Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la negligenza possa essere un peccato mortale

Pare che la negligenza non possa essere un peccato mortale.

Infatti:

1. A proposito di quelle parole di Giobbe [ Gb 9,28 ]: « Io temevo delle mie azioni », ecc., S. Gregorio [ Mor. 9,34 ] afferma che « uno scarso amore di Dio favorisce questa negligenza ».

Ma dove c'è il peccato mortale l'amore di Dio viene eliminato del tutto.

Quindi la negligenza non è un peccato mortale.

2. Spiegando le parole [ Sir 7,34 Vg ]: « Della tua negligenza mondati con poco », la Glossa [ ord. ] aggiunge: « Sebbene l'offerta sia piccola, tuttavia purifica le negligenze di molti peccati ».

Ma ciò non avverrebbe se la negligenza fosse un peccato mortale.

Quindi la negligenza non è un peccato mortale.

3. Nell'antica legge per i peccati mortali furono istituiti dei sacrifici, come risulta dal Levitico [ Lv 4ss ].

Per la negligenza invece non fu istituito alcun sacrificio.

Quindi la negligenza non è un peccato mortale.

In contrario:

Sta scritto [ Pr 19,16 ]: « Chi è negligente nella propria condotta morirà ».

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ a. prec., ad 3 ], la negligenza deriva da un rilassamento della volontà, la quale fa sì che la ragione non venga sollecitata a comandare gli atti che deve compiere, o il modo in cui deve compierli.

Può quindi capitare che la negligenza sia un peccato mortale in due modi.

Primo, a motivo di ciò che viene tralasciato per negligenza.

Se infatti è una cosa indispensabile per la salvezza, si tratti di un atto o di una circostanza, si ha un peccato mortale.

- Secondo, a motivo della causa.

Se infatti la volontà è tanto rilassata nelle cose di Dio da mancare totalmente di carità verso di lui, tale negligenza è un peccato mortale.

E ciò capita specialmente quando la negligenza deriva dal disprezzo.

- Se invece la negligenza si limita a trascurare un atto o una circostanza che non sono indispensabili alla salvezza, e ciò non è fatto per disprezzo, ma solo per una mancanza di fervore dovuta a un peccato veniale, allora la negligenza non è un peccato mortale, ma veniale.

Analisi delle obiezioni:

1. L'amore di Dio può essere scarso in due modi.

Primo, per una mancanza di fervore nella carità: e in questo caso si produce una negligenza che è peccato veniale.

Secondo, per una carenza della carità stessa: si dice infatti che l'amore di Dio è scarso quando uno ama Dio soltanto con un amore naturale.

E in questo caso si produce una negligenza che è peccato mortale.

2. « La piccola offerta fatta con mente umile e pura » di cui si parla in quel testo non toglie soltanto i peccati veniali, ma anche i mortali.

3. Quando la negligenza consiste nel tralasciare le cose che sono indispensabili per la salvezza, allora passa a un altro genere di peccato più evidente.

Infatti i peccati che si limitano agli atti interni sono più nascosti.

E così nell'antica legge non venivano prescritti dei sacrifici per essi: poiché l'oblazione dei sacrifici era come una pubblica confessione del peccato, confessione che non va fatta per i peccati occulti.

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