Summa Teologica - II-II |
In 4 Ethic., lect. 14
Pare che il litigio non sia contrario alla virtù dell'affabilità.
1. Il litigio pare ridursi alla discordia, al pari della contesa.
Ma la discordia si contrappone alla carità, come sopra [ q. 37, a. 1 ] si è visto.
Quindi anche il litigio.
2. Si legge nei Proverbi [ Pr 26,21 ]: « L'iracondo accende le liti ».
Ma l'iracondia si oppone alla mansuetudine.
Quindi anche la lite, o litigio.
3. S. Giacomo [ Gc 4,1 ] scrive: « Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?
Non vengono forse dalle vostre passioni, che combattono nelle vostre membra? ».
Ora, seguire le passioni è in contrasto con la temperanza.
Quindi il litigio non si contrappone all'amicizia, o affabilità, ma alla temperanza.
Il Filosofo [ Ethic. 4,6 ] contrappone il litigio all'amicizia, o affabilità.
Il litigio consiste propriamente nel contraddire a parole le affermazioni di un altro.
Ora, di questa contraddizione ci possono essere due cause.
Talora infatti si contraddice perché la persona che parla non riscuote il consenso di chi la contraddice per l'assenza di un amore che unisca gli animi.
E questo è proprio della discordia, che si contrappone alla carità.
- Talora invece la contraddizione nasce per il fatto che uno non teme di rattristare il prossimo.
E così avviene il litigio, il quale si contrappone alla predetta virtù dell'amabilità, o affabilità, che ha il compito di farci convivere piacevolmente con gli altri.
Scrive infatti il Filosofo [ ib. ] che « coloro i quali contraddicono in tutto per contristare e non si preoccupano di nulla, sono detti intrattabili e litigiosi ».
1. La contesa consiste piuttosto nella contraddizione che è propria della discordia; il litigio invece consiste nella contraddizione che mira a contristare il prossimo.
2. La contrapposizione diretta dei vizi alle virtù non va rilevata in base alle loro cause, poiché un vizio può nascere anche da cause diverse, ma in base alla specie dell'atto.
Il litigio infatti, sebbene talora nasca dall'ira, tuttavia può nascere da molte altre cause.
Per cui non è detto che si contrapponga direttamente alla mansuetudine.
3. S. Giacomo parla della concupiscenza in quanto vizio universale da cui derivano tutti gli altri vizi, come nota la Glossa [ ord. su Rm 7,7 ]: « Buona è la legge, che col proibire la concupiscenza proibisce ogni altro male ».
Indice |