Summa Teologica - II-II |
I-II, q. 60, a. 2; In 3 Sent., d. 33, q. 2, a. 2, sol. 3; q. 3, a. 4, sol. 1; In 5 Ethic., lect. 3
Pare che la giustizia particolare non abbia una materia speciale.
1. Commentando quel passo della Genesi [ Gen 2,14 ]: « Il quarto fiume è l'Eufrate », la Glossa [ ord. di Agost. ] afferma: « Eufrate significa fertile.
E non si dice di esso dove vada perché la giustizia appartiene a tutte le potenze dell'anima ».
Ora, ciò non avverrebbe se questa virtù avesse una materia speciale: poiché qualsiasi materia speciale appartiene a una potenza speciale.
Quindi la giustizia particolare non ha una materia speciale.
2. S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 61 ] insegna che « quattro sono le virtù dell'anima con cui si vive quaggiù la vita spirituale, cioè la prudenza, la temperanza, la fortezza e la giustizia »: e afferma che la quarta, cioè la giustizia, « si estende a tutte le altre ».
Quindi la giustizia particolare, che è una delle quattro virtù cardinali, non ha una materia speciale.
3. La giustizia basta a regolare l'uomo nei suoi desideri verso gli altri.
Ma tutte le realtà della vita presente possono ordinare l'uomo verso gli altri.
Quindi la materia della giustizia è generale e non speciale.
Il Filosofo [ Ethic. 5,2 ] insegna che la giustizia ha per oggetto specialmente le cose riguardanti la compartecipazione alla vita [ civile ].
Tutte le cose che possono essere regolate dalla ragione costituiscono la materia di una virtù morale, definita dal Filosofo [ Ethic. 2,6 ] attraverso la retta ragione.
Ora, dalla ragione possono essere regolate le passioni dell'anima, gli atti esterni e le cose esteriori soggette all'uso dell'uomo: mentre però l'ordinamento di un uomo a un altro riguarda gli atti esterni e le cose esteriori attraverso cui gli uomini possono comunicare fra di loro, l'uomo viene invece rettificato in se stesso secondo le passioni interiori.
Siccome quindi la giustizia dice ordine ad altri, non riguarda tutta la materia delle virtù morali, ma soltanto le cose e le azioni esterne sotto una particolare ragione oggettiva, cioè in quanto esse mettono un uomo in relazione con gli altri.
1. La giustizia appartiene essenzialmente a una delle potenze dell'anima, in cui appunto risiede, cioè alla volontà, la quale col suo comando muove tutte le altre facoltà.
E in questo senso la giustizia, non già direttamente, bensì per una certa ridondanza, appartiene a tutte le potenze dell'anima.
2. Come sopra [ I-II, q. 61, aa. 3,4 ] si è spiegato, le virtù cardinali possono essere considerate sotto due aspetti.
Primo, come virtù speciali che hanno una materia determinata.
Secondo, come modalità generiche comuni a tutte le virtù.
Ora, nel passo citato S. Agostino parla in quest'ultimo senso.
Egli infatti afferma che la prudenza è « la conoscenza delle cose da desiderare e da fuggire », la temperanza è « la repressione della cupidigia rispetto ai piaceri di ordine temporale », la fortezza è « la fermezza d'animo contro le cose sgradevoli della vita presente », la giustizia infine, « che si estende a tutte le altre, è l'amore di Dio e del prossimo », il quale appunto è la radice universale di tutto l'ordine verso gli altri.
3. Le passioni interiori, che pure sono materia della morale, non sono ordinabili agli altri per se stesse, cosa che invece si richiede per la giustizia, ma sono ordinabili agli altri nei loro effetti, che sono gli atti esterni.
Per cui non segue che la materia della giustizia sia generale.
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