenza, che implica un difetto di sollecitudine, è un peccato specifico.
1. La diligenza si identifica con la sollecitudine: poiché le cose che sono oggetto di dilezione vengono compiute con più sollecitudine.
Perciò in tutte le virtù si richiede la diligenza come si richiede la sollecitudine, in quanto si richiedono in esse i debiti atti della ragione.
2. In qualsiasi peccato ci deve essere una mancanza relativa a qualche atto della ragione: p. es. relativa al consiglio, o ad altri atti del genere.
Come quindi la precipitazione è un peccato specifico per l'omissione di uno specifico atto della ragione, cioè del consiglio o deliberazione, sebbene si possa verificare in qualsiasi genere di peccati, così la negligenza è un peccato specifico per la mancanza di quell'atto specifico della ragione che è la sollecitudine; sebbene essa possa verificarsi in qualsiasi genere di peccati.
3. Materia della negligenza sono propriamente le azioni buone che uno deve compiere: non nel senso che esse siano buone quando sono compiute con negligenza, ma inquantoché per colpa della negligenza viene menomata la loro bontà, sia che per mancanza di sollecitudine l'atto dovuto venga totalmente omesso, sia che venga omessa qualche sua debita circostanza.
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