Summa Teologica - II-II |
Pare che non sia illecito praticare le osservanze dell'arte notoria.
1. Un'azione può essere illecita in due modi:
Primo, per la natura dell'atto, come l'omicidio o il furto;
secondo, per il fatto che è ordinata a un fine cattivo, come quando uno fa l'elemosina per vanagloria.
Ma le pratiche che si osservano nell'arte notoria non sono illecite nella loro natura: poiché si tratta di certi digiuni e preghiere fatte a Dio.
Inoltre esse sono ordinate a un fine buono, cioè all'acquisto della scienza.
Quindi praticare tali osservanze non è illecito.
2. Si legge in Daniele [ Dn 1,17 ] che ai fanciulli fedeli all'astinenza « Dio concesse di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza ».
Ma le osservanze dell'arte notoria si riducono precisamente a determinati digiuni e astinenze.
Quindi non è illecito praticare tali osservanze.
3. Richiedere ai demoni la conoscenza del futuro pare essere peccaminoso per il fatto che essi non possono conoscerlo, essendo ciò proprio di Dio, come si è spiegato [ q. 95, a. 1 ].
Ma le verità delle scienze i demoni le conoscono: poiché le scienze riguardano cose necessarie e costanti, che rientrano nella conoscenza umana, e molto più in quella dei demoni i quali, come nota S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,17.35 ], sono più perspicaci.
Quindi praticare l'arte notoria non è peccato, anche se si raggiungesse lo scopo mediante il demonio.
Sta scritto [ Dt 18,10s ]: « Non si trovi in te chi cerchi di sapere dai morti la verità », poiché tale ricerca si appoggia sull'aiuto dei demoni.
Ora, mediante le osservanze dell'arte notoria la ricerca della verità è fatta ricorrendo a « segni convenzionali prestabiliti d'accordo coi demoni » [ cf. Agost., De doctr. christ. 2,20.30 ].
Quindi non è lecito praticare l'arte notoria.
L'arte notoria è illecita e inefficace.
È illecita perché nell'acquisto della scienza ricorre a dei mezzi che non hanno la capacità di causare la scienza: quali ad es. la considerazione di determinate figure, la recita di parole sconosciute e altre cose del genere.
Perciò quest'arte non si serve di tali mezzi come di cause, ma come di segni.
Non però come di segni istituiti da Dio, quali sono i segni sacramentali.
Quindi rimane che siano segni privi di valore, rientrando così nei « segni convenzionali stabiliti e combinati con i demoni » [ cf. Agost., De doctr. christ. 2,20.30 ].
Perciò l'arte notoria, dice S. Agostino, « deve essere ripudiata e fuggita dal cristiano » come anche le altre « arti illusorie e nocive della superstizione ».
Inoltre quest'arte è inefficace per acquistare la scienza.
Siccome infatti con essa non si mira ad acquistare la scienza nella maniera che è connaturale all'uomo, cioè scoprendo o imparando da altri, è chiaro che si attende tale effetto o da Dio o dal demonio.
Ora, è certo che alcuni ebbero la sapienza e la scienza da Dio per infusione, come avvenne per Salomone, secondo le parole della Scrittura [ 1 Re 3,11s; 2 Cr 1,11s ].
E anche ai discepoli il Signore [ Lc 21,15 ] fece la promessa: « Io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere ».
Ma questo dono non è dato a tutti, né in forza di certe pratiche, bensì ad arbitrio dello Spirito Santo, come insegna S. Paolo [ 1 Cor 12,8 ]: « A uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza, a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza »; e dopo ( 1 Cor 12,11 ) aggiunge: « Tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole ».
Al contrario non spetta ai demoni il compito di illuminare l'intelletto, come si è dimostrato nella Prima Parte [ q. 109, a. 3 ].
Ora, l'acquisto della scienza e della sapienza avviene mediante l'illuminazione dell'intelletto.
Quindi nessuno ha mai acquistato la scienza attraverso i demoni.
Per cui S. Agostino [ De civ. Dei 10,9 ] scrive che « secondo Porfirio le pratiche teurgiche », in cui intervengono i demoni, « non comunicano all'intelligenza alcuna purificazione che la renda adatta alla visione di Dio, e a penetrare il vero », come fanno invece tutte le acquisizioni delle scienze.
- Tuttavia i demoni, servendosi del linguaggio umano, potrebbero comunicare alcuni dati scientifici; ma non è questo lo scopo a cui mira l'arte notoria.
1. È una cosa buona acquistare la scienza, ma non l'acquistarla in modo disonesto.
E questo è appunto lo scopo dell'arte notoria.
2. Quei fanciulli praticavano l'astinenza non secondo le vane osservanze dell'arte notoria, ma seguendo le norme della legge divina, per non contaminarsi con i cibi dei gentili.
Essi quindi ricevettero da Dio la scienza per il merito dell'obbedienza, secondo le parole del Salmista [ Sal 119,100 ]: « Ho più senno degli anziani, perché osservo i tuoi precetti ».
3. Domandare ai demoni la conoscenza del futuro è peccato non solo perché essi non lo conoscono, ma anche per il contatto che ciò implica con essi: il che avviene anche nel caso presente.
Indice |