Giobbe

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Capitolo 9

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

La giustizia è al di sopra del diritto

1 Giobbe rispose dicendo:
2 In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
Gb 38-42
3 Se uno volesse disputare con lui, non gli risponderebbe una volta su mille.
4 Saggio di mente, potente per la forza, chi sì è opposto a lui ed è rimasto salvo?
5 Sposta le montagne e non lo sanno, egli nella sua ira le sconvolge.
Is 13,10.13
Gl 2,10
Gl 4,15-16
6 Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
7 Comanda al sole ed esso non sorge e alle stelle pone il suo sigillo.
Sal 19,5-7
Bar 3,34-35
8 Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare.
Sal 104,2
Is 40,22
Is 42,5
9 Crea l'Orsa e l'Orione, le Pleadi e i penetrali del cielo australe.
Gb 38,31-32
Am 5,8
10 Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare.
Gb 5,9
11 Ecco, mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non m'accorgo.
Gb 23,8-9
12 Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli può dire: « Che fai? ».
13 Dio non ritira la sua collera: sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.
Sal 89,11
14 Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli!
Gb 9,32
Gb 13,13s.18s
15 Se avessi anche ragione, non risponderei, al mio giudice dovrei domandare pietà.
Gb 23,1-7
16 Se io lo invocassi e mi rispondesse, non crederei che voglia ascoltare la mia voce.
Rm 9,20-21
17 Egli con una tempesta mi schiaccia, moltiplica le mie piaghe senza ragione,
18 non mi lascia riprendere il fiato, anzi mi sazia di amarezze.
Gb 7,19
19 Se si tratta di forza, è lui che dà il vigore; se di giustizia, chi potrà citarlo?
20 Se avessi ragione, il mio parlare mi condannerebbe; se fossi innocente, egli proverebbe che io sono reo.
21 Sono innocente? Non lo so neppure io, detesto la mia vita!
22 Per questo io dico: « È la stessa cosa »: egli fa perire l'innocente e il reo!
Qo 9,2-3
23 Se un flagello uccide all'improvviso, della sciagura degli innocenti egli ride.
24 La terra è lasciata in balia del malfattore: egli vela il volto dei suoi giudici; se non lui, chi dunque sarà?
Gb 12,9
25 I miei giorni passano più veloci d'un corriere, fuggono senza godere alcun bene,
26 volano come barche di giunchi, come aquila che piomba sulla preda.
27 Se dico: « Voglio dimenticare il mio gemito, cambiare il mio volto ed essere lieto »,
28 mi spavento per tutti i miei dolori; so bene che non mi dichiarerai innocente.
29 Se sono colpevole, perché affaticarmi invano?
30 Anche se mi lavassi con la neve e pulissi con la soda le mie mani,
Is 1,18
Sal 51,9
Ger 2,22
31 allora tu mi tufferesti in un pantano e in orrore mi avrebbero le mie vesti.
32 Poiché non è uomo come me, che io possa rispondergli: « Presentiamoci alla pari in giudizio ».
Qo 6,10
33 Non c'è fra noi due un arbitro che ponga la mano su noi due.
34 Allontani da me la sua verga sì che non mi spaventi il suo terrore:
Gb 13,21
35 allora io potrò parlare senza temerlo, perché così non sono in me stesso.
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Abbreviazioni
9,1-10,22 Risposta di Giobbe a Bildad
9,2-13 L'onnipotenza di Dio
9,5 sposta le montagne: i terremoti e le catastrofi naturali erano considerati manifestazioni dell'onnipotenza divina.
9,6 La terra riposa su « colonne », che Dio « scuote » quando ci sono terremoti
( Gb 38,6; Sal 75,4; Sal 104,5; 1 Sam 2,8 ).
I vv 5-7 riprendono le immagini dell'escatologia corrente ( cf. Am 8,9+ ).
9,7b Per impedir loro di brillare.
Bar 3,34 menziona l'ordine contrario.
9,8 L'autore risale, dai fenomeni fisici attuali, alle origini della creazione.
Allora, Dio « calpestò il dorso del mare », cioè gli impose il suo dominio, lo soggiogò da principio; la stessa espressione ritorna in Dt 33,29.
A proposito della personificazione del mare, cf. Gb 7,12+.
9,9 Orsa, Orione, Plèiadi: l'identificazione delle costellazioni è difficile.
I termini ebraici con cui vengono designate sono interpretati diversamente nelle antiche versioni greca e latina.
I LXX traducono: « colui che ha fatto le Pleiadi e Venere e Arturo e i penetrali del sud »; la volg. ha: « Arturo e Orione e le Iadi e i penetrali del sud ».
L'identificazione di queste costellazioni non è sicura.
9,13 Raab: mostro dell'antica mitologia, personificazione del caos primitivo e delle ampie distese dei mari.
Si alterna con Leviatan e Tannin, è la personificazione mitica delle acque primordiali, il mare ( Tiamat ).
Per affermare la signoria creatrice di Jahve, l'immaginazione popolare e poetica lo celebrava come il vincitore o l'aggressore di Raab ( cf. Gb 7,12+; Gb 26,12+;
Sal 89,11; Is 51,9 ).
In contesto storico, Raab personifica il mar Rosso, poi l'Egitto ( cf. Is 30,7;
Sal 87,4 ).
9,14-35 È inutile lottare con Dio
9,14 rispondergli: traduzione letterale.
Questo verbo ha spesso un significato giudiziario: prender la parola come testimone o per difendere la propria causa; per questo BJ traduce « difendermi ».
- Di fronte al Dio onnipotente, nello stesso tempo giudice e parte, Giobbe non può far ricorso alle forme ordinarie della procedura umana ( in altri passi del dialogo si ritrova questo desiderio di una giustificazione secondo le forme legali ).
Giobbe viene così a dubitare della sua stessa innocenza ( vv 20-21 ).
Più che la sapienza infinita dei giudizi di Dio ( che verranno difesi da Zofar, c 11 ), Giobbe ne considera l'apparente arbitrarietà ( cf. v 24).
9,17 con una tempesta: con il TM; BJ con sir. e Targum traduce: « per un capello ».
9,19 è lui che dà il vigore: il TM legge: « il vigoroso, ecco »;
BJ con Targum traduce: « egli vince in vigore »; alla lettera: « il vigoroso è lui ».
- potrà citarlo: con i LXX; il TM ha: « potrà citarmi ».
9,20 il mio parlare: alla lettera: « la mia bocca », con il TM;
BJ congettura: « la sua bocca ».
9,24 Giobbe, che crede senza restrizioni alla Provvidenza universale, non teme di addebitare a Dio la responsabilità di questi fatti « scandalosi ».
9,28 Elifaz e Bildad avevano raccomandato a Giobbe la docilità ( Gb 5,17; Gb 8,5-6 ).
Ma Giobbe sa che tale atteggiamento forzato non può modificare né la sua condizione reale né le disposizioni di Dio verso di lui.
9,30 Solo Dio può cancellare il peccato; il peccatore è impotente, ma trova una via di uscita nell'appellarsi alla misericordia di Dio ( cf. Sal 51 ).
Giobbe, che non ha coscienza di aver peccato, condivide questo senso di impotenza, senza però condividerne lo slancio.
9,31 in un pantano: con i LXX e volg.; il TM legge: « nella fossa. ».
9,35 Giobbe non vuol riconoscere una colpevolezza di cui non è convinto.