Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 1 - Se l'adulazione sia un peccato

In 4 Ethic., lect. 14

Pare che l'adulazione non sia un peccato.

Infatti:

1. L'adulazione consiste in una lode rivolta a qualcuno con l'intenzione di fargli piacere.

Ma lodare una persona non è una cosa cattiva, poiché nei Proverbi [ Pr 31,28 ] si legge: « I suoi figli sorgono a proclamarla beata, e suo marito a farne l'elogio ».

Parimenti non è una cosa cattiva voler piacere al prossimo, poiché S. Paolo [ 1 Cor 10,33 ] scriveva: « Mi sforzo di piacere a tutti in tutto ».

Quindi l'adulazione non è un peccato.

2. Il male è contrario al bene come il vituperio alla lode.

Ma vituperare il male non è peccato.

Quindi neppure è peccato lodare il bene, come si fa appunto nell'adulazione.

E così l'adulazione non è un peccato.

3. La detrazione è il contrario dell'adulazione, tanto che S. Gregorio [ Mor. 22,9 ] può affermare che essa è un rimedio contro l'adulazione: « Dobbiamo riconoscere che la Provvidenza divina, per impedire che ci insuperbiamo delle lodi esagerate, spesso permette che siamo lacerati dalle detrazioni: affinché la maldicenza umìli chi viene innalzato dalla lode ».

Ma la detrazione è una cosa cattiva, come sopra [ q. 73, a. 2 ] si è visto.

Quindi l'adulazione è una cosa buona.

In contrario:

Quel passo di Ezechiele [ Ez 13,18 ]: « Guai a coloro che imbottiscono cuscini per ogni gomito », viene riferito dalla Glossa [ interlin. ] alla « morbida adulazione ».

Quindi l'adulazione è un peccato.

Dimostrazione:

Come si è detto nella questione precedente [ a. 1, ad 3 ], sebbene l'amabilità miri soprattutto a compiacere coloro con i quali si convive, tuttavia non esita a contristarli quando il conseguimento di un bene o la prevenzione di un male lo richiede.

Se quindi uno vuole trattare gli altri compiacendoli in tutto nelle sue parole, esagera nella compiacenza, per cui pecca per eccesso.

E se uno lo fa solo con l'intenzione di compiacere, merita l'appellativo di « piaggiatore », secondo il Filosofo [ Ethic. 4,6 ]; se invece lo fa con l'intenzione di un guadagno, allora è un « lusingatore », o un « adulatore ».

Tuttavia ordinariamente si dà il nome di adulatori a tutti quelli che nel trattare vogliono compiacere gli altri con le parole o con i fatti oltre i limiti dell'onestà.

3. La detrazione è il contrario dell'adulazione, tanto che S. Gregorio [ Mor. 22,9 ] può affermare che essa è un rimedio contro l'adulazione: « Dobbiamo riconoscere che la Provvidenza divina, per impedire che ci insuperbiamo delle lodi esagerate, spesso permette che siamo lacerati dalle detrazioni: affinché la maldicenza umìli chi viene innalzato dalla lode ».

Ma la detrazione è una cosa cattiva, come sopra [ q. 73, a. 2 ] si è visto.

Quindi l'adulazione è una cosa buona.

Analisi delle obiezioni:

1. La lode di una persona può essere buona o cattiva, a seconda che vengano o non vengano rispettate le debite circostanze.

Se uno infatti volesse con la lode rallegrare una persona per consolarla e confortarla mentre è sotto il peso della tribolazione, oppure per spronarla al bene, salvando le altre debite circostanze, compirebbe un atto che rientra nella virtù dell'amabilità.

Si cade invece nell'adulazione se si pretende di lodare il prossimo in cose per le quali esso non deve essere lodato: o perché sono cattive, come accenna quel passo della Scrittura [ Sal 10,3 ]: « L'empio viene lodato per le sue brame »; o perché non sono certe, come dice l'Ecclesiastico [ Sir 27,7 ]: « Non lodare un uomo prima che abbia parlato », e ancora [ Sir 11,2 ]: « Non lodare un uomo per la sua bellezza »; oppure perché c'è da temere di provocarlo alla vanagloria con una lode umana.

Da cui l'ammonizione [ Sir 11,28 ]: « Non lodare alcun uomo prima della morte ».

Parimenti è cosa lodevole l'intenzione di piacere al prossimo per fomentare la carità o per farlo avanzare spiritualmente in essa.

È invece un peccato voler piacere agli uomini per vanagloria, o per un guadagno, oppure in cose cattive.

Da cui le parole del Salmo [ Sal 53,6 Vg ]: « Dio ha disperso le ossa di quelli che cercano di piacere agli uomini ».

E l'Apostolo [ Gal 1,10 ] afferma: « Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo ».

2. Se non si osservano le debite circostanze, anche vituperare il male può essere peccaminoso.

E lo stesso si dica per la lode del bene.

3. Nulla impedisce che due vizi siano contrari.

Come quindi è una cosa cattiva la detrazione o maldicenza, così lo è pure l'adulazione.

La quale è in contrasto con la prima per le cose che si dicono, ma non direttamente per il fine: poiché l'adulatore cerca di far piacere al prossimo che àdula, mentre il maldicente nel dirne male di nascosto non cerca di contristarlo, ma piuttosto attenta alla sua reputazione.

Indice