Summa Teologica - II-II

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Articolo 10 - Se il giuramento possa essere impedito da certe condizioni di persona, o di tempo

In 3 Sent., d. 39, expos.; In Hebr., c. 6, lect. 4

Pare che il giuramento non possa essere impedito da certe condizioni di persona, o di tempo.

Infatti:

1. Il giuramento viene usato « per confermare », come dice l'Apostolo [ Eb 6,16 ].

Ma tutti e sempre sono tenuti a confermare le proprie affermazioni.

Quindi il giuramento non può essere impedito da certe condizioni di persona o di tempo.

2. Giurare per Dio è più che giurare per il Vangelo, per cui il Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 44 ] scrive: « Se si presenta un motivo, alcuni pensano di fare una cosa da poco giurando per Dio, mentre pensano di fare una cosa importante giurando per il Vangelo.

A costoro bisogna dire: Stolti, la Scrittura è fatta per Dio, non già Dio per la Scrittura ».

Ma alle persone di ogni condizione, e in qualsiasi tempo, è comune l'uso di giurare per Dio.

Quindi a maggior ragione è lecito giurare per il Vangelo.

3. Una stessa cosa non può essere prodotta da cause contrarie, poiché cause contrarie hanno effetti contrari.

Ma alcuni sono esclusi dal giuramento per una minorazione della loro persona, come i ragazzi prima dei quattordici anni e gli spergiuri.

Perciò non si vede come altri possano essere impediti di giurare a motivo della loro dignità, come i chierici; oppure per la solennità del giorno.

4. Nessun uomo vivente in questo mondo raggiunge la dignità degli angeli, poiché nel Vangelo [ Mt 11,11 ] si legge che « il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui », cioè di S. Giovanni Battista vivente nel mondo.

Ma gli angeli possono giurare: infatti nell'Apocalisse [ Ap 10,6 ] si legge che « l'angelo giurò per colui che vive nei secoli dei secoli ».

Quindi nessun uomo deve essere dispensato dal giuramento per la sua dignità.

In contrario:

Nei Canoni [ Decr. di Graz. 2,2,5,4 ] si legge: « Il sacerdote, invece di giurare, sia interrogato per la sua consacrazione ».

E altrove [ ib. 2,22,5,22 ]: « Nessun ecclesiastico presuma di giurare sui Vangeli dinanzi a qualsiasi laico ».

Dimostrazione:

Nel giuramento si devono considerare due cose.

La prima in rapporto a Dio, di cui si invoca la testimonianza.

E da questo lato si esige verso il giuramento il massimo rispetto.

Per cui vengono esclusi dal giuramento sia i fanciulli prima della pubertà i quali non sono obbligati a giurare perché non hanno ancora il perfetto uso della ragione, necessario per prestare il giuramento col debito rispetto, sia gli spergiuri, i quali non sono ammessi a giurare perché dai loro precedenti si presume che non tratterebbero il giuramento con la riverenza dovuta.

E per la riverenza dovuta al giuramento si dà anche questa norma [ ib. can. 16 ]: « È bene che colui il quale osa giurare per i santi lo faccia dopo aver digiunato, e con ogni riguardo e timor di Dio ».

La seconda cosa da considerare interessa invece l'uomo, le cui parole sono confermate dal giuramento.

Ora, le parole di un uomo non hanno bisogno di conferma se non perché si dubita di lui, e d'altra parte menoma la dignità di una persona il fatto che si dubiti della verità di quanto dice.

Quindi alle persone di grande dignità non si addice giurare.

Così dunque i Canoni [ ib. 2,2,5,4 ] prescrivono che « i sacerdoti non devono giurare per motivi non gravi ».

Tuttavia possono farlo per qualche vera necessità, o per una grande utilità, specialmente in questioni di ordine spirituale.

- Per queste ultime è bene inoltre che i giuramenti vengano fatti nei giorni solenni, nei quali si deve attendere alle cose spirituali; non vanno invece fatti in tali giorni per gli affari temporali, salvo casi di grave necessità.

Analisi delle obiezioni:

1. Ci sono alcuni che non possono confermare le loro parole per una loro deficienza, mentre ci sono altri le cui parole vanno considerate così certe da non avere bisogno di conferma.

2. Il giuramento di per sé è tanto più santo e tanto più obbligatorio quanto superiore è l'essere per cui si giura, come nota S. Agostino [ Epist. 47 ].

E da questo lato giurare per Dio è più che giurare per i Vangeli.

Ma può essere vero il contrario per le modalità del giuramento: se p. es. il giuramento che si fa sui Vangeli viene fatto con una certa deliberazione e solennità, mentre quello che si fa su Dio viene fatto con leggerezza e senza deliberazione.

3. Nulla impedisce che una cosa possa venire eliminata da cause contrarie, che si contrappongono come l'eccesso e il difetto.

E in questo modo alcuni sono esclusi dal giuramento perché hanno un'autorità così grande da rendere ad essi poco conveniente il giurare, mentre altri invece ne sono esclusi perché la loro autorità non è tale da dare credito al loro giuramento.

4. Il giuramento dell'angelo non è fatto per supplire a una sua deficienza, quasi che non fossero da credersi le sue semplici affermazioni, ma per mostrare che quanto viene detto deriva dall'infallibile disposizione di Dio.

E in questo senso nella Scrittura si dice talvolta che anche Dio giura, per mostrare l'immutabilità di quanto viene affermato, come scrive l'Apostolo [ Eb 6,17 ].

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